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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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54<br />

MAURO BONAILTTI<br />

per prestare la sua immagine negli spot pubblicitari (cifra che avrebbe<br />

consentito un raddoppio dei salari per tutti i lavoratori indonesiani)>l<br />

se non la rincorsa verso l'alto delle spese pubblicitarie sospinta<br />

dalla competizione posizionale?<br />

L'effetto di una selezione intraspecifica esas~erata,~~,nel lungo<br />

termine, è dunque sempre quello di favorire i «peggiori». E evidente<br />

che in questa corsa al ribasso chi riuscirà a sfruttare di più e meglio<br />

i propri lavoratori, chi riuscirà a pagare meno tasse o a eludere i<br />

controlli ambientali sarà favorito nella dinamica competitiva. I casi<br />

che si potrebbero riportare sono infiniti e l'acuirsi delle dinamiche<br />

competitive legate al processo di globalizzazione offrono continui<br />

nuovi esempi.<br />

«Avete un'impresa che versa in cattive acque?...)), scrive l'economista<br />

Paul Krugman commentando il caso Enr~n.~' Bene: basta<br />

che vi impegnate per <strong>contra</strong>tto a vendere i vostri prodotti per i<br />

prossimi trent'anni sottostimando i costi di produzione e la vostra<br />

azienda zoppicante si trasformerà improvvisamente in una società<br />

florida. Potrete cosi vendere le vostre azioni a prezzi gonfiati risollevando<br />

l'azienda e consentendo al top management di intascare<br />

stock options miliardarie. Ma, ci si chiederà, dove erano i controllori?<br />

«I revisori dei conti non avevano interesse a dare filo da torcere<br />

a società che garantivano alti compensi alle loro attività di<br />

consulenza, i funzionari di banca non avevano interesse a essere<br />

rigidi con imprese che Li avevano coinvolti in alcuni lucrosi affari<br />

paralleli» ..., i funzionari governativi sono stati resi complici grazie<br />

ai contributi elettorali e altri incentivi hanno impedito ai garanti<br />

di fare il loro lavoro. La spirale della corruzione si estende a<br />

macchia d'olio sino a spingere le autorità di politica economica ad<br />

annunciare che «un capitalismo senza etica è un malato incurabile)).<br />

Tuttavia nelle istituzioni internazionali deputate (WTO) si<br />

continua ad avversare qualsiasi interferenza alla «libertà di commercio»<br />

e si imbastiscono sermoni sulle presunte capacità ottimizzanti<br />

e autoregolative del mercato.<br />

'' Cfr. il capitolo dedicato da Naomi Klein al caso Nikc (2000, trad. it., pp. 349.67).<br />

'2 Si noti che il prodotto, se si esclude la differenziazione realizzara attraverso la pubblicità,<br />

il marchio ecc. è fortemente omogeneo (ne è prova il fatto che è realizzato nei medesimi stabi-<br />

limenti della concorrenza) e pertanto si presta a innescare dinamiche fortemente competitive.<br />

'' P. Krugman, in «la Repubblica», 8 luglio 2002, p. 7.<br />

Lo stesso,espandersi delle varie forme di economia criminale, dal<br />

banale <strong>contra</strong>bbando di sigarette al commercio degli esseri umani<br />

(0 di loro parti), può essere interpretato alla luce del processo circolare<br />

generato dalla competizione intraspecifica. Anche se non è corretto<br />

affermare che un aumento della pressione competitiva implichi<br />

direttamente un aumento del comportamento illecito, tuttavia<br />

è evidente che la criminalità organizzata trova nelle varie forme di<br />

esclusione (queste si generate dalla dinamica competitiva) un ambiente<br />

favorevole, una riserva di manodopera che, sapendo di non<br />

poter essere competitiva nell'ambito dell'economia ufficiale, trova<br />

nell'illegalità la propria «nicchia», il solo modo per sopravvivere,<br />

arricchirsi ed espandersi. Tutti questi fenomeni dunque, lungi dal<br />

ramresentare secondari effetti collaterali nell'ambito dell'inarre-<br />

A<br />

stabile processo di crescita e sviluppo universale, come pretendereb-<br />

be la teoria ortodossa, sono piuttosto conseguenze intrinseche della<br />

pressione competitiva innescata dall'economia globale (selezione<br />

intraspecifica).<br />

6. Strategie di adattamento e reazione<br />

Se i processi appena descritti hanno natura autogenerativa, è<br />

lecito domandarsi: come mai il sistema capitalistico, che pure si<br />

regge su queste dinamiche, non ha ancora dato luogo aila propria<br />

autodistruzione, ma anzi domina, pur tra mille <strong>contra</strong>ddizioni, il<br />

panorama economico e sociale globale?<br />

E noto che gli ecosistemi, come i sistemi sociali, hanno una loro<br />

resilienza, una capacità di accumulo; in altre parole, le spirali auto-<br />

distruttive descritte richiedono, prima di dar luogo a catastrofi ir-<br />

reversibili, tempi che nessuno è in grado di precisare. Inoltre è<br />

importante rendersi conto che già ora i processi descritti danno<br />

luogo, in diverse parti del sistema economico e sociale, a fenomeni<br />

di reazione, di autorganizzazione spontanea della società civile, in<br />

altre parole a delle catene di feedback negativo che muovono nella<br />

direzione opposta rispetto a quelle potenzialmente esplosive prima<br />

descritte.<br />

Ritengo necessario pertanto, in sede conclusiva, accennare ad<br />

alcuni di questi processi compensativi per l'ovvia ragione che essi<br />

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