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Inviato a “Lettere al Corriere” il 10 febbraio 2012<br />
La differenza tra uguaglianza ed equità<br />
Caro Romano, in questo momento di grave crisi economica<br />
e sociale è tutto un richiamo all’equità. Forse perché, consapevoli<br />
di aver “scialacquato” in passato più di quanto fosse sostenibile<br />
in futuro, in molti si sono riconvertiti a ciò che in altri tempi si sarebbe<br />
però chiamata uguaglianza. Ma uguaglianza ed equità non<br />
sono la stessa cosa, vero? Preferendo il responsabile “abbiamo<br />
tutti gli stessi diritti” al semplicistico “siamo tutti uguali”, personalmente<br />
non ho mai creduto molto all’uguaglianza “tout court”. Il<br />
più delle volte, poi, sbandierata dalle più disparate ideologie di<br />
classe, razza o credo solo per creare un’illusoria aggregazione<br />
comune. È più di equità che di uguaglianza che, infatti, avremmo<br />
tutti bisogno! Soprattutto in un contesto europeo mai così in crisi<br />
come quello odierno. In cui ci si sta rendendo sempre più conto di<br />
“…aver fallito nel proprio modello sociale” (parole di Mario<br />
Draghi!). Ma se l’equità è già di per sé difficile da raggiungere lo<br />
sarà ancor più da far accettare. In particolar modo a coloro che<br />
difficilmente rinunceranno ai propri diritti acquisiti. E l’Italia, in cui le<br />
rendite di posizione sono innumerevoli, temo che potrà trovare la<br />
soluzione dei suoi problemi solo che saprà rinunciare alle tante,<br />
troppe!, disparità che si stanno evidenziando ogni giorno di più.<br />
Perché, e lo ripeto, è di equità e non di uguaglianza che abbiamo<br />
principalmente bisogno.<br />
Mario Taliani<br />
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