Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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100 CAPITOLO QUARTO<br />
mica. Per buona parte della seconda metà del XIX secolo, la filosofia<br />
meccanicistica godette ancora di un ineguagliabile prestigio fra<br />
gli scienziati e i filosofi, e questo spiega perché la scienza economica<br />
neoclassica fu considerata come una scienza sorella della meccanica.<br />
Di conseguenza, lo stato stazionario fu visto, sia pure tacitamente,<br />
come un concetto analogo a quello di equilibrio statico delia<br />
meccanica (<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1966, pp. 18 sg.; 1971a, pp. 40-42;<br />
19766, cap. 1).<br />
Questo sviluppo aggravò la confusione ereditata da Adam Smith,<br />
Ricardo e soprattutto John Stuart Mill i quali, tutti, si rivelarono<br />
incapaci di chiarire che cosa intendessero per stato stazionario.<br />
Lione1 Robbins (1930) fu così indotto a rilevare che lo «stato stazionario~<br />
è avvolto datante ambiguità che ciascuno dovrebbe spe-<br />
cificare il livello particolare di tale stato. Inoltre, egli insistette<br />
affinché si facesse una rigorosa distinzione tra lo stato stazionario<br />
"<br />
concepito come equilibrio finale di un processo evolutivo (o anche dina-<br />
mico) - come voleva il vecchio uso della scuola classica - e lo stato<br />
che è stazionario perché i suoi fattori principali (la popolazione e<br />
il capitale) non possono variare - il che è solo una finzione analitica<br />
dell'economia analitica.<br />
La necessità di questa distinzione appare molto problematica. I1<br />
concetto geometrico di «quadrato», per esempio, è sempre iden-<br />
tico a se stesso, sia che ci riferiamo a un corpo perfettamente rigido<br />
o ai limiti di,un quadrilatero elastico soggetto a determinate forze<br />
dinamiche. E evidentemente un problema del tutto diverso sapere<br />
se una certa forma geometrica può essere un quadrato. Si può<br />
benissimo affermare - come ha fatto in particolare Alfred Marshall<br />
(Robbins 1930, p. 200) - che lo stato stazionario non ha analogo<br />
nel mondo reale. Tutte le finzioni analitiche hanno i loro difetti.<br />
Tuttavia, l'insistenza di Daly nel distinguere lo «stazionario» dallo<br />
«statico» costituisce l'asse del ragionamento che fa passare la sal-<br />
vezza ecologica per lo stato stabile. In effetti, lo stato stazionario,<br />
come lo concepirono gli economisti classici, e in particolare John<br />
Stuart Mill, è così elastico che può essere adattato senza molte dif-<br />
ficoltà a quasi tutte le esigenze di una polemica.<br />
l<br />
l<br />
LO STATO STAZIONARIO E LA SALVEZZA F,COLOGICA<br />
2. Il pendolo meccanico contro la clessidra termodinamica<br />
L'adozione dell'epistemologia meccanicistica da parte della scienza<br />
economica dominante comporta varie conseguenze deplorevoli. La<br />
più importante tra queste è la completa ignoranza della natura<br />
evolutiva del processo economico. Stabilita come una scienza sorella<br />
della meccanica, la teoria ortodossa non fa all'irreversibilità più<br />
posto di quanto ne faccia la meccanica stessa. L'analisi dominante<br />
del mercato è interamente fondata sulla completa reversibilità da<br />
uno stato di equilibrio a un altro. A eccezione di Alfred Marshall<br />
e di pochi altri, i teorici dell'economia ragionano come se un even-<br />
to (per esempio una siccità o una inflazione) non lasciasse alcuna<br />
traccia nel processo economico (<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1966, pp. 64-66,<br />
171-83; 1971a, pp. 126 sg., 338). L'assimilazione del processo eco-<br />
nomico a una giostra che girerebbe tra la produzione e il consumo<br />
ha comportato una seconda omissione deplorevole, quella del ruolo<br />
delle risorse naturali in tale process~.~<br />
Per trovare la radice di tutte queste anomalie, ci basta osserva-<br />
re che, secondo l'epistemologia meccanicistica, l'universo non è<br />
altro che un enorme sistema dinamico. Di conseguenza, esso non si<br />
muove in un senso particolare. Come un pendolo, può spostarsi<br />
altrettanto nel senso opposto senza violare qualche principio della<br />
meccanica. Persino i morti potrebbero rivivere una vita in senso<br />
opposto e morire alla nascita. Ma la sorte fatale dell'epistemologia<br />
meccanicistica fu decisa quando più di un secolo fa la termodina-<br />
mica ci costrinse a prendere in considerazione l'irrevocabile diver-<br />
sità che domina il mondo fisico a livello macroscopico.<br />
Per tentare di illustrare tale questione della termodinamica,<br />
ammettiamo che la clessidra della figura 4.1 rappresenti un sistema<br />
isolato, cioè un sistema che non scambia né energia né materia con<br />
l'esterno. Ammettiamo inoltre che la sabbia contenuta nella clessidra<br />
rappresenti la materia-energia. Come in ogni clessidra ben costrui-<br />
I1 solo fattore relativo all'ambiente che compaia nella teoria classica deila produzione è il<br />
suolo, nel suo senso ricardiann, cioè come spazio indistruttibile. John Stuart Mi11 (1848) sembra<br />
essere l'ultimo economista di fama ad aver condiviso esplicitamente la vecchia concezione di<br />
N,. illiam . Petty sccondo cili il lavoro è il padre e la natura la madre di ogni ricchezza (<strong>Georgescu</strong>-<br />
Rocgen 1966, p. 22).