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Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati di omicidio a scopo<br />
di rapina in una fabbrica del Massachusetts. La febbre che agitò il<br />
corpo sociale dell’America in quegli anni e provocò migliaia di<br />
arresti, fu chiamata «Red Scare», la paura rossa o, meglio ancora,<br />
la paura dei rossi. La goccia che fece traboccare il vaso fu la notizia<br />
che nei dodici mesi precedenti erano arrivati negli Stati Uniti<br />
800.000 immigrati. Contro la volontà del presidente, il Congresso<br />
decise, con una misura temporanea di emergenza, che ogni<br />
Paese straniero avrebbe avuto diritto a una quota pari al 3 per<br />
cento del corrispondente gruppo nazionale residente negli Stati<br />
Uniti e che il totale degli immigrati, nel corso di un anno, non avrebbe<br />
superato le 357.000 unità. Quando Mussolini parlò, quindi, esisteva<br />
in America una disposizione restrittiva, ma temporanea e vi<br />
era quindi la speranza che la legge definitiva sarebbe stata più<br />
liberale. Le attese andarono deluse. La quota collettiva passò da<br />
357.000 a 164.000 e le quote dei singoli Paesi scesero dal 3% al 2%<br />
del gruppo nazionale corrispondente. Non basta. Anziché usare<br />
come termine temporale di riferimento la popolazione americana<br />
del 1920 (i censimenti, negli Stati Uniti, si fanno ogni dieci anni), fu<br />
scelto il 1890, vale a dire il periodo che precedeva i grandi arrivi<br />
dall’Europa meridionale e orientale. Fu calcolato che la legge, in<br />
tal modo, riduceva l’immigrazione dell’Europa nordoccidentale<br />
del 29% e quella sudorientale dell’87%. La quota dell’Italia, in particolare,<br />
passò da 42.057 a 3.845 persone.<br />
Sergio Romano<br />
Corriere della Sera (23 giugno 2008)<br />
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