ENTI LOCALI E SVILUPPO SOSTENIBILE - Centri di Ricerca

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2.2.3 Politiche europee per lo sviluppo rurale sostenibile: Leader + Avviata nel 1991, l’Iniziativa Comunitaria Leader ha fatto registrare esiti positivi, tanto da garantirne il proseguimento e l’approfondimento anche per il periodo 2000-2006, che rappresenta la terza edizione. Essa è tra gli strumenti di politica comunitaria di maggior evidenza nello sviluppo sostenibile in ambito rurale. Il Regolamento CE n.1260/99 recante disposizioni generali sui Fondi Strutturali ha istituito Leader +. Leader I ha segnato l’inizio di una nuova politica di sviluppo rurale fondata su un'impostazione territoriale, integrata e partecipativa. Leader II ha ampliato i contenuti di Leader I, favorendo prevalentemente i progetti innovativi. Caratteristiche proprie di Leader sono: • il coinvolgimento degli attori • l’azione decentrata e integrata sul territorio di riferimento mediante attività bottom-up • l’apertura delle aree rurali ad altri territori con scambi e il trasferimento di esperienze attraverso la costituzione di reti. Si tratta di uno strumento auspicato a livello comunitario, perché si ritiene che possa contribuire a preparare le aree rurali ai mutamenti socio-economici che si verificheranno nei prossimi anni, soprattutto può contribuire a definire e attuare strategie per la sostenibilità alla Brundtland, ossia tali da non compromettere le possibilità delle generazioni future. Leader + si propone di incoraggiare e aiutare gli operatori rurali a valorizzare e tutelare le potenzialità del territorio in una prospettiva a lungo termine. L'iniziativa promuove l'attuazione di strategie originali di sviluppo sostenibile integrate, di elevata qualità, concernenti la sperimentazione di nuove forme di: • valorizzazione del patrimonio naturale e culturale • potenziamento del contesto economico, soprattutto per contribuire a creare posti di lavoro • miglioramento delle capacità organizzative delle comunità locali. Elemento caratterizzante del programma è la cooperazione. Promuove infatti la costituzione di partenariati di qualità tra i vari operatori all’interno dei territori rurali, tra territori dello stesso Stato membro e tra territori di Stati membri diversi. Per il periodo 2000-2006 il contributo dell’Unione Europea a Leader + ammonta a 2.020 milioni di euro. Per l’Italia lo stanziamento è pari a 267 milioni di euro, finanziati attraverso il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEOGA). 19
3 AGENDA 21 LOCALE: ORIGINI ED ESPERIENZE ITALIANE E STRANIERE 3.1 La nascita di Agenda 21 locale Il ruolo dei governi locali per il raggiungimento dell’obiettivo di uno sviluppo sostenibile è sancito nel capitolo 28 di Agenda 21, dove si riconosce che “molti problemi e relative soluzioni si radicano nelle attività locali, nella partecipazione e cooperazione tra le autorità locali. Esse costruiscono, gestiscono e mantengono le infrastrutture sociali, economiche ed ambientali, mettono in atto i processi di pianificazione, decidono le politiche ambientali e di regolazione locali, contribuiscono all’implementazione delle politiche ambientali nazionali e sub-nazionali’. Come livello di governo più vicino ai cittadini, le autorità locali “giocano un ruolo fondamentale nella loro educazione, coinvolgimento e mobilitazione per promuovere lo sviluppo sostenibile” 6 . Nascono così le Agende 21 Locali (A21L, d’ora in avanti) per la realizzazione di politiche integrate e di partecipazione attiva e co-responsabile dei vari attori delle comunità locali. Poiché ogni realtà locale ha delle caratteristiche che gli sono proprie - culturali, geografiche, economiche, ambientali, sociali - e che la distinguono dalle altre, ogni ente locale dovrebbe dotarsi di una propria Agenda, per definire e realizzare percorsi autonomi, soluzioni che utilizzino risorse proprie e che si inseriscano in modo coerente nella propria realtà: “ogni autorità locale dovrebbe dialogare con i propri cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private ed adottare una propria Agenda 21. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali dovrebbero apprendere ed acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie” 7 . Il capitolo 28 di Agenda 21 ha fissato anche le tappe per il coinvolgimento degli enti locali: • dal 1993 le comunità internazionali avrebbero dovuto iniziare un processo di consultazione allo scopo di accrescere la cooperazione locale per la realizzazione delle A21L; • dal 1994, i rappresentanti di associazioni delle città e delle autorità locali avrebbero dovuto accrescere i livelli di cooperazione e coordinamento con l’obiettivo di migliorare lo scambio di informazioni e di esperienze tra le autorità locali; • dal 1996 le autorità locali avrebbero dovuto mettere in atto un processo di consultazione della popolazione e ricercare un consenso per l’implementazione e la realizzazione di A21L. 6 Agenda 21 di Rio de Janeiro, cap. 28 par. 1, 1992. 7 Agenda 21 di Rio de Janeiro, cap. 28 par. 3, 1992. 20
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- Pearce D.W., Turner K., 1990, Eco
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