Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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208 CAPITOLO OTTAVO<br />
Per chiarire: una tecnologia è «vitale» quando e solo quando è in<br />
grado di mantenere la corrispondente struttura materiale e, neces-<br />
sariamente, la specie umana. Un'iilustrazione istruttiva di ciò che<br />
intendiamo con «vitale» si può trovare nell'organismo vivente o<br />
nella specie biologica. Quel che pare necessario sottolineare è che<br />
ogni tecnologia vitale è sostenuta da qualche «carburante», da<br />
qualche risorsa naturale, ma nessuna tecnologia può creare il suo<br />
proprio «carburante ».<br />
Un esempio di tecnologia non vitale è il seguente. Immaginiamo<br />
una tecnologia in cui il capitale è costituito da un martello di pie-<br />
tra con il quale vengono costruiti altri martelli, utilizzando pietre<br />
liberamente disponibili. Lo stesso martello è usato anche per spac-<br />
care noci molto dure, che sono il solo cibo della popolazione di quel<br />
luogo. Se i1 martello non dura abbastanza per costruire gli altri mar-<br />
telli e per spaccare le noci necessarie a mantenere la popolazione,<br />
allora quella tecnologia non è vitale. Questo esempio illustra i lati<br />
negativi dell'uso diretto di energia solare. Uno studioso, peraltro<br />
molto attento, Denis Hayes, ha affermato alcuni anni fa che «la<br />
tecnologia solare esiste, [...l ora basta usarla» («Washington Post~,<br />
26 febbraio 1978). Quel che abbiamo, sono solo delle ricette fatti-<br />
bili per imbrigliare l'energia solare - le cellule solari e i diversi tipi<br />
di collettori solari. Non esiste ancora una sola tecnologia vitale<br />
basata sull'energia solare. La dimostrazione sta nel fatto che, nono-<br />
stante i fondi notevoli impiegati nel progetto ERDA (Energy and<br />
Research Development Agency) e in altri, per sostituire i combusti-<br />
bili fossili con l'energia solare, nessuno è finora riuscito a costruire<br />
un impianto pilota che possa funzionare con energia solare accu-<br />
mulata e sia capace di riprodurre almeno i propri collettori (Geor-<br />
gescu-<strong>Roegen</strong> 1978). La necessità di superare questa prova è rico-<br />
nosciuta ormai come la cartina di tornasole anche dai più accaniti<br />
fautori dell'energia solare. I1 difetto principale dell'energia solare<br />
è la bassa intensità con cui raggiunge la terra e (punto trascurato)<br />
l'assenza di qualsiasi proprietà di autoconservazione. Anche la<br />
pioggia arriva a terra con una bassa intensità media, ma si accumula<br />
naturalmente fino a raggiungere - gratuitamente - l'intensità ener-<br />
getica delle cascate del Niagara.<br />
La storia della tecnologia è punteggiata da invenzioni di ogni<br />
sorta, tanto numerose che è impossibile elencarle tutte. Le innooa-<br />
RICETTE FA1TIBU.I CONTRO TECNOT OGIt VITALI 209<br />
zioni spettacolari degli ultimi decenni, tuttavia, ci hanno tanto im-<br />
pressionato da farci dimenticare i legami con quelle del passato. Se<br />
lo avessimo fatto, avremmo scoperto che - per quanto strano possa<br />
sembrare - due sole invenzioni del passato hanno prodotto delle<br />
tecnologie vitali. Ancora più sorprendente è sapere che la prima<br />
invenzione cruciale si riferisce a un fenomeno che ora noi conside-<br />
riamo assolutamente ovvio, la padronanza del fuoco.<br />
I1 controllo del fuoco è stata un'invenzione straordinaria, in primo<br />
luogo in quanto il fuoco comporta una trasformazione qualitativa<br />
dell'energia, e cioè la trasformazione dell'energia chimica dei mate-<br />
riali combustibili in energia termica. Secondo, perché il fuoco com-<br />
porta una reazione a catena: con una piccola fiamma si può brucia-<br />
re un'intera foresta, anzi tutte le foreste. I1 fuoco ha permesso agli<br />
esseri umani non solo di cucinare il cibo, ma anche, e soprattutto,<br />
di fondere e forgiare i metalli e di cuocere i mattoni, la ceramica e<br />
la calce. Non c'è dunque da meravigliarsi che gli antichi greci aves-<br />
sero attribuito a Prometeo - un titano - e dunque non a un mor-<br />
tale, il merito di aver consegnato il fuoco agli uomini. Definiremo<br />
dunque la tecnologia portata da Prometeo I (come sarebbe giusto<br />
chiamarlo) età dellegno. Per secoli il legno è stato la sola fonte di po-<br />
tere calorico, tanto che con lo sviluppo industriale le foreste co-<br />
minciarono a scomparire a velocità crescente. Nella seconda metà<br />
del XVII secolo il taglio degli alberi delle foreste dovette essere rego-<br />
lato e ridotto, sia in Inghilterra sia sul continente.<br />
I1 carbone era già conosciuto come fonte di potere calorico, ma<br />
un ostacolo ne impediva l'impiego nell'industria al posto del legno.<br />
Le cave di carbone, infatti, facilmente si allagano. Le fonti di ener-<br />
gia allora disponibili per prosciugarle, cioè la forza muscolare degli<br />
esseri umani e degli animali da soma, il vento e l'acqua piovana,<br />
non erano sufficientemente intense per questo scopo. Le prime mi-<br />
niere inglesi usavano centinaia di cavalli per azionare gli ingranaggi<br />
necessari a sollevare l'acaua.<br />
La crisi energetica allora imminente era del tutto analoga a quella<br />
attuale: la tecnologia basata sul legno non disponeva più del car-<br />
burante di base. Essa venne risolta daila seconda invenzione cru-<br />
ciale, il dono imprevedibile di un altro Prometeo - Prometeo I1 -<br />
personificato questa volta da due mortali, Thomas Savery e Tho-<br />
mas Newcomen: la macchina a vapore. Questa macchina, come il