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Lettere al Corriere<br />
SENTENZA SPAGNOLA<br />
Il crocifisso in aula<br />
Caro Romano, mi permetto di scriverle in merito alla recente<br />
sentenza spagnola che autorizza la rimozione del crocifisso dalle<br />
aule scolastiche. Anche in Italia la questione, sollevata sia da laici<br />
che da mussulmani, è stata oggetto nel tempo di discussioni di<br />
varia e contrapposta natura. Perché non adottare una soluzione<br />
esattamente contraria? A fianco del crocifisso non potrebbe starci<br />
anche una copia della Costituzione o la mano di Fatima? E cioè,<br />
nel caso vi fosse qualcuno di fede non cattolica, il simbolo di<br />
appartenenza delle religioni presenti tra gli alunni della classe?<br />
Perché invece di togliere nessuno propone di aggiungere?<br />
Mario Taliani, Noceto (Pr)<br />
Non credo che le scuole debbano essere addobbate con<br />
simboli religiosi o nazionali. Per decorare una classe scolastica<br />
dovrebbero bastare i «ferri del mestiere»: lavagne, carte geografiche<br />
e orografiche, tavole pitagoriche, tavola periodica di<br />
Mendeleev e, a seconda della materia insegnata, la documentazione<br />
che il docente ritiene utile alla sua lezione.<br />
Sergio Romano<br />
Corriere della Sera (1 dicembre 2008)<br />
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