ENTI LOCALI E SVILUPPO SOSTENIBILE - Centri di Ricerca

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I Contratti di Quartiere definiti nel 1997 e ammessi a finanziamento sono stati 54. I finanziamenti pubblici in questo caso ammontano a 309 milioni di euro, e gli investimenti complessivamente attivabili, grazie a ulteriori risorse pubbliche e private, arrivano a circa 620 milioni di euro, con un intervento medio di poco superiore agli 11 milioni di euro. E’ significativo evidenziare che una chiara definizione degli obiettivi, unitamente al consenso acquisito sulle proposte, ha conferito alle iniziative un iter procedurale più spedito. Tutti i protocolli d’intesa sono stati sottoscritti e più della metà delle convenzioni per il trasferimento delle risorse sono state stipulate. TAVOLA 4.1 - Punti di forza e punti di debolezza dei programmi nazionali per lo sviluppo urbano sostenibile PUNTI DI FORZA • responsabilizzazione delle amministrazioni locali e coinvolgimento dei privati per il "rallestramento" di risorse pubbliche locali e private, talvolta in sostituzione dell'intervento centrale • approccio intergrato tra interventi di edilizia, sociali, ambientali e per l'occupazione e lo sviluppo • coinvolgimento crescente e partecipazione dei cittadini nei programmi PUNTI DI DEBOLEZZA • notevole frammentazione fisica degli interventi • il partenariato fra pubblico e privato funziona quando gli interventi possono contare su quote elevate di risorse pubbliche • difficoltà delle amministrazioni locali a realizzare gli interventi in aree e edifici di proprietà di soggetti ex gestori dei monopoli pubblici (Ferrovie dello Stato, Enel, eccetera) • scarsità di risorse destinate ai programmi • ritardi nell'applicazione delle norme di semplificazione amministrativa • scarse azioni sistematiche di valutazione dell'efficacia ed efficienza degli interventi Fonte: rielaborazione da Inu, Istituto nazionale di urbanistica - Commissione nazionale programmi complessi, marzo 2002 I PRUSST ammessi a finanziamento sono 78 e promettono investimenti complessivi per circa 60 miliardi di euro. Con questi programmi dalla riqualificazione edilizia si passa ad una complessità progettuale, operativa e gestionale considerevoli. I temi principali che affrontano sono il parternariato pubblico-privato nell'esecuzione e nella gestione operativa, il degrado edilizio, il disagio sociale, i problemi occupazionali prima e economici più in generale poi, provvedendo al sostegno dei piccoli artigiani e commercianti che offrono servizi di prossimità, al recupero di grandi edifici abbandonati da imprese manifatturiere delocalizzate, sostenendo i processi di terziarizzazione dell’economia ancora in atto. La Riforma Bassanini ha introdotto uno strumento nuovo, al momento in difficoltà. Si tratta delle Società di Trasformazione Urbana (STU), società per azione miste pubblico-private costituite in genere dai Comuni per promuovere la riqualificazione urbana di aree caratterizzate da particolari complessità, dove prevalga la proprietà pubblica e ci sia mancanza di iniziativa da parte dei proprietari o mancanza 39
di accordo tra di loro. Le STU acquisiscono preventivamente le aree (anche mediante esproprio), le “urbanizzano” e poi le cedono agli utilizzatori finali. Nelle pagine seguenti non si propone un’analisi di dettaglio di questo strumento, perché ancora non è effettivamente operativo. Nella tavola 4.1 si riassumono i principali punti di forza e i principali punti di debolezza evidenziati dai programmi nazionali per lo sviluppo sostenibile. 4.2 La linea evolutiva dei programmi per la sostenibilità Se si prendono in considerazione i programmi introdotti brevemente nel paragrafo precedente, in particolare solo quelli di definizione nazionale: • Programma Integrati di Intervento (PII) • Programma di Riqualificazione Urbana (PRU) • Programma di Recupero Urbano (PReU) • Contratto di Quartiere (CdQ) • Contratto di Quartiere II (CdQ II) • Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST) è possibile cogliere alcuni elementi caratteristici e alcune peculiarità. Si tratta di programmi eterogenei, con competenze specifiche, con compiti diversi, con ambiti territoriali di riferimento e di applicazione in parte variabili. I CdQ e i PreU riguardano soprattutto la scala fisica e la dimensione del quartiere urbano. Con i PRU e i CdQ II diventano importanti anche gli aspetti socioeconomici oltre che residenziali e ambientali. In particolare, i PRU, proponendosi come nuovo modello di crescita della città, portano l'obiettivo dell'intervento dal recupero (già oggetto dei precedenti Piani di Recupero Urbano) alla riqualificazione. I PRUSST, poi, possono essere visti come la diretta evoluzione dei PRU, finalizzati alla realizzazione, adeguamento e completamento delle attrezzature di livello territoriale ed urbano con l'obiettivo di accrescere il benessere collettivo attraverso la promozione di forme di sviluppo sostenibili in termini ambientali, economici e sociali. La connotazione è quindi marcatamente economica e occupazionale, anche per lo specifico obiettivo del miglioramento della dotazione infrastrutturale per il sostegno delle strutture produttive e commerciali. Nel corso del 2001 è stato definito dalla Legge n. 166 un nuovo strumento statale, detto Programma di Riabilitazione Urbana, che però non è ancora stato finanziato. Si può evidenziare una linea evolutiva lungo la quale si susseguono alcuni di questi strumenti, e nel contempo evolvono verso la nozione di sviluppo sostenibile, secondo lo schema che segue: 1992 PRU PII 1993 1997 1998 2001 PReU CdQ PRUSST CdQ II asse temporale 40
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- Jorby S.A., 2002, “Local Agenda
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- Pearce D.W., Turner K., 1990, Eco
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