Tabel<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g> 5.7. assunti per periodo e per provenienza geografica. Regi<strong>on</strong>i anni 45-49 % 50-54 % 55-59 % 60-64 % 65-69 % 70-75 % Valle d'Aosta 5 0,77 2 1,05 0 0,00 3 0,23 1 0,10 1 0,59 Piem<strong>on</strong>te 507 77,88 122 64,21 260 59,36 517 39,77 325 33,71 34 20,00 Liguria 8 1,23 3 1,58 3 0,68 11 0,85 1 0,10 0 0,00 Lombardia 11 1,69 5 2,63 12 2,74 12 0,92 17 1,76 1 0,59 Veneto 35 5,38 17 8,95 47 10,73 180 13,85 124 12,86 12 7,06 Trentino 1 0,15 0 0,00 0 0,00 3 0,23 2 0,21 0 0,00 Friuli 10 1,54 8 4,21 11 2,51 49 3,77 36 3,73 2 1,18 Emilia R. 18 2,76 7 3,68 11 2,51 58 4,46 24 2,49 1 0,59 toscana 7 1,08 2 1,05 22 5,02 5 0,38 3 0,31 3 1,76 Lazio 1 0,15 0 0,00 3 0,68 13 1,00 8 0,83 2 1,18 Marche 1 0,15 0 0,00 3 0,68 15 1,15 4 0,41 0 0,00 Puglia 24 3,69 8 4,21 24 5,48 125 9,62 106 11,00 35 20,59 Campania 7 1,08 5 2,63 15 3,42 86 6,62 106 11,00 15 8,82 Ca<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g>bria 3 0,46 1 0,53 7 1,60 47 3,62 64 6,64 4 2,35 Sicilia 9 1,38 6 3,16 15 3,42 97 7,46 70 7,26 24 14,12 Basilicata 2 0,31 0 0,00 1 0,23 27 2,08 31 3,22 9 5,29 Molise 0 0,00 0 0,00 0 0,00 49 3,77 8 0,83 15 8,82 Sardegna 2 0,31 4 2,11 4 0,91 3 0,23 34 3,53 12 7,06 Totale 651 190 438 1300 964 170 mancanza inf. 282 Nel<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g> tabel<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g> 7, s<strong>on</strong>o messe in re<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g>zi<strong>on</strong>e le percentuali di assunti per periodo e per regi<strong>on</strong>e geografica. Avendo già evidenziato alcune peculiarità a livello di singole province, è sembrato ora più opportuno semplificare l’analisi accorpando i dati in regi<strong>on</strong>i; come già visto le regi<strong>on</strong>i che hanno rilevanza per questo studio s<strong>on</strong>o Piem<strong>on</strong>te, Veneto, Emilia Romagna e le principali regi<strong>on</strong>i del Sud, cui si aggiung<strong>on</strong>o Sicilia e Sardegna. 150
Pertanto, per ragi<strong>on</strong>i di ec<strong>on</strong>omia, si limiterà l’analisi temporale solo a questi casi. Gli operai piem<strong>on</strong><str<strong>on</strong>g>tesi</str<strong>on</strong>g> passano da un massimo del 77,88% nel quinquennio 1945-50 ad un minimo del 20% negli anni ’70. Tra questi due valori, l’andamento è costantemente decrescente, l’elevato numero di piem<strong>on</strong><str<strong>on</strong>g>tesi</str<strong>on</strong>g> negli anni postbellici è chiaramente segno che l’emigrazi<strong>on</strong>e dal Sud n<strong>on</strong> era ancora cominciata e il bacino di reclutamento resta ancora in prevalenza il Piem<strong>on</strong>te. L’emigrazi<strong>on</strong>e degli anni ’50 porta tuttavia già un calo di piem<strong>on</strong><str<strong>on</strong>g>tesi</str<strong>on</strong>g>, soprattutto a favore di veneti e Pugliesi, ma si affacciano già sul<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g> scena anche Ca<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g>bria, Sicilia, Campania. Nel decennio successivo, che coincide approssimativamente c<strong>on</strong> il boom ec<strong>on</strong>omico, gli assunti del Piem<strong>on</strong>te ca<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g>no ancora, anche se rimang<strong>on</strong>o su valori molto elevati, intorno al 50%. Compensano il calo di Piem<strong>on</strong><str<strong>on</strong>g>tesi</str<strong>on</strong>g> prevalentemente Veneti ed Emiliani. Dal 1965 al 1969 si ha ancora una forte diminuzi<strong>on</strong>e degli operai del Piem<strong>on</strong>te, e un’ulteriore crescita di veneti, pugliesi, campani e ca<str<strong>on</strong>g>la</str<strong>on</strong>g>bresi. S<strong>on</strong>o invece costanti gli ingressi di campani e siciliani. 151
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