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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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212 CAI'I'I'OLO NONO<br />

pravvivenza della specie umana su questa terra la più breve tra<br />

tutte. Tristemente, la mia lotta non ha avuto alcuna influenza sostanziale<br />

sul chiassoso dibattito attorno al problema delle risorse<br />

naturali, sin da quando presagii l'embargo petrolifero del 1973-74.<br />

Molti sono stati i fattori responsabili della mancanza di riscontro<br />

nei confronti del mio modo di affrontare il problema dell'insufficienza<br />

delle risorse naturali, e verranno alla luce nel corso di questo<br />

scritto.<br />

Mentre cresceva il rammarico per l'insuccesso della mia lotta bioeconomica,<br />

in vista di una nuova guerra in Medio Oriente, ho sentito<br />

il bisogno di scambiare alcune opinioni con una persona che,<br />

a questo proposito, sapevo affidabile nei suoi giudizi. Senza alcun<br />

indugio, decisi di contattare Leonard Silk, che dimostrava di essere<br />

ben disposto verso le mie posizioni e professava un'economia di<br />

impostazione storica, sociale e politica, cioè il giusto tipo di economia.<br />

A seguito della lettera che gli scrissi (dicembre 1990), Silk affrontò<br />

l'argomento in uno dei suoi illuminanti articoli sul «New<br />

York Times~,~ dal titolo Controllare le due gmndi minacce delpetrolio.<br />

Dopo questa corrispondenza, la questione espressa nel titolo di<br />

questo articolo cominciò a pressarmi più che mai [...I.)<br />

Era da molto tempo che, in maniera lenta ma insistente, prendeva<br />

forma in me l'idea di una bioeconomia. La prima traccia di un approccio<br />

bioeconomico comparve in un saggio pubblicato nel 1960<br />

negli Oxford Economic Papers. Gli apporti che, nello sforzo di tracciare<br />

una rappresentazione unitaria, emersero in modo più organico,<br />

furono esposti in tre saggi successivi, due dei quali presentati<br />

in importanti forum di economisti, quali la Conference of International<br />

Economic Association del 1965 e successivamente la mia<br />

Richard T. Ely Lecture del 1969, mentre il terzo fu presentato in<br />

occasione della Festschrift per Edward H. Chamberlin nel 1967.<br />

La prima volta che presentai un quadro completo della mia teoria<br />

bioeconomica fu nella Distinguished Lecture n. 1, all'università<br />

dell'Alabama, il 3 dicembre 1970, dove enunciai i seguenti punti:<br />

1) esiste una forte parentela fenomenologica tra il processo econo-<br />

' Cfr. «New York 'Timcs», 14 dicembre 1990.<br />

' [In qucsto saepio, i paraprafi chc contcncvano ripetizioni di concctti espiriai altruire in<br />

modo piu ampio e dettagliato sono stati rimossi, N d. C.1.<br />

QUO VAnlS HOMO SAPIENS-SAPIENS? 213<br />

mico e il dominio biologico; 2) il processo economico costituisce un<br />

superamento evolutivo della biologia che caratterizza la specie<br />

umana; 3) occorre riconoscere che la biologia e l'economia si distin-<br />

guono dagli altri domini della natura in quanto entrambe sono go-<br />

vernate specificamente dalla legge di entropia, senza la quale esse<br />

non potrebbero essere compiutamente spiegate [...l.<br />

Seguendo questa linea di ragionamento, un punto in particolare<br />

merita di essere enfatizzato: ,né la fisica, né la chimica, possono spie-<br />

gare la scarsità economica. E la legge di entropia che costituisce la<br />

radice della scarsità, ma in un senso diverso rispetto alla scarsità<br />

che caratterizza la terra ricardiana (in quanto puro spazio territo-<br />

riale). La scarsità entropica nasce dal «significato» che il flusso di<br />

materia ed energia disponibile acquisisce per la struttura vivente<br />

stessa. Ed è certo che tutte le strutture viventi «anelino» a questo<br />

flusso, perché altrimenti non potrebbero sopravvivere. Onestamente<br />

sospetto che anche le cellule viventi più elementari, mentre trasfor-<br />

mano energia e materia disponibile in energia e materia non-dispo-<br />

nibile - il processo sine qua non della vita - debbano «sentire» quel<br />

flusso entropico che noi uomini chiamiamo ((godimento della vita».<br />

I1 mio punto di partenza includeva alcune idee che, oggi, solo al-<br />

cuni studiosi di una certa età sarebbero in grado di riconoscere. A<br />

dire il vero, penso ancora al famoso, sorprendente, principio di<br />

Alfred Marshall secondo cui l'economia «è un ramo della biologia<br />

inteso in senso ampio*, che poi sviluppai nella mia teoria secon-<br />

do la quale il processo economico è parte integrante della biologia<br />

umana. Fui anche profondamente influenzato dall'osservazione<br />

seminale di Alfred Lotka secondo la quale gli esseri umani sono<br />

sostenuti da due tipi di organi: gli organi endosomatici, di cui essi<br />

sono dotati sin dalla nascita, e gli organi esosomatici, cioè quelli da<br />

loro prodotti e utilizzati. Se ci pensiamo, un essere proveniente da<br />

un altro mondo potrebbe non riconoscere la differenza tra la mano<br />

che spezza il pane e il coltello che lo taglia. I paleontologi hanno<br />

ampiamente descritto come gli esseri umani superarono l'evoluzio-<br />

ne endosomatica nel momento in cui alcuni esemplari di homo sa-<br />

piens cominciarono a costruire organi esosomatici con materiali<br />

quali la pietra, il legno e le ossa. In effetti il nostro istinto esosoma-<br />

tic0 deve essere stato ereditato da alcuni primati che, raccogliendo<br />

per caso un bastone dai boschi, cominciarono da quel momento in

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