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acta ordinis fratrum minorum - OFM

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A07nterno:ACTAORDINIS 16/5/07 16:36 Page 6666 AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. Isemplice passo) per la nostra rifondazione.È solo partendo da una reale ed effettivacondivisione nella fede che potremo individuarenuovi percorsi, fare scelte opportune,rinsaldare una fedeltà talvolta vacillante eavventurarci nel nuovo che ci attende. Lacondivisione proposta si attua a partire dallafede, fede in Dio e fiducia nei fratelli, edinsieme è nutrimento della fede, perché aiutail cammino di ciascuno: come semprenelle cose dello Spirito, c’è una circolaritàvirtuosa tra fede e condivisione, tra condivisionee fede. Nelle diverse circostanzedella nostra vita, nella vita ordinaria dellamia fraternità come nei capitoli provinciali,nei definitori provinciali o in quello generale,nelle case dipendenti dal Ministro comein ogni sperduta casa dell’Ordine, siamochiamati a vivere questa metodologia diEmmaus, diventando sempre più capaci di“riunirci; parlare di ciò che ci è successo;condividere il Vangelo, rileggere la Regola;pregare e lodare Dio “per tutti i suoi doni”;celebrare la comunione fraterna; e tornareai fratelli con la buona notizia che ha trasformatole nostre vite” (Spc 45).Prima di tutto la vitaUna prospettiva degna di sottolineaturaè quella espressa all’inizio del Documentocon la concisa affermazione “prima di tuttola vita”. Si tratta della riaffermazione di unacaratteristica tipica della tradizione intellettualefrancescana, che vede la teologia noncome scienza, ma come sapienza; nella formulazioneclassica di Bonaventura si affermache la teologia è un “habitus” affettivo eche sta a metà tra lo speculativo e il pratico;come fine ha sia la contemplazione, sia ildiventar buoni, ma principalmente il diventarbuoni (cf Proemii Quaestio 3, Liber I,Commento alle sentenze).Una tale sapienza ha a che fare sia con laconoscenza che con l’affetto, come affermaBonaventura in un simpatico esempio cheegli avanza. Un tale conoscenza aiuta la fede,quella fede che sta nell’intelletto inquanto è nata per muovere l’affetto. E questoè evidente in un esempio: la conoscenzache Cristo è morto per noi, e simili conoscenze,muovono all’amore, se l’uomo nonè peccatore e duro di cuore; ma non è cosìper altre conoscenze, come ad esempioquando dico che il diametro è perpendicolarealla circonferenza (cf Ibidem).C’è da dire che prima ancora che nellascuola francescana, tale primato della vitaè vero in Francesco, che inizia le sue regoleparlando di “regola e vita”, che non a casoconsiste nel vivere il santo Vangelo (nonsolo conoscerlo, ma viverlo). Con una accentuazione,nell’esperienza di Francesco,della funzione rivelativa della vita: la praticainfatti aiuta a capire meglio, ed anzinon ci può essere vera comprensione spiritualese non si passa attraverso la vita.Francesco, dopo aver ascoltato il Vangeloalla Porziuncola, si affretta a cambiare ilsuo modo di vestire (cf 1Cel 22): egli habisogno di mettere in pratica la parolaascoltata, anche se in modo parziale e materiale.E questa pratica lo aiuta a capiremeglio: certamente quel vangelo non indicavaun modo di vestire, però è solo passandoattraverso la pratica che Francescone può cogliere il significato più alto. Cosìcapita anche a san Damiano, ascoltandole parole del crocifisso: Francesco le mettein pratica riparando materialmente quellachiesetta non perché si sia sbagliato nell’intenderle,ma perché è solo attraversoquesta “santa operazione” che ne puù intendereil senso davvero spirituale. “Averelo Spirito del Signore e la sua santa operazione”:non solo il primo termine, ma entrambi,perché senza l’operazione abbiamosolo una comprensione intellettuale,che è diversa da spirituale.Questo primato della vita ritorna anchein parecchi suggerimenti dell’attuale riflessionemorale: solo attraverso l’attenzionealle forme sociali del costume, con i suoiapprezzamenti di bene e di male, iscrittinelle forme pratiche del vivere, si può entrarein una vera prospettiva morale, perchéogni fondamentale educazione morale(quella che abbiamo ricevuto tutti dallamamma e dalla società) è prima di tutto unatrasmissione pratica e solo dopo (molto dopo)una trasmissione di idee. E troppo spessonoi discutiamo delle idee, mentre è lapratica comune e condivisa quella cui fare

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