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A RITROSO SCRIVENDO

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FOSSE DI KATYN: ATTENTATO ALLA POLONIA BORGHESE<br />

Le scrivo a proposito dell’ultimo film di Andrzej Wajda. Anche<br />

il famoso regista polacco è orfano a causa di uno di quelli che<br />

ritengo tra i più efferati crimini compiuti durante la Seconda guerra<br />

mondiale: la strage di Katyn. Il 17 settembre 1939 le truppe comuniste<br />

invadevano la Polonia già soccombente all’invasione nazional-socialista.<br />

Circa sei mesi dopo, nella primavera del 1940, circa<br />

22.000 prigionieri polacchi, prevalentemente ufficiali riservisti, venivano<br />

scientificamente soppressi con un colpo alla nuca. Ma è sulla<br />

distinzione con le vittime della Shoah che mi permetto di chiederle<br />

un’opinione. Fisicamente e numericamente è ovvio che non vi sia<br />

possibilità di confronto. Si ribadisce infatti che la strage non seguì<br />

criteri etnici ma classisti, alla stregua dell’eliminazione dei kulaki<br />

ucraini negli anni Trenta. Ma sarebbe pericoloso affermare che<br />

questi precedenti furono un esempio per i nazional-socialisti?<br />

Mario Taliani<br />

Caro Taliani, In una lettera da Varsavia, apparsa nel<br />

«Domenicale» del Sole 24 Ore, Francesco M. Cataluccio ricorda<br />

che il film di Wayda fu respinto dal Festival di Venezia e che i gemelli<br />

Kaczinski cercarono di utilizzarlo, durante l’ultima campagna elettorale,<br />

per meglio giustificare il nazionalismo anti-tedesco e antirusso<br />

che è stato in questi anni la nota dominante della loro politica.<br />

Le proteste dell’associazione che riunisce le famiglie delle vittime<br />

hanno costretto il governo a fare un passo indietro. Ma il massacro<br />

delle fosse di Katyn continua a essere, anche se per ragioni<br />

diverse, uno degli eventi più discussi e controversi della Seconda<br />

guerra mondiale. La storia, ricorda Cataluccio, cominciò nell’aprile<br />

1943 quando i tedeschi scoprirono nella foresta di Katyn una<br />

prima fossa in cui erano stati buttati i corpi di 3.000 ufficiali polacchi,<br />

colpiti alla nuca da un colpo di pistola. Vi fu una commissione<br />

d’inchiesta, a cui partecipò per l’Italia un medico napoletano, e il<br />

suo rapporto non lasciò dubbi sulla responsabilità sovietica del<br />

massacro. Ma gli Alleati erano in guerra e preferirono astenersi dal<br />

contestare la tesi dell’Urss secondo cui il massacro era opera dei<br />

tedeschi. Fu questa la ragione per cui il crimine di Katyn non figurò<br />

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