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Le esternalizzazioni nelle amministrazioni pubbliche

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4. Brevi osservazioni conclusiveLa questione amministrativa, cioè l’ipotesi di mettere mano ai problemiposti a cittadini e imprese a causa dell’inefficienza e della inadeguatezzadegli interventi attuati dalle <strong>amministrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>,viene ciclicamente sollevata. In particolare, nel corso dell’ultimoquarto di secolo i diversi tentativi di riforma, soprattutto nei paesi aeconomia avanzata, si sono mossi adottando una visione che, seppuremitigata da tradizioni politico-amministrative locali (Suleiman,2003), era prevalentemente ancorata a teorie economiche di improntaliberale. In questo modo, negli anni più recenti un’ondata di iniziativevolte a reinventare, privatizzare, esternalizzare, deregolare, decentraree/o devolvere gli apparati amministrativi pubblici, si è diffusa in moltipaesi. Gli assunti dai quali sono state mosse le critiche più insistentierano molteplici. Si sosteneva che il sistema pubblico, nel tempo, siera strutturato isolandosi sempre di più dalle imprese e dai cittadini,e che non solo il suo mantenimento era garantito a costi crescenti, maanche che esso mostrava altresì una progressiva incapacità di affrontarein modo efficace i problemi delle società avanzate. Molto sinteticamente,l’idea era che le <strong>amministrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> fossero più utiliper coloro che in esse lavoravano o che le dirigevano avendo, dunque,tutto l’interesse personale affinché la loro dimensione economica e laloro influenza regolativa crescesse, piuttosto che per i loro utenti finali(Downs, 1967).Come è noto anche nel nostro paese, soprattutto nel corso dell’ultimoquindicennio, sono state avviate diverse iniziative volte a riordinarel’organizzazione e il funzionamento delle <strong>amministrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>,sia centrali sia locali. In alcuni casi esse hanno seguito lemedesime tendenze riformatrici affermatesi, negli stessi anni, in moltipaesi a economia avanzata (Gualmini, 2003). In altri casi, sono stateindirizzate alla soluzione di problemi politico-amministrativi, percosì dire, squisitamente domestici (Savino, 2003). Tuttavia, comeanche altrove è capitato, tali iniziative hanno generalmente trascuratodi considerare che <strong>nelle</strong> <strong>amministrazioni</strong> molti degli strumenti propostiper l’attuazione degli stessi interventi di riforma erano già compresinella cassetta degli attrezzi a disposizione delle burocrazie <strong>pubbliche</strong>1 .1. Come ha recentementesuggerito <strong>Le</strong>ster M.Salamon: “Instead of thecentralized hierarchicalagencies deliveringstandardized services thatis caricatured in much ofthe current reformliterature and most of ourpolitical rhetoric, whatexists in most spheres ofpolicy is a dense mosaic ofpolicy tools, many themplacing public agencies incomplex, interdependentrelationships with a hostof third-party partners”,(SALAMON, 2002, p.3).BREVI OSSERVAZIONI CONCLUSIVE 111

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