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acta ordinis fratrum minorum - OFM

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A07nterno:ACTAORDINIS 16/5/07 16:36 Page 6464 AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. Imunitaria e sociale, sempre segnata dal limitee dal peccato” (Spc 24).Seconda parte: Fraternità e missionealla luce del donoLa seconda parte applica questa “logicadel dono” a due grandi temi della nostra vita:la fraternità e la missione.A proposito della fraternità, si parte anzituttodalla consapevolezza che i fratelli sonoun dono del Signore, che diventa un compitoper ciascuno di noi; e si specifica che il nostromodo di essere fratelli è indicato dal nostronome: frati minori. La minorità caratterizzale nostre relazioni fraterne, come purele relazioni con ogni uomo e donna del nostromondo. Infine, si afferma la necessità diprendersi più cura della vita fraterna, in particolareaiutando guardiani e ministri nel lorocompito, potenziando il capitolo locale etrovando anche nuovi momenti e modalitàdiverse di scambio reciproco.Il tema della missione è un elemento essenzialedella nostra forma di vita, comeviene ripetutamente affermato dai documentidell’Ordine dell’ultimo decennio(che vengono espressamente ricordati).“Abbiamo colto la necessità di ritornare alcentro della nostra missione e di prenderedecisioni di cambiamento che ci aiutino adabbandonare alcune situazioni sociali edecclesiali per scegliere con maggior decisionei luoghi di frontiera e la marginalità,che sono parte integrante della nostra tradizione.Sia nella società che nella Chiesa siamochiamati ad essere minori” (Spc 33).Anche la relazione del Ministro generale haprospettato la necessità di un progetto dievangelizzazione specificamente francescananon solo personalmente ma a partiredalla fraternità (cf Spc 34).Vengono anche declinate le caratteristichedella missione oggi: essa è anzituttodialogo, capacità di attraversare le frontiere,da sviluppare soprattutto attraversoquattro modalità che vengono espressamentericordate e che sono la presenza negli ambientidi frontiera e di conflitto, l’interventonei nuovi areopaghi, l’attività intellettualee culturale e lo scambio di esperienzereligiose. In questa pratica del dialogo ci èmaestro Francesco d’Assisi, di cui viene ricordatoin particolare il dialogo con il Sultano.La missione cui siamo chiamati èsempre “plurale e diversa”, nella necessitàdi assumere e praticare i principi dell’inculturazionee dell’interculturalità, ma è anche“uniforme, nel senso che si modella sull’esempiodi Cristo che per noi si è fatto poveroe sulla sua opzione radicale per i poveri egli esclusi” (Spc 38).A modo di sintesi:la metodologia di EmmausDopo le due parti centrali del testo, la riflessionesi conclude con un ultimo capitolettoche evoca il Vangelo di Emmaus (cf Lc24,13-35), motivo ricorrente della riflessionecapitolare. In quel testo evangelico si riconoscela preziosa indicazione di un metodo,che è quello della condivisione nella fede:“siamo in grado di scoprire la presenzadel Signore in mezzo a noi … solo quando, apartire dalla fede, riusciamo a dare ascolto aquanti vivono attorno a noi e quando riusciamoad esprimere ciò che ci abita dentro” (Spc43). Così fanno i due di Emmaus con il misteriosoviandante: come “mendicanti di senso”gli raccontano la loro storia e le loro tristezze,sono educati a rileggere la propriaesperienza alla luce della Parola, si dichiaranonell’invito “Rimani con noi” e lo riconoscononella comunione del pane spezzato; edinfine diventano messaggeri, ritornando aGerusalemme per ascoltare e annunciare.La stessa metodologia si ritrova in Francescoe nei primi compagni, come raccontail Celano (cf 1Cel 34, citato in Spc 41), chenarra che durante il ritorno da Roma, dopol’approvazione papale della forma di vita,essi si ponevano molte domande e interrogativisulla loro vita futura, e condividevanoesperienze, progetti, dubbi e desideri.Anche per noi la sfida è quella di “andareall’essenziale: riuscire a condividere adun livello più profondamente umano e cristiano.Ciò che dobbiamo mettere in praticain tutte le nostre Province, Conferenze e anchea livello di Ordine, è la stessa metodologiadel racconto di Emmaus” (Spc 44).“Il cammino così delineato è sempliceed essenziale, come tutte le cose importan-

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