ENTI LOCALI E SVILUPPO SOSTENIBILE - Centri di Ricerca
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più gran<strong>di</strong> sono anche quelli caratterizzati da una densità urbana maggiore)<br />
sull’in<strong>di</strong>catore ambientale. Le variabili esplicative relative alla popolazione<br />
perdono <strong>di</strong> significato una volta che si controlli per l’effetto delle altre<br />
variabili sui due in<strong>di</strong>catori considerati.<br />
(5) Invece, c’è un effetto <strong>di</strong>retto della popolazione sull’in<strong>di</strong>catore sociale; a<br />
parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni, comuni con <strong>di</strong>mensioni più ampie hanno maggiori<br />
dotazioni <strong>di</strong> capitale sociale, sebbene l’effetto non sia lineare. Conta anche la<br />
composizione della popolazione; comuni con una quota <strong>di</strong> anziani più<br />
elevata sono anche caratterizzati da un più elevato grado <strong>di</strong> sviluppo sociale.<br />
Da questo punto <strong>di</strong> vista, le stime che generalmente suggeriscono una più<br />
alta qualità della vita nei comuni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-piccole <strong>di</strong>mensioni, non sono<br />
confermate dalla nostra ricerca, almeno per quanto riguarda l’aspetto<br />
ambientale e sociale. Può darsi benissimo che si viva meglio nei comuni <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, ma non per un effetto <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> un più elevato livello <strong>di</strong><br />
sviluppo ambientale e sociale.<br />
(6) Invece, e sorprendentemente, resta un effetto <strong>di</strong>retto, robusto e negativo<br />
della popolazione, anche controllando per le altre variabili, sull’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
sviluppo economico. “Piccolo è bello”, dunque, ma solo per quanto riguarda<br />
lo sviluppo economico. La realtà italiana dei <strong>di</strong>stretti industriali viene<br />
imme<strong>di</strong>atamente alla mente come possibile spiegazione.<br />
A fronte <strong>di</strong> questa evidenza empirica, che può essere interpretata prima facie<br />
anche come una domanda <strong>di</strong> servizi che la società esprime alle autorità pubbliche, come<br />
reagiscono i comuni italiani?<br />
(1) Non c’è evidenza che la spesa comunale ambientale pro-capite o la<br />
percentuale <strong>di</strong> spesa ambientale sul totale risponda ad in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> bisogno<br />
o <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Nonostante la qualità ambientale degra<strong>di</strong> al crescere dell’attività<br />
economica, questa componente non influenza in alcun modo il livello della<br />
spesa pro-capite o la quota <strong>di</strong> spesa ambientale dei comuni, comunque li si<br />
misuri. Rispetto alla componente territoriale, i comuni ricchi del Nord<br />
appaiono ad<strong>di</strong>rittura spendere proporzionalmente <strong>di</strong> meno per l’ambiente <strong>di</strong><br />
quelli poveri del Sud, nonostante la qualità dell’ambiente peggiori nelle aree<br />
a maggior sviluppo economico.<br />
(2) D’altra parte, non c’è neppure evidenza che la qualità dell’ambiente <strong>di</strong>penda<br />
dalla spesa comunale ambientale, così come definita in questo lavoro.<br />
L’analisi del problema è inficiata naturalmente da problemi <strong>di</strong> simultaneità e<br />
<strong>di</strong> identificazione delle relazioni, che non è possibile risolvere con i limiti<br />
della nostra banca dati. Tuttavia, la relazione tra spesa ambientale e<br />
in<strong>di</strong>catore ambientale se c’è è debole e controversa. Possibili spiegazioni<br />
vanno cercate, oltre che nei limiti della banca dati, nell’impatto limitato che<br />
la spesa in quanto tale può avere sull’ambiente, a <strong>di</strong>fferenza, per esempio,<br />
dell’attività <strong>di</strong> regolamentazione.<br />
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