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ENTI LOCALI E SVILUPPO SOSTENIBILE - Centri di Ricerca

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esponsabili per la realizzazione <strong>di</strong> un equilibrio tra sviluppo economico e compatibilità<br />

sociale, dovendo garantire ai citta<strong>di</strong>ni l’insieme dei servizi che contribuiscono a<br />

determinare il livello <strong>di</strong> qualità della vita. Tutte le politiche svolte dagli enti locali<br />

rientrano in un’ottica generale <strong>di</strong> determinazione del livello <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> una<br />

comunità. È dunque soprattutto al comportamento degli enti locali che si deve guardare<br />

per identificare le problematiche e le caratteristiche relative ad un progetto <strong>di</strong> sviluppo<br />

sostenibile. L’analisi complessiva del comportamento degli enti locali, delle funzioni<br />

loro attribuite e delle politiche da loro attuate può dare un’idea della compatibilità delle<br />

azioni <strong>di</strong> una comunità rispetto ad un percorso <strong>di</strong> sviluppo sostenibile.<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista, è importante sottolineare che, in<strong>di</strong>pendentemente dai<br />

processi in corso a livello internazionale, il nostro Paese si è mosso autonomamente<br />

verso un ampliamento del ruolo degli enti locali, attraverso i processi <strong>di</strong> decentramento<br />

avvenuti a più riprese nel corso degli anni ‘90 e infine sfociati nella riforma<br />

costituzionale del 2001 e negli ulteriori progetti <strong>di</strong> devolution attualmente sull’agenda<br />

politica. Questi processi, <strong>di</strong>fferenziati in tempi e mo<strong>di</strong> per Comuni, Province e Regioni,<br />

hanno tuttavia conosciuto un percorso simile. In una prima fase, essi hanno assunto la<br />

forma <strong>di</strong> una ricostruzione <strong>di</strong> una capacità finanziaria autonoma a livello locale,<br />

premessa per poter condurre un’efficace azione <strong>di</strong> governo, autonomia finanziaria che<br />

era viceversa stata sacrificata durante gli anni ’80 (Bor<strong>di</strong>gnon, [2000]). In una seconda<br />

fase, si è cercato <strong>di</strong> indurre una maggiore responsabilizzazione degli amministratori<br />

locali attraverso la mo<strong>di</strong>fica dei sistemi elettorali e delle forme <strong>di</strong> governo. Il<br />

rafforzamento delle giunte rispetto ai consigli e le elezioni <strong>di</strong>rette del sindaco o dei<br />

presidenti <strong>di</strong> Province e Regioni hanno svolto questa funzione. Infine, prima con la<br />

riforma Bassanini del 1997 e poi con la nuova Costituzione si è andati nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

un ampliamento delle competenze attribuite. Con la Bassanini, Regioni e Comuni hanno<br />

assunto un ruolo più ampio per quanto riguarda la gestione del territorio e<br />

dell’ambiente.<br />

Come in altri settori, anche per quanto riguarda le tematiche dello sviluppo<br />

sostenibile, il decentramento delle funzioni presenta potenziali vantaggi e svantaggi. Da<br />

un lato, rafforzando il ruolo degli enti locali e la loro capacità d’azione, aumenta anche<br />

la possibilità <strong>di</strong> perseguire politiche che siano maggiormente consone alle richieste e<br />

agli interessi delle comunità locali <strong>di</strong> riferimento. Questa potenziale <strong>di</strong>fferenziazione<br />

delle politiche ed il loro adattamento alle esigenze locali, in un Paese così <strong>di</strong>viso come<br />

il nostro, rappresenta un vantaggio da non sottovalutare. Così come previsto dal<br />

programma <strong>di</strong> Agenda 21 Locale, esso è anche destinato ad aumentare il consenso e<br />

dunque il coinvolgimento della società civile nelle politiche locali, così aumentandone<br />

le possibilità <strong>di</strong> successo. La <strong>di</strong>fferenziazione delle politiche, inoltre, offre un altro<br />

potenziale vantaggio. Essa accentua la sperimentazione e la competizione tra gli enti<br />

locali, consentendo l’imitazione e la <strong>di</strong>ffusione delle best practices.<br />

A fronte <strong>di</strong> questi potenziali vantaggi, il decentramento può produrre anche<br />

conseguenze negative. Da un lato, proprio perché rafforza il ruolo delle comunità locali,<br />

può condurre ad attribuire eccessiva importanza ad interessi locali costituiti con la<br />

capacità <strong>di</strong> influire sulle decisioni politiche, a detrimento dell’interesse generale locale<br />

o delle altre comunità. Gruppi <strong>di</strong> pressione locali, che non avrebbero o avrebbero<br />

capacità <strong>di</strong> influenza limitata su politiche decise a livello nazionale, possono viceversa<br />

<strong>di</strong>ventare determinanti quando queste decisioni vengono prese a livello locale. In molti<br />

campi, si pensi per esempio alla gestione del territorio e alle politiche urbane, questi<br />

problemi possono <strong>di</strong>ventare rilevanti. Allo stesso modo, la competizione, orizzontale o<br />

VI

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