Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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172<br />
Tabella 6.5<br />
Collettori prodotti con cncrgia solare.<br />
prodotto (P,) (P2) (P:) (P:) Flussi netti<br />
SE x11 -%I? * * X~I-XI~<br />
CL -x21 X22 * *<br />
K - I -X3? Yìi -Yir<br />
FE * -Y43 Y11<br />
CAPITOLO SESTO<br />
ancora decisivo; tale combinazione, descritta dalla tabella 6.5, ri-<br />
chiede sempre processi come (P;) e (P!): invece della [321, abbiamo<br />
%l> X12, Xll x l ~ [3 61<br />
Dato che anche in questo caso y,, > x,,, abbiamo, come prima,<br />
con lo stesso risultato per quanto riguarda il deficit globale di energia<br />
(<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1978~); in questo caso non sembra però che<br />
tale deficit debba portare a p, > p4.4R<br />
L'affermazione di Denis Hayes (1978) secondo cui «possiamo<br />
utilizzare subito l'energia solare perché la tecnologia esiste*, probabilmente<br />
riflette un eccesso di entusiasmo in uno studioso attento<br />
ai problemi relativi alla scarsità di energia, ma la verità è che in<br />
questo campo, come in tanti altri, esistono solo metodi realizzabili,<br />
ma non una tecnologia vitale.<br />
I1 quadro può essere radicalmente modificato dalla scoperta di<br />
metodi più efficienti. Tuttavia quello dell'utilizzazione dell'energia<br />
solare non è un problema che sia stato affrontato solo di recente,<br />
come è invece il caso dell'utilizzazione pacifica dell'energia nucleare,<br />
che è un problema presentatosi circa quarant'anni fa; allora<br />
era facile sbagliarsi sulle possibilità di utilizzazione di quel tipo<br />
di energia appena scoperto: capitò addirittura a Lord Rutherford.<br />
I collettori solari invece vengono utilizzati su scala apprezzabile da<br />
quasi un secolo, e in tutto questo tempo non ci sono praticamente<br />
stati grandi passi in avanti (Butti e IJerlin 1777). Indubbiamente il<br />
sole è l'unica fonte di energia costante e completamente «pulita»,<br />
" Forse questo risultrtu non si diniostrerà valido a un'indagine più approfondita, perché<br />
sembra davvero molto strano che ~~n'unità energetica solare che dipende indirettamente da combustibili<br />
fossili costi meno di un'unità encrpetica di input.<br />
ANALISI ENERGF,TICA E VALUTAZIOKF, ECONOMICA<br />
tanto per una nuova «era del legno» che per una qualche era solare,<br />
ma attualmente sembra molto improbabile che possa permettere al<br />
genere umano di volare in aerei a reazione, di abitare in grattacieli<br />
e di viaggiare in automobile a 100 km all'ora, per esempio.<br />
Cercare tenacemente di scoprire metodi più efficienti non è solo<br />
legittimo, è imperativo; ma sostenere che già esiste una tecnologia<br />
solare, quando non è vero, o predicare che «succeda quel che suc-<br />
ceda, troveremo una soluzione», contribuisce solo a impedire che<br />
l'opinione pubblica capisca quanto sia serio il problema delle risor-<br />
se naturali, e rende molto più difficile di quanto già non lo sia qual-<br />
siasi tentativo di formulare una politica adeguata per affrontarlo.<br />
9. Il destino puometeico della tecnologia<br />
Prima dell'embargo petrolifero del 1773-74, il mondo industriale<br />
era così abituato all'energia a buon mercato che dava quell'Eldorado<br />
per scontato; ma l'energia era a buon mercato solo perché<br />
il prezzo del petrolio greggio era basso sia rispetto allo stesso prezzo<br />
nel periodo successivo sia al prezzo del carbone nello stesso periodo.<br />
Naturalmente, la reazione della tecnologia a quella costellazione<br />
di prezzi, ammirevolmente descritta da Miernyk e altri (1978),<br />
è stata di ignorare il costo dell'energia: le automobili venivano progettate<br />
in modo che il guidatore avesse sempre più spazio, sempre<br />
più comodità lussuose e sempre più pulsanti inutili; con l'elettricità<br />
c'era un'abbondanza fantastica di surriscaldamento, superraffreddamento<br />
e superilluminazione. D'altro canto, la differenza di prezzo<br />
a sfavore del carbone riduceva in povertà la regione mineraria del-<br />
I'Appalachia e scoraggiava qualunque ricerca verso un'utilizzazione<br />
più efficiente e pulita del carbone.<br />
Quando apparvero sui muri - o piuttosto, alle stazioni di benzina<br />
- le prime scritte