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acta ordinis fratrum minorum - OFM

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A07nterno:ACTAORDINIS 16/5/07 16:37 Page 203NECROLOGIA203e lo farò con tutte le mie energie, almenofinché la salute lo permetta. E se un giornoil motore si fermerà, il Signore saprà il perché;meglio, però, che si fermi sul camminoche fermo in garage».In questi giorni era tornato dalla Bolivia.Sabato scorso mi chiamò al telefono, perchiedermi di partecipare al Capitolo spiritualedella Provincia nel prossimo mese dimaggio. In quella occasione mi parlò a lungodi quel viaggio e di quanto di buono e dibello aveva incontrato. Era pieno di entusiasmo.«Tra due giorni avremo un incontroprovinciale – mi disse – ed allora parlerò aimiei Frati di quanto di bello c’è nell’Ordine.Si deve conoscere. Tante volte viviamotroppo chiusi nei nostri Conventi o Provincee non vediamo cosa il Signore fa attraversoi nostri Frati nel mondo». Mi ha accennatoanche di certi progetti che stavamaturando, partendo da quanto aveva vissutonel Capitolo generale straordinario, celebratodi recente, e mi diceva: «Ricorrerò ate. Devi sostenermi. Tanto non è roba mia:lo ha chiesto il Capitolo». E io gli promisidi essergli molto vicino, come sempre.Il Fr. Fiorenzo, che io ho conosciuto eamato come fratello e amico, era un uomoottimista. Di fronte a certe difficoltà, dopoaver ascoltato e riflettuto un po’, diceva:«Ve’, dai, ce la faremo». Era un Frate convinto,amava profondamente la sua vocazionefrancescana e, come conseguenza,amava i suoi Frati. Soffriva, e molto, quandoun Frate, soprattutto se era giovane, nonviveva con entusiasmo la sua vocazione.Più di una volta mi confessò parlando di casiben concreti: «Non posso capire... È cosìbella la nostra vita…». Amava la fraternitàe sapeva creare fraternità. Lo abbiamo sperimentatonei nostri pellegrinaggi qui allaVerna. Riempiva questa Casa e questa montagna,anche se grande. Fiorenzo, poi, eraun giovane con circa 70 anni di età. E perchégiovane amava i giovani, aveva fiducianei giovani e a loro affidava responsabilità.Un giorno, prima del Capitolo provincialeultimo, mi fece questa confessione: «Ministrogenerale, se un giorno dovessi accettarela responsabilità di Ministro provincialelo farei pensando soprattutto ai Frati giova-ni. Non voglio frustrare la loro fiducia inme. E poi, mi sento bene con loro e credoche anche loro si sentano bene con me». MaFiorenzo amava soprattutto il Signore, e lomanifestava nella fedeltà quotidiana e nellaliturgia. Amava Francesco, e lo manifestònella cura di questo Santuario, luogo cosìcaro a Francesco e caro a tutti noi.Grazie, caro Fiorenzo, per la tua testimonianzadi vita come Frate Minore e sacerdotedi Cristo. Grazie per il tuo serviziogeneroso all’Ordine, in questa tua Provinciatoscana, particolarmente come Definitore,animatore della pastorale vocazionale,Guardiano e Ministro provinciale. Grazieper il tuo servizio alla Chiesa, come sacerdotee parroco… Grazie per quello che haifatto, ma particolarmente per quello che seistato per noi: padre, fratello e amico. Quandoverremo alla Verna, la tua e la nostra Verna,ci mancheranno le tue braccia aperte peraccoglierci, ci mancherà il tuo sorriso semprelimpido che ci infondeva serenità e pace,ci mancherà la tua parola equilibrata ematurata nella esperienza della vita. Nonascolteremo più la tua voce nelle Celebrazioniliturgiche e nella processione quotidianaalla Cappella delle Stigmate. Ci mancheràtutto questo e sentiremo il vuoto chehai lasciato in noi, un vuoto difficile dariempire, non soltanto per i confratelli dellatua Provincia, soprattutto per i più giovani,ma anche per tutti coloro che ti hanno conosciutoe amato.Tu continuerai ad essere con noi, nel nostrocuore e nel nostro cammino. E allorasentiremo la presenza misteriosa, ma non perquesto meno reale, di un padre, di un fratelloe di un vero e profondo amico che, dalla casadel Padre, continua a sorriderci e a camminarecon noi incoraggiandoci con una dellesue espressioni caratteristiche: «Dai, avanti,non avere paura, ce la faremo».Cari fratelli e sorelle, siamo sconcertati,tanto è il dolore per la scomparsa del nostrofratello Fiorenzo. Ma il Signore, che trasformal’ombra della morte in aurora di vita eguarda con amore ai suoi figli che gemononella prova, ci viene incontro per dirci: «nonsia turbato il vostro cuore. Abbiate fede inDio e abbiate fede anche in me» (Gv 14,1). I

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