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Le esternalizzazioni nelle amministrazioni pubbliche

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zione né nel 2003 né in precedenza. In particolare, sono 977 (parial 94,4%) le <strong>amministrazioni</strong> che dichiarano di avere avviato<strong>esternalizzazioni</strong> prima del 2003, mentre sono 821 (pari al 79,3%)le <strong>amministrazioni</strong> che hanno stipulato almeno una esternalizzazionenel corso dell’anno 2003. Rispetto a tali contorni generali,limitate sono le variazioni emergenti, o verso l’alto (2,6 punti percentuali)rilevate per le unità appartenenti all’amministrazionecentrale, o verso il basso (0,2% punti percentuali) per le unitàdelle <strong>amministrazioni</strong> locali. Inoltre si osserva che la percentualedelle unità che non ha mai attuato <strong>esternalizzazioni</strong>, localizzate<strong>nelle</strong> regioni del mezzogiorno, è pari al 6,0%, ben superiore aquella registrata relativamente alle unità che, prive di esperienza inquesto campo, sono localizzate <strong>nelle</strong> regioni settentrionali (2,0%)e centrali (2,7%).2. Precedentemente al 2003, il 94,4% delle <strong>amministrazioni</strong> avevastipulato contratti per attuare almeno una esternalizzazione, piùrecentemente, nel corso del 2003, ben 821 <strong>amministrazioni</strong>, uninsieme pari al 79,3% del gruppo di riferimento utilizzato nelcorso dell’indagine, ne hanno stipulati di nuovi; in questo caso levariazioni territoriali registrate sono minime, mentre tra i settoriistituzionali sono leggermente più accentuate (nel senso che nell’ultimoanno la quota percentuale relativamente maggiore di<strong>amministrazioni</strong> centrali piuttosto che locali ha stipulato nuovicontratti di esternalizzazione).3. Alle <strong>amministrazioni</strong> che hanno dichiarato di avere effettuato<strong>esternalizzazioni</strong> fino al 2003 è stato chiesto di indicare quali tipi diattività e/o servizi sono stati interessati da tale processo.A tal finesono state indicate tre macro classi: attività di tipo amministrativo,servizi interni e servizi finali. <strong>Le</strong> prime due categorie corrispondonoa quelli che nel paragrafo 1.2.3 sono stati definiti servizi diinput, l’ultima a quelli di output.Si è ritenuto di suddividere laprima categoria in due classi per evidenziare la differente implicazioneorganizzativa che ognuna di esse evidentemente comporta.Si osserva che la parte più consistente di <strong>amministrazioni</strong> (858unità, pari all’82,9%) dichiara di avere esternalizzato servizi interni;seguono le <strong>amministrazioni</strong> che esternalizzano servizi finali(800 unità, pari al 77,3%) e attività di tipo amministrativo (648unità, pari al 62,6%) (tavola 2.2 in Allegato). Nelle <strong>amministrazioni</strong>localizzate <strong>nelle</strong> regioni settentrionali le relative quote risultanosempre eccedenti il valore marginale, inoltre, considerando i sottosettoridi appartenenza, le <strong>amministrazioni</strong> centrali risultanoesternalizzare relativamente di più attività di tipo amministrativo(78,1%) e servizi interni (95,4%), mentre in quelle locali l’esternalizzazionedi servizi finali assume un peso relativo superiore (seppuredi poco) a quello complessivo (79,8%).4. L’analisi per sottosettore istituzionale fa emergere una notevolevarietà di comportamenti tra le <strong>amministrazioni</strong> centrali e locali.Delle <strong>amministrazioni</strong> centrali, la parte più cospicua (pari alI RISULTATI DELLA RICERCA: UN QUADRO GENERALE 39

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