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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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'40<br />

CAPITOLO SESTO<br />

I1 secondo motivo consiste nel fatto che, per curioso che possa sem-<br />

brare, il fondamento della termodinamica - come intui Rankine -<br />

è energetico, dato che la termodinamica si occupa solo di ciò che<br />

succede all'energia. Naturalmente anche la materia entra nel qua-<br />

dro teorico, ma solo come supporto delle reazioni chimiche (che<br />

implicano sempre trasformazioni energetiche) e in problemi di mi-<br />

scele pure (non chimiche), perché la separazione delle miscele ri-<br />

chiede lavoro. Entrambi questi aspetti sono stati introdotti nella<br />

teoria termodinamica da J. Willard Gibbs, che viene così conside-<br />

rato il fondatore dell'«energetica chimica» (Seeger 1974).<br />

Si prenda la comunissima apparecchiatura consistente in un pi-<br />

stone e un cilindro contenente qualche gas, con la quale abitual-<br />

mente si descrivono e giustificano le leggi fondamentali della ter-<br />

modinamica e si dimostra la tesi essenziale di Carnot, secondo cui<br />

l'efficienza massima si ottiene solo con una macchina perfettamen-<br />

te revevsibile. Per ovviare al fatto innegabile che, a causa dell'attrito,<br />

nessun movimento può essere reversibile, la teoria termodinamica<br />

parte dal presupposto che qualunque movimento sia reversibile se<br />

la sua velocità è infinitesimamente piccola.15 Tale velocità elimina<br />

l'attrito, ma introduce un ostacolo ancor più essenziale: a una velo-<br />

cità infinitesimamente piccola, un pistone impiega un tempo infi-<br />

nito per percorrere qualsiasi distanza finita. Ancora una volta, in-<br />

terviene l'infinito a porre le cose al di là della portata umana.16<br />

Poiché quindi una macchina reversibile esiste solo sulla carta, nes-<br />

suna macchina effettiva può operare a efficienza massima.<br />

Alla fine la termodinamica ha dovuto riconoscere l'esistenza dell'at-<br />

trito e di alcuni fattori a esso collegati, che non solo spiegano l'ir-<br />

reversibilità in natura, ma anche il fatto che l'energia disponibile<br />

non può essere trasformata completamente in lavoro utile: parte di<br />

questa energia viene sempre trasformata in calore irrecuperabile.<br />

L'attrito compare dunque come un fantasma, per cosi dire, sullo<br />

sfondo della scena termodinamica, un fantasma che ci deruba di<br />

energia disponibile. La termodinamica non è però andatzi oltre, a<br />

'' Pnb essere opportiino spiegare che, in termodinamica, reversibilità significa che ogni movi-<br />

mento e tutto quello che è nell'intomu in cui ilmovimento SI verifica può essere riportato aile con-<br />

dizioni originarie (Planck 1906; Zemansky 1968).<br />

'('Si ricordi il già menzionato pistone infinito di Planck, che costituisce il motivo per cui non<br />

si può navigare sfruttando l'energia termica deli'acqua di mare.<br />

ANALISI ENERGETICA E VALUTAZIONE ECOhOMICA '41<br />

riconoscere e analizzare il fatto elementare che l'attrito ci deruba<br />

anche di materia disponibile; non ha nemmeno affrontato i1 pro-<br />

blema delle leggi specifiche dell'energia degradata dall'attrito,<br />

lasciandolo agli ingegneri, che si sono limitati a costruire tabelle<br />

per le forze di attrito dei materiali più frequentemente usati. Tra-<br />

mite le tabelle è possibile stabilire il lavoro da compiere per vincere<br />

l'attrito W/, e da inserire nella formula (ancora incompleta) di tra-<br />

sformazione:<br />

Q,=\%+ W, i31<br />

dove Q, è l'energia disponibile e W, il lavoro utile (con l'ipotesi che<br />

l'energia interna del sistema rimanga costante).17<br />

Ancora non sappiamo praticamente niente della dissipazione della<br />

materia per attrito. Una possibile giustificazione di questa cospicua<br />

lacuna è la difficoltà di spiegare il fenomeno dell'attrito: le leggi mec-<br />

caniche applicate alle particelle materiali non sono in grado di farlo,<br />

dato che hanno una base puramente empirica e, a un esame sem-<br />

pre più attento, si rivelano di solito sempre più «false» (Feynman,<br />

Leighton e Sands 1966). Uno specialista del problema conclude che<br />

la questione dell'attrito «rimane molto controversa, e le certezze in<br />

materia sono assai poche» (Rabinowicz 1965).<br />

Ma l'attrito non è la sola «imperfezione» della materia agglome-<br />

rata che ci derubi sia dell'energia che della materia: non esistono<br />

né materiali perfettamente rigidi né perfettamente elastici; non ci<br />

sono né isolanti né conduttori perfetti; né esistono materiali per i<br />

quali la forza di attrito sia infinita (il caso opposto dei materiali<br />

privi di attrito). Ed è per queste numerose imperfezioni (l'elenco<br />

non è completo) che il ladro, il solo ladro, di energia e materia è<br />

proprio la materia.<br />

In tutto il mondo materiale c'è levigazione per attrito, si hanno<br />

incrinature e rotture per cambiamenti di temperatura o evapora-<br />

zione, si verificano occlusioni di tubi e membrane, fatica metallica<br />

e combustione spontanea: la materia è così continuamente sposta-<br />

'' La formula tradizionale è Q = W, dato che in tcrmodinamica il iavoro vicne definito solo<br />

in assenza di attrito (Denbigli 1971). Una formiila analoga alla I31 si ritrova in Silver (l971),<br />

rna anch'egli non arriva a parlare dell'efletto materiale deli'attrito. Inoltre, per tenere conto di<br />

tutti gli sprechi energetici, la formula dovrebbe essere Q, = W" + W, + Q,! dove (),è In perdita<br />

in energia termica, cioè la quantità di energia termica che scende sempre di un gradiente di tem-<br />

peratura, senza effcftuare iauoro, dato che non esistono materiali perfettamente isolanti.

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