Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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MAUKO BONAIUTI<br />
L'insoddisfazione nei confronti della teoria tradizionale ha spinto<br />
<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> a sviluppare una diversa e più ampia teoria<br />
della prod~zione.'~<br />
I fattori di produzione secondo l'accezione classica - lavoro, capitale<br />
e terra ricardiana (rispettivamente L, K, e T) - costituiscono<br />
le fondamentali tipologie di fondo.'%nalogamente a quanto visto<br />
per la teoria del consumatore, ciò che caratterizza un fondo è l'ipotesi<br />
secondo cui esso sia ancora presente al termine del processo<br />
nelle medesime condizioni in cui vi è entrato. Per fare si che tale<br />
ipotesi sia rispettata, il modello prevede che un certo ammontare<br />
di materialenergia (flusso) sia impiegata per riportare il fondo alle<br />
condizioni iniziali.j9 Le risorse naturali (m,) e i prodotti intermedi<br />
(q) che vengono impiegati nel processo di produzione, costituiscono<br />
le due tipologie di flussi in ingresso. Prodotti finiti (q,) e scarti<br />
(W,) costit~iscono le due tipologie di flussi in uscita, come mostrato<br />
nella figura 2.<br />
Come ha osservato Herman Daly, il modello fondi-flussi pone in<br />
evidenza che «ciò che chiamiamo produzione è in realtà la trasformazione<br />
di risorse in prodotti dotati di utilità e in prodotti di<br />
scarto. Lavoro e capitale sono agenti di trasformazione (e pertanto<br />
sono da considerarsi stock interni al "sistema" produttivo), mentre<br />
risorse, bassa entropia energeticalmateriale, sono ciò che viene trasformato<br />
(i flussi che entrano nel sistema)» (Daly 1999, p. 20). Questa<br />
differenza, che scompare nella rappresentazione neoclassica, è<br />
invece assai rilevante poiché, come si è detto, «non vi è sostituibi-<br />
" Cfr. <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1971, cap. 9 e soprattutto il saggio Ricette fattibili contro tecnvlogie<br />
vi@ presentato in questo volume alle pp. 192 s ~ .<br />
38 E ve10 che, come ha osservato Boulding, lavoro, capitale C terra ricardiana rappresentano<br />
aggregati assai eterogenei. Essi risultano più significativi coine fattori di distribuzione che come<br />
fattori di produiione. Egli pertanto propone una diversa classificazione che prevede energia,<br />
materia e conoscenze (know-hvw) come fattori fondamentali di produzione. In effetti lavoro e<br />
capitale, nel scnso tradizionale, altro non sono che aggregati di materialenergia e conoscenze.<br />
Sarebbe possibile, e anzi auspicabile, l'elaborazione di un modcllo sistemico che utilizzassc la<br />
classificazione proposta da Boulding. Qui si & scelto tuttavia di mantenere le categorie standard<br />
(lavoro, capitale e terra) per consentire di cogliere meglio le differenze tra l'approccio sistemico<br />
qui proposto e la tradizionale funzione di produzione.<br />
'9 Così si esprime <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong>: «[ ...l dobbiamo ipotizzare un processo nel quale lavoro<br />
e inateriali vengono continuamente impiegati per mantencrc in urlo stato di efficienza costante<br />
gli oggetti normalmente logorati durante il processo. [...l In ogni impresa, in ogni Lamiglia, una<br />
parte sostanziale del tempo di lavoru e dei materiali è costantcmente impiegata nelia manutenzione<br />
degli edifici, dei macclCnari e dei beni durcvoli in uno stato efficiente di funzionamento»<br />
(cfr. infru, p. 198).<br />
Figura 2<br />
La produzione: fondi eflusri<br />
Flurii<br />
m, =risorse naturali<br />
q, x, =prodotti intermedi<br />
q, =beni prodotti<br />
W, = scartijrifiuti<br />
Fondi<br />
, L =lavoro<br />
K =capitale<br />
K, = capitale naturale<br />
Iità tra fattori di flusso e fattori di fondo*, e in particolare tra il<br />
flusso di materialenergia in entrata e lo stock di capitale impiegato<br />
nel processo.40<br />
Non si può, riducendo la quantità di farina (flusso di risorse naturali),<br />
produrre uno stesso numero di pizze semplicemente aumentando<br />
il numero dei pizzaioli o dei forni (fattori di fondo), così come<br />
non si può produrre un dato ammontare di automobili riducendo<br />
l'impiego di metallo (anche se si utilizzano i più avanzati robot).<br />
In altre parole sarà possibile sostituire facilmente un elemento di<br />
fondo con un altro elemento di fondo (per esempio capitale con lavoro),<br />
o un elemento di flusso con un altro (per esempio il ferro con<br />
l'alluminio nella costruzione di automobili), ma la relazione tra fondi<br />
e flussi è ((fondamentalmente una relazione di complementarietà e<br />
non di sostituibilità~ (Daly 1999, p. 20). L'errore in cui sono incorsi<br />
i teorici neoclassici deriva dall'avere indebitamente esteso agli n<br />
fat-tori della produzione quel principio di sostituibilità che vale solamente<br />
tra lavoro e capitale (sebbene con evidenti ripercussioni sociali).<br />
Quanto abbiamo sino a ora sottolineato deriva essenzialmente<br />
dal rispetto del bilancio dei materiali.<br />
Tuttavia, anche la seconda legge della termodinamica comporta<br />
conseguenze rilevanti per il processo di produzione. Questo non<br />
solo per il fatto che essa implica, come si è visto, un'inevitabile degradazione<br />
della materia/energia in input e un'altrettanto inevitabile<br />
produzione di scarti. Infatti, nel modello georgescu-roegeniano,<br />
'O Cfr. injm, p. 203