ENTI LOCALI E SVILUPPO SOSTENIBILE - Centri di Ricerca

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7 L’INDIVIDUAZIONE DI INDICATORI DI OUTPUT (EFFICACIA) DELLE POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE SOSTENIBILE. 7.1 Gli indicatori di sostenibilità A partire dagli anni Sessanta, hanno cominciato ad assumere grande rilievo gli indicatori statistici di contenuto socio-economico. Nacque negli Stati Uniti e presto si radicò anche in Europa il cosiddetto movimento degli indicatori sociali. In quegli anni, agli indicatori sociali ed economici si attribuivano (soprattutto da parte della Pubblica Amministrazione e dei ricercatori) numerose funzioni: erano intesi come strumenti di informazione relativi ai fenomeni sociali ed economici, rendevano possibile la percezione, l’individuazione e l’analisi dei mutamenti e dei cambiamenti socioeconomici, consentivano l’elaborazione di modelli esplicativi e di predizione (Sheldon e Moore, [1968]). Dopo una fase di crisi (Innes, [1990]), attraversata negli anni Ottanta, che ha contribuito comunque al consolidamento e alla maturazione delle tecniche (Andrews, [1990]), gli indicatori socio-economici nel corso degli ultimi anni hanno vissuto una fase di rivitalizzazione sia nella ricerca sia nell’utilizzo a fini politici e amministrativi (Zajczyk, [1997]). Col passare del tempo, agli indicatori socio-economici si sono affiancati quelli di contesto ambientale-ecologico (livello delle pressioni, aree verdi disponibili, raccolta dei rifiuti, ed altri) e nel contempo gli studiosi hanno elaborato metodi di sintesi per la definizione di indicatori aggregati di benessere sociale, qualità della vita, sostenibilità. Gli indicatori sono infatti strumenti di analisi dei sistemi economici, di benchmarking tra ambiti territoriali che competono e cooperano, sono utili per individuare swot territoriali (punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce) e quindi per definire strategie d’azione, obiettivi e più in generale per architettare e negoziare politiche pubbliche. Allo stesso modo, sono importanti per monitorare le politiche e i programmi di intervento, così come per valutare i risultati, gli effetti e gli impatti prodotti dalla loro implementazione. Certo gli indicatori da soli non bastano per definire politiche pubbliche, per monitorarle, per valutarle. Offrono però elementi oggettivi di analisi dei sistemi socioeconomici in cui le politiche trovano implementazione e sono strumenti che tutti i decisori possono avere a disposizione nel momento in cui compiono scelte di politica. Numerosi sono gli indicatori aggregati che vengono calcolati negli Stati Uniti, nei Paesi europei e, in parte, anche in Italia. In genere si tratta di indicatori stimati a livello nazionale e sovranazionale. È interessante sottolineare l’evoluzione che hanno subito. Messo in crisi il PIL, perché, come è già stato sottolineato nel primo capitolo, non ritenuto in grado di misurare il benessere sociale e non comprensivo di alcune dimensioni sempre più importanti nei sistemi economici (i servizi forniti dal volontariato, i danni ambientali, il lavoro domestico,…), uno dei primi passi compiuti dai ricercatori è stato quello di inserire nella contabilità nazionale valori e dimensioni 101
del sistema ambientale. Si è così giunti alla definizione e alla misurazione del cosiddetto PIL verde. Gli sviluppi degli anni 90 si sono poi concretizzati in un continuo affinamento di questi metodi. Nella tavola 7.2 se ne elencano alcuni e si propone una sintesi di alcuni degli indicatori più noti e diffusi, se ne riporta l'istituzione di riferimento, l'ambito territoriale di analisi e una breve descrizione (l’elenco completo delle variabili utilizzate è riportato in Appendice a questo capitolo). In alcuni casi misure della qualità della vita e indicatori degli aspetti sociali e ambientali vengono proposti all'interno di rapporti periodi realizzati da istituzioni nazionali e sovranazionali. Spesso in questi rapporti non si costruiscono indici di sintesi, ma si propongono più semplicemente serie di variabili elementari e sulla base di questi dati si pongono a confronto territori tra loro eterogenei. È il caso ad esempio del rapporto Ambiente Italia di Legambiente e dello Human Development Report dell’Undp. La tavola 7.1 contiene un elenco non esaustivo, ma significativo, di questi rapporti. TAVOLA 7.1 - Rapporti sull'ambiente, sullo sviluppo sociale e economico Titolo del rapporto Istituzione Ambito territoriale di riferimento Ambiente Italia Legambiente nazione Ecosistema Urbano Legambiente comuni capoluogo La qualità della vita in Italia Il Sole24 Ore provincia Rapporto sulla qualità della vita in Italia Italia Oggi provincia Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Ministero Ambiente nazione Human Development Report UNDP nazione World Development Indicator World Bank nazione In Italia sono molto diffusi e dibattuti anche in ambito accademico i rapporti sulla qualità della vita redatti annualmente dai due maggiori quotidiani economici a livello nazionale. Nell'uno e nell'altro caso si tratta di indagini che riaggregano dati provinciali e comunali, e portano ad indicatori settoriali e ad una misura di sintesi per singolo ambito territoriale. I dati utilizzati coprono tutti i principali aspetti economici, sociali e ambientali. Diverso il rapporto realizzato da Legambiente, che costruisce misure della qualità ambientale per ogni Comune capoluogo, senza indagare direttamente aspetti sociali e economici. Il contributo di questa ricerca consiste nel tentativo di costruire tre indicatori sintetici di sostenibilità, uno per ciascuna dimensione – economica, sociale, ambientale – riferiti ai Comuni capoluogo. 7.2 Indicatori di sostenibilità per i comuni capoluogo L’analisi statistico-economica che viene proposta nelle pagine che seguono ha l’obiettivo di rispondere ad alcuni interrogativi: TAVOLA 7.2 - Indicatori di sostenibilità 102
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