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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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20 MAURO BONAIUTI<br />

stemi di sostenere la vita. Egli è ora solo di fronte all'arduo com-<br />

pito di controllare se stesso. In questo senso la razionalità strumenta-<br />

le, il protendersi verso le cose senza curarsi delle conseguenze siste-<br />

miche deile proprie azioni, diviene al tempo stesso il portato ultimo<br />

dell'evoluzione della specie e il pericolo principale per la sua so-<br />

pravvivenza.<br />

Chi vuole la felicità twua I'infelicità. Dalla razionalità strumentale<br />

alla saggezza szstemica<br />

Su~~oniamo. conformemente alla concezione ortodossa. che la<br />

L L<br />

felicità dipenda dal conseguimento o meno di certi obiettivi dati.<br />

Se le cose stanno in questi termini, possiamo immaginare che il<br />

nostro soggetto sia felice quando riesce a conseguire i propri obiettivi,<br />

manipolando efficacemente i1 proprio ambiente, e infelice<br />

quando non vi riesce. Ma, come ha mostrato Martin Buber," impostando<br />

il problema della felicità in questi termini (strumentali)<br />

l'uomo pone il conseguimento della propria felicità fuori dalla pro-<br />

. pria Dortata. La razionalità strumentale contiene in sé la orooria<br />

A L L<br />

debolezza. Non a caso essa è stata stigmatizzata da secoli in particolare<br />

dalle grandi tradizioni filosofiche e spirituali d'oriente,<br />

secondo le quali premessa per il conseguimento della felicità è liberare<br />

l'uomo dalle lunghe concatenazioni mezzo-fine. Se il fine non<br />

è più l'affermazione della specie sapiens sulle altre specie concorrenti,<br />

la vittoria su un ambiente ostile, ma la ricerca della felicità,<br />

è possibile che la razionalità strumentale non costituisca più il<br />

mezzo maggiormente adatto per perseguire questo fine.<br />

Lo stesso concetto espresso da Buber nei termini di un dialogo<br />

spirituale, può oggi essere espresso nel linguaggio della teoria dei<br />

sistemi. Vediamo in che senso. I1 conseguimento degli obiettivi dell'individuo<br />

razionale dipende dalle complesse interazioni sistemiche<br />

in cui l'individuo è inserito, che sfuggono dalla portata di ciascuno:<br />

in altre parole la parte non può controllare il tutto. Come<br />

l' «I1 punto di Archimede a partire dal quale posso sollevare il mondo è la trasformazione<br />

di me stesso. Se invece pongo due punti di appoggio, uno qui nella mia anima e l'altro là, neli'ani-<br />

ma del mio simile in conflitto con me, queli'unico punto su cui mi si era aperta una prospettiva, mi<br />

sfugge immediatamenten. Cfr. Buber 1948 (trad. ir. 1990).<br />

INTRODUZIONE 2 I<br />

vedremo tra breve, il modello di sviluppo occidentale ha, per esem-<br />

pio, conseguenze sistemiche sul piano delle ineguaglianze sociali e<br />

dei danni agli ecosistemi che non sono in larga misura «previste»<br />

e che, tuttavia, finiscono per ritorcersi su chi le ha prodotte. In<br />

altre parole, perseguendo la felicità, in termini strumentali, l'uomo<br />

moderno trova l'infelicità.<br />

E possibile che le cose per l'uomo occidentale si stiano mettendo<br />

ancora peggio, ossia che comportamenti ispirati alla razionalità eco-<br />

nomica portino a una differenza sistematica (cioè non aleatoria) fra<br />

le aspettative e la realtà. Questo per esempio si verifica in tutti i<br />

casi in cui si innesca qualche forma di «competizione posizionale»<br />

tra gli individui.18<br />

Indiuidualismo e atomismo sociale<br />

Secondo la teoria neoclassica l'unità di analisi è l'individuo: il<br />

comportamento economico è determinato dalla somma di compor-<br />

tamenti individuali.'Xa dimensione sociale o di gruppo è assente<br />

dall'analisi economica standard.<br />

Difficilmente si potrebbe immaginare un'ipotesi più irrealistica di<br />

quella secondo cui i1,comportamento economico è astraibile dalla<br />

dimensione sociale. E evidente che sia il comportamento del con-<br />

sumatore sia quello delle imprese sono determinati, oggi più che<br />

mai, daile interazioni con molteplici soggetti, sia individui sia orga-<br />

nizzazioni. Numerosi studi mostrano come il comportamento del<br />

consumatore sia profondamente influenzato dalle preferenze dei<br />

gruppi sociali a cui esso appartiene (oltre che dai processi di comu-<br />

L'esempio deii'istruzione mostra assai bene questo fenomeno. Come noto essa rappresenta<br />

un «bene» che sta acquisendo importanza crescente. Sarà pertanto ragionevole supporre che gli<br />

individui saranno disposti a spendere un ammontare crescente di risorse per assicurarsi un elevato<br />

livello di istruzione. Tuttavia, se consideriamo qnesto ahenen nei termini dei vantaggi cnmparti<br />

che questo può offrire, pa esempio, nella competizione per un migliore posto di lavoro, ciò<br />

che è rilevante ner il sineolo " soeeetto "" non è il livello

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