20.05.2013 Views

Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

222 CAPITOLO NONO<br />

Distinguished Lecture successiva alla mia) che la salvezza ecologica<br />

poggia su questo tipo di economia. Tuttavia, Daly non spiegò mai<br />

in modo analitico cosa intendesse per stato stazionario se non pre-<br />

cisando che sia il capitale sia la popolazione devono rimanere co-<br />

stanti: il che non è una precisazione sufficiente. I suoi ascoltatori<br />

svuotarono di attrattiva l'invenzione di Daly insistendo sul fatto<br />

che lo stato stazionario rappresenterebbe inesorabilmente un'eco-<br />

nomia rigida e immutabile. Cosi Daly sostituì il logo «stato sta-<br />

zionario» con steady state, un termine preso in prestito daile scienze<br />

naturali. Nel 1981, poiché perdurava la confusione terminologica,<br />

Daly occupò un'intera appendice per spiegare ancora una volta che<br />

per steady state non intendeva lo stato stazionario.<br />

Durante gli anni settanta, e specialmente all'inizio del decennio,<br />

si sentivano ancora gli effetti dell'embargo petrolifero e nonostante<br />

ciò l'idea di Daly fu accolta da molti, perché aveva almeno il merito<br />

di non essere tecnica. Egli sviluppò la sua tesi in molte sue opere<br />

con notevole talento letterario al punto che, in breve tempo, il suo<br />

nome era divenuto sinonimo di steady state. Essendo tale approccio<br />

molto ottimistico, si diffuse come credo dominante molto veloce-<br />

mente. Naturalmente i paesi avanzati lo accolsero favorevolmente<br />

poiché tutti sarebbero stati felici di poter continuare a vivere nelle<br />

stesse abitazioni, guidare le stesse automobili e mangiare lo stesso<br />

cibo appetitoso. Purtroppo essi non capirono che erano vittime di<br />

una grande illusione. E strano, veramente molto strano, che nes-<br />

sun predicatore del credo dello steady state abbia pensato per un<br />

attimo che, per le popolazioni provenienti dai paesi della scarsità<br />

- per esempio il Bangladesh - la ricetta dello stato stazionario avreb-<br />

be significato la condanna a vita nella miseria.<br />

Tuttavia, Herman Daly finì col rendersi conto di questo grave<br />

ostacolo e, alla ricerca di una scappatoia, come ammise apertamen-<br />

te nel seminario all'università di Manitoba il 22 settembre 1989,<br />

cambiò il logo del suo movimento con un altro decisamente più<br />

allettante, sviluppo sostenibile, un'espressione che probabilmente<br />

prese in prestito da un volume di Lester Brown. Effettivamente chi<br />

potrebbe trovare qualcosa di sbagliato in questo nuovo program-<br />

ma, visto che è congeniale sia alla popolazione del Bangladesh sia<br />

a quella che abita negli attici di New York? Già gli autori di The<br />

Limits to Gvowth speravano che si potesse stabilire «una condi-<br />

QUO VADIS HOMO SAPIENS-SAPIENS?<br />

zione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile nel tempo».<br />

Tuttavia, come lo steady state non poteva essere separato dallo stato<br />

stazionario (inteso come stationay state), così lo «sviluppo sostenibi-<br />

le» non poteva essere separato dalla ((crescita economica». Questo<br />

approccio non poteva non ricordare a un economista il famoso<br />

«decollo» verso la cvescita sostenibile di Walt Rostow. Chi davvero<br />

penserebbe che lo «sviluppo» non implichi necessariamente, in<br />

qualche misura, la crescita2<br />

È comprensibile allora come il falso ottimismo presente in questi<br />

due slogan - «stato stazionario» e soprattutto «sviluppo sostenibi-<br />

le» - abbia attratto miriadi di convertiti i quali si sono dati appun-<br />

tamento a un forum «globale» dopo l'altro, accrescendo la reputa-<br />

zione dei promotori della formula. Tutte queste iniziative spinsero<br />

molte corporation a promuovere la propria immagine attraverso il<br />

finanziamento di tali attività. In questo stile imprenditoriale si può<br />

notare un aspetto dei sociologi della scienza che, dal Club di Roma<br />

in poi, fanno dell'argomento delle risorse naturali un ottimo stru-<br />

mento per pubblicizzarsi come benefattori sociali. Vengono elargiti<br />

da sempre, e con grande facilità, finanziamenti a quelle organizza-<br />

zioni che professano il loro interesse per le questioni ecologiche.<br />

Un eccellente esempio, anche se poco apprezzabile, ce lo fornisce<br />

la World Bank, la quale ha diffusamente finanziato numerosi con-<br />

vegni globali di natura decisamente ottimistica. Questo è divenuto<br />

il modo comune con cui si affronta la crisi imminente.<br />

Per difendere l'inconsistenza dei loro slogan, gli avvocati di que-<br />

sti dogmi facili da vendere, hanno fatto ricorso a colpi bassi, trattan-<br />

do, a ogni occasione, in maniera capziosa qualsiasi opinione o tesi<br />

opposta alla loro, non essendo in grado di difendere scientifica-<br />

mente le proprie posizioni.<br />

Non dimentichiamo che la «terra promessa» doveva essere sup-<br />

portata da tecnologie alternative che, secondo quanto affermavano<br />

gli stessi promotori, sarebbero diventate disponibili in breve tem-<br />

po - «la prossima settimana» dicevano gli esperti di energia solare<br />

Maycock e Stirewalt dieci anni fa! Le loro affermazioni non erano<br />

suffragate da alcuna prova. I1 loro modo di concepire la verità nel<br />

mondo fisico impedi loro di vedere l'ostacolo insito nel loro credo,<br />

e cioè che le tecniche in grado di sostenere una tecnologia vitale di<br />

223

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!