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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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36<br />

MAUKO BONAIUTI<br />

L'insoddisfazione nei confronti della teoria tradizionale ha spinto<br />

<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> a sviluppare una diversa e più ampia teoria<br />

della prod~zione.'~<br />

I fattori di produzione secondo l'accezione classica - lavoro, capitale<br />

e terra ricardiana (rispettivamente L, K, e T) - costituiscono<br />

le fondamentali tipologie di fondo.'%nalogamente a quanto visto<br />

per la teoria del consumatore, ciò che caratterizza un fondo è l'ipotesi<br />

secondo cui esso sia ancora presente al termine del processo<br />

nelle medesime condizioni in cui vi è entrato. Per fare si che tale<br />

ipotesi sia rispettata, il modello prevede che un certo ammontare<br />

di materialenergia (flusso) sia impiegata per riportare il fondo alle<br />

condizioni iniziali.j9 Le risorse naturali (m,) e i prodotti intermedi<br />

(q) che vengono impiegati nel processo di produzione, costituiscono<br />

le due tipologie di flussi in ingresso. Prodotti finiti (q,) e scarti<br />

(W,) costit~iscono le due tipologie di flussi in uscita, come mostrato<br />

nella figura 2.<br />

Come ha osservato Herman Daly, il modello fondi-flussi pone in<br />

evidenza che «ciò che chiamiamo produzione è in realtà la trasformazione<br />

di risorse in prodotti dotati di utilità e in prodotti di<br />

scarto. Lavoro e capitale sono agenti di trasformazione (e pertanto<br />

sono da considerarsi stock interni al "sistema" produttivo), mentre<br />

risorse, bassa entropia energeticalmateriale, sono ciò che viene trasformato<br />

(i flussi che entrano nel sistema)» (Daly 1999, p. 20). Questa<br />

differenza, che scompare nella rappresentazione neoclassica, è<br />

invece assai rilevante poiché, come si è detto, «non vi è sostituibi-<br />

" Cfr. <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1971, cap. 9 e soprattutto il saggio Ricette fattibili contro tecnvlogie<br />

vi@ presentato in questo volume alle pp. 192 s ~ .<br />

38 E ve10 che, come ha osservato Boulding, lavoro, capitale C terra ricardiana rappresentano<br />

aggregati assai eterogenei. Essi risultano più significativi coine fattori di distribuzione che come<br />

fattori di produiione. Egli pertanto propone una diversa classificazione che prevede energia,<br />

materia e conoscenze (know-hvw) come fattori fondamentali di produzione. In effetti lavoro e<br />

capitale, nel scnso tradizionale, altro non sono che aggregati di materialenergia e conoscenze.<br />

Sarebbe possibile, e anzi auspicabile, l'elaborazione di un modcllo sistemico che utilizzassc la<br />

classificazione proposta da Boulding. Qui si & scelto tuttavia di mantenere le categorie standard<br />

(lavoro, capitale e terra) per consentire di cogliere meglio le differenze tra l'approccio sistemico<br />

qui proposto e la tradizionale funzione di produzione.<br />

'9 Così si esprime <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong>: «[ ...l dobbiamo ipotizzare un processo nel quale lavoro<br />

e inateriali vengono continuamente impiegati per mantencrc in urlo stato di efficienza costante<br />

gli oggetti normalmente logorati durante il processo. [...l In ogni impresa, in ogni Lamiglia, una<br />

parte sostanziale del tempo di lavoru e dei materiali è costantcmente impiegata nelia manutenzione<br />

degli edifici, dei macclCnari e dei beni durcvoli in uno stato efficiente di funzionamento»<br />

(cfr. infru, p. 198).<br />

Figura 2<br />

La produzione: fondi eflusri<br />

Flurii<br />

m, =risorse naturali<br />

q, x, =prodotti intermedi<br />

q, =beni prodotti<br />

W, = scartijrifiuti<br />

Fondi<br />

, L =lavoro<br />

K =capitale<br />

K, = capitale naturale<br />

Iità tra fattori di flusso e fattori di fondo*, e in particolare tra il<br />

flusso di materialenergia in entrata e lo stock di capitale impiegato<br />

nel processo.40<br />

Non si può, riducendo la quantità di farina (flusso di risorse naturali),<br />

produrre uno stesso numero di pizze semplicemente aumentando<br />

il numero dei pizzaioli o dei forni (fattori di fondo), così come<br />

non si può produrre un dato ammontare di automobili riducendo<br />

l'impiego di metallo (anche se si utilizzano i più avanzati robot).<br />

In altre parole sarà possibile sostituire facilmente un elemento di<br />

fondo con un altro elemento di fondo (per esempio capitale con lavoro),<br />

o un elemento di flusso con un altro (per esempio il ferro con<br />

l'alluminio nella costruzione di automobili), ma la relazione tra fondi<br />

e flussi è ((fondamentalmente una relazione di complementarietà e<br />

non di sostituibilità~ (Daly 1999, p. 20). L'errore in cui sono incorsi<br />

i teorici neoclassici deriva dall'avere indebitamente esteso agli n<br />

fat-tori della produzione quel principio di sostituibilità che vale solamente<br />

tra lavoro e capitale (sebbene con evidenti ripercussioni sociali).<br />

Quanto abbiamo sino a ora sottolineato deriva essenzialmente<br />

dal rispetto del bilancio dei materiali.<br />

Tuttavia, anche la seconda legge della termodinamica comporta<br />

conseguenze rilevanti per il processo di produzione. Questo non<br />

solo per il fatto che essa implica, come si è visto, un'inevitabile degradazione<br />

della materia/energia in input e un'altrettanto inevitabile<br />

produzione di scarti. Infatti, nel modello georgescu-roegeniano,<br />

'O Cfr. injm, p. 203

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