Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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190 CAPITOLO SETTIMO l<br />
politica di contenimento senza ulteriori ritardi, poiché anche l'a-<br />
dozione di un tasso di natalità di semplice «rimpiazzo» non arre-<br />
sterebbe la crescita numerica. Senza questa seconda politica, non<br />
potrà esserci nessuna soluzione al problema delle ineguaglianze eso-<br />
somatiche, l'eliminazione delle quali deve rappresentare l'obiettivo<br />
fondamentale anche per una politica di tutela ambientale.<br />
Non voglio tuttavia ignorare l'immensa difficoltà propria di que-<br />
sta politica di tutela ambientale. Confido che i fondamenti di essa<br />
sembreranno del tutto ragionevoli a coloro che vorranno esaminare<br />
-<br />
le mie areomentazioni. Tuttavia l'enorme ostacolo è dato dal fatto 1<br />
che questa politica di tutela ambientale non è un compito per certe<br />
popolazioni, non lo è per una sola nazione, né tantomeno per un<br />
gruppo di paesi. Essa richiede l'impegno di tutta l'umanità, in altre<br />
parole implica una cooperazione profonda, al fine di eliminare tutti<br />
gli armamenti, i lussi e le differenze esosomatiche.<br />
Per come la vedo io. siamo alle orese con una crisi energetica.<br />
L.<br />
non vi è dubbio su questo. Ma la crki più grave è la crisi della sag:<br />
gezza. I1 nome della nostra specie è homo sapiens sapiens. Può darsi<br />
che possediamo una conoscenza due volte piii esresa dei nostri pre- 1<br />
decessori, ma non siamo sufficientemente saggi. E il nostro destino<br />
dipende molto più dalla saggezza che dalla conoscenza. Non dobbiamo<br />
dimenticare che, durante l'embargo del 1973-74, alcune<br />
persone che sapevano di non poter fare benzina prima della chiusura<br />
dei distributori. hanno usato le armi Der arrivare ai distributori<br />
prima degli altri. Non dobbiamo evitare di chiederci: «Che cosa<br />
potrebbe decidere una grande potenza, armata di testate nucleari,<br />
se arrivasse il tempo in cui non ci fosse più energia sufficiente per<br />
mantenere operativo il suo sistema esosomatico?» 2<br />
Con Aristotele. l'economia sorse dall'etica. Ora le carte sembra- 5.<br />
no capovolte: una nuova etica emerge dalla bioeconomia e il suo comandamento<br />
è: «Ama la tua specie come te stesso». Naturalmente<br />
molti vorrebbero impedirmi di andare avanti su questa strada,<br />
perché, dicono, sono un utopista. Su questo punto mi dichiaro «reo<br />
confesso» con grande orgoglio. Non conosco infatti teorie importanti<br />
per l'umanità che non siano state, almeno per una volta, considerate<br />
utopistiche.<br />
In questi tempi ci troviamo di fronte a un'infinità di istituzioni<br />
impegnate, con l'aiuto dei computer o meno, a vagliare in lungo e<br />
1<br />
BIOECONOMIA ED ETICA<br />
191<br />
in largo i vari aspetti della crisi bioeconomica - o della crisi energetica,<br />
come loro la definiscono. Non dobbiamo attenderci nulla da<br />
questo impegno ora in voga che possa risolvere o anche solo attenuare<br />
la crisi in modo significativo. Solo una sostenuta e forte campagna<br />
di diffusione dell'urgenza di una nuova etica potrebbe essere<br />
di aiuto. Spostiamoci allora da una ecologia «da salotto» a una ecologia<br />
militante, che tenti di raggiungere il centro nevralgico della<br />
saggezza, invece di indulgere in infinite previsioni sullo stato del<br />
mondo al 1990, al 2000 oppure al 2300. Quando, nel 1980, fui invitato<br />
a esprimere di fronte a una Commissione presidenziale la mia<br />
certamente poco apprezzata opinione su ciò che la commissione stessa<br />
doveva fare per gli anni ottanta, dissi che, per prima cosa, essi non<br />
avrebbero dovuto perdere di vista il fatto che il mondo non sarebbe<br />
certamente finito col 1990.