20.05.2013 Views

Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

I94 CAPITOLO OTTAVO<br />

tica.l Ancor prima che Adam Smith conquistasse i1 cuore degli eco-<br />

nomisti britannici, Edmund Burke aveva affermato, con una buona<br />

dose di preveggenza: «La superiorità della matematica e della me-<br />

tafisica è di metterti davanti una cosa alla volta; ma solo chi riesce<br />

a fare il maggior numero di considerazioni, e della massima varietà,<br />

riesce a esprimere il miglior giudizio in qualsiasi disputa morale».<br />

Francis Y. Edgeworth usò questa citazione (Pigou 1925, p. 66) per<br />

descrivere l'opposizione di Alfred Marshall alla teorizzazione astrat-<br />

ta e ingiustificata degli affari umani. Vale la pena di ricordare il<br />

giudizio di Marshall secondo cui le Lectures di Jevons sarebbero<br />

state migliori senza la matematica, purché i grafici fossero mante-<br />

nuti (Pigou 1925, p. 99). Con il senno di poi, si può dire che il<br />

sogno di Marshall era arrivare a una mediazione equilibrata tra le<br />

due scuole. Ma alla fine gli economisti standard divorziarono da<br />

Marshall: come ha detto Schumpeter (1951, p. 92), «la visione del<br />

processo economico, i metodi e i risultati di Marshall, sono ormai<br />

lontani dai nostri*.<br />

I1 riduzionismo matematico ha dunque prevalso, nonostante molte<br />

grandi menti continuassero a remare contro - Thorstein Veblen,<br />

Clarence Ayres, Friederich von Hayek e Gunnar Myrdal, per nomi-<br />

nare solo quelli che lo hanno fatto con maggior successo nei tempi<br />

n0stri.j Tuttavia, i vincitori non si sentivano del tutto sicuri, e pro-<br />

prio per questo si sono impegnati oltre misura a difendere il loro<br />

credo nella possibilità di rappresentare matematicamente il com-<br />

portamento economico degli agenti. La teoria dell'utilità è cosi di-<br />

ventata il capitolo più sviluppato dell'economia standard (sebbene<br />

con alcuni buchi del tutto insospettati). Così il bisogno di sotto-<br />

porre anche il processo di produzione a ulteriori analisi è del tutto<br />

Alla scienza economica, costruita in modo da includere le coordinate sociali aventi un fon-<br />

damento economico, t stato a voltc rimproverato di affidarsi all'introspezione, di pensare che<br />

non tutti i fenomeni rilevanti siano necessariamente riproducibili e che non tutte Ic leggi scien-<br />

tifiche possano essere espresse da una matrice matematica Non è questo il luogo per spiegare<br />

perché questi rimproveri non hanno ragione di esistere. Cfr. in merito Georgcscu-<strong>Roegen</strong> 1966,<br />

parte I; 19i9.<br />

' Una cortina colpevole di hilenzio è caduta spcsso su chi in passato ha dissentito. Neanche<br />

nei sedici volumi della InternationalEncyclopedia ofthe SocialSciences, si trova traccia di Carlyle<br />

o di Ruikin, C neppure di Richard Jones, autore dello splendido volume Essay un the Distribu-<br />

tion of Wealth and on the Sources of Taxation, del 1831, che ebbe grande influenza sul giovane<br />

Alfred Marshaii.<br />

I K1Lk'I"rh FATTIBILI CONTRO TECNOLOGIF VITALI I95<br />

scomparso. Le leggi naturali della chimica e della fisica, non sono<br />

forse espresse in termini matematici?<br />

2. La funzione di produzione e la vappresentazione analitica<br />

di un processo<br />

Ecco come si è rotta la simmetria tra la rappresentazione dell'utilità<br />

e quella del processo di produzione - espresse entrambe da<br />

una funzione di Dirichlet. In <strong>contra</strong>sto con la letteratura sterminata<br />

che si occupa della funzione di utilità, U= U (x, y, ..., z), la<br />

funzione di produzione non è stata più oggetto di analisi teorica sin<br />

da quando Philip H. Wicksteed (1894) la introdusse cento anni fa<br />

circa, con questa abile tautologia: «Poiché la produzione è funzione<br />

dei fattori di produzione, P = f (a, 6, C, ...) D.<br />

Questa formulazione disinvolta della funzione di produzione è<br />

l'unica che si trova sia nei libri di testo di economia sia nella letteratura<br />

spe~ialistica.~ Recentemente, anche questa definizione è stata<br />

ridimensionata, dicendo che «I'output è funzione degli input~,<br />

cosicché la sua spiegazione è affidata ora all'etimologia anziché alla<br />

fenomenologia. Alcuni teorici dell'economia, più prudentemente,<br />

hanno cercato di chiarire almeno la natura dimensionale delle variabili<br />

coinvolte. Secondo alcuni di loro, la funzione di produzione<br />

4 = f Y> ... > Z) 111<br />

esprime i saggi di flusso nel tempo; secondo altri,<br />

Q=F (X, Y, ..., 2) L21<br />

esprime quantità senza tempo.> Ragnar Frisch (1965, p. 43) ha<br />

usato entrambe le formulazioni nello stesso contesto, e questo è un<br />

sintomo molto significativo della convinzione degli economisti<br />

secondo cui la parola «funzione» è la chiave di lettura della proposizione<br />

di Wicksteed.<br />

Anni fa è capitato anche a me di dover verificare se le due formule<br />

fossero equivalenti e, in caso negativo, quale delle due fosse<br />

' Per un campione rappreseiitntivo, cfr. i dati piibblicati nella mia Richard 'i.<br />

Ely Lecture,<br />

ripubblicata in Gcorgescu-<strong>Roegen</strong> 1976a.<br />

' I dati su questi due approcci si trovano in <strong>Georgescu</strong>~<strong>Roegen</strong> 1976u, pp. 61-62 (nelle note).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!