Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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I4 MAURO BONAIUTI<br />
tivi per la specie. Nuove forme di schiavitù, distruzione dell'am-<br />
biente, dilagare della corruzione finanziaria, possono rappresentare<br />
alcuni esempi di tali effetti distruttivi (si veda oltre la parte terza).<br />
A controprova di ciò basti pensare quanto frequentemente in natura<br />
si osservano comportamenti ridondanti o palesemente inefficienti.<br />
5) In un contesto non espansivo, un certo grado di competizione tra<br />
specie diverse favorisce lo sviluppo degli ecosistemi, al <strong>contra</strong>rio h com-<br />
petizione tra i membri di una stessa specie (competizione intraspecifica)<br />
generalmente danneggia e dunque riduce le possibilità di sopravvivenza<br />
della specie stessa.<br />
La competizione intraspecifica, in un contesto non espansivo,<br />
trova un equivalente economico in quella che Fred Hirsch (1976)<br />
ha definito competizioneposizionale. Immaginiamo un mercato oli-<br />
gopolistico maturo, in cui cioè si produce un bene omogeneo la cui<br />
domanda è costante o in declino. In questo mercato operano alcune<br />
grandi imprese i cui obiettivo è di mantenere o espandere le pro-<br />
prie quote di mercato. Ipotizziamo che, a tale scopo, l'impresa A<br />
decida di incrementare le proprie spese pubblicitarie del 10 per<br />
cento. Le altre imprese si sentiranno minacciate e, per non veder<br />
ridotte le proprie quote di mercato, innalzeranno le loro spese pub-<br />
blicitarie dello stesso ammontare. Ciò comporterà un aumento dei<br />
costi per le imprese, una riduzione dei profitti, un aumento dei prez-<br />
zi e una conseguente riduzione delle quantità prodotte, a danno dei<br />
consumatori. Se tutte le imprese reagiscono nello stesso modo, le<br />
quote di mercato che ciascuna impresa riuscirà ad accaparrarsi<br />
resteranno invariate.1° Se immaginiamo ragionevolmente che I'im-<br />
presa A, insoddisfatta del risultato raggiunto, decida di incremen-<br />
tare ulteriormente le proprie spese pubblicitarie, ciò innescherà<br />
una spirale autoaccrescitiva con effetti deleteri per tutti i soggetti<br />
coinvolti. Così come accade in natura," la competizione tra sog-<br />
getti appartenenti alla stessa specie (le imprese competono sullo<br />
stesso mercato e producono un bene omogeneo) tende a produrre<br />
conseguenze dannose alla sopravvivenza della specie stessa. In una<br />
'O Namralmente immaginiamo che l'efficacia deUe diverse campagne sia mediamente equi-<br />
valente.<br />
" Cfr. Lorenz I983 Per l'analisi dettagliata di un caso di questo genere (competizione intra-<br />
specifica), si veda l'esempio del "fagiano argo» riportato in seguito.<br />
INTRODUZIONE I5<br />
battuta essa favorisce «i peggiori». Come vedremo neila parte se-<br />
conda, questo tipo di comportamento, e il suo equivalente econo-<br />
mico, la competizione posizionale, fornisce una chiave di lettura<br />
importante per comprendere alcune dinamiche autodistruttive tipi-<br />
che dell'economia globale.<br />
6) Nei sistemi complessi la parte non può controllare il tutto<br />
Dalle mie parti, quando un ragazzo e una ragazza cominciavano<br />
a frequentarsi in vista di una possibile relazione amorosa, si diceva<br />
curiosamente: «quei due fanno della chimica». Come sottolineava<br />
<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> la ragione fondamentale per cui la chimica non<br />
è mai entrata a far parte della fisica è legata al fatto che non è pos-<br />
sibile dedurre le proprietà di un nuovo composto da quelle dei sin-<br />
goli elementi che lo compongono.<br />
E probabile che la saggezza popolare avesse qui colto un tratto<br />
epistemologicamente rilevante di ogni relazione sistemica: la parte<br />
non può controllare il tutto. Come scoprirà presto l'innamorato,<br />
egli non è affatto in grado di controllare l'evolversi della propria<br />
relazione; in altre parole non è in grado di disporre la successione<br />
degli eventi che lo attendono lungo una catena di tipo determini-<br />
stico. Questa difficoltà caratterizza in particolare i sistemi viven-<br />
ti.lz Se calcio un sasso, esso reagirà sulla base dell'energia cinetica<br />
del mio piede, cioè seguendo le leggi della meccanica, quindi in<br />
modo prevedibile, ma se calcio un cane esso «reagirà» utilizzando<br />
la riserva di energia immagazzinata dal suo metabolismo, in un modo<br />
che egli stesso, probabilmente, non sa prevedere (Bateson 1972). Ci<br />
troviamo qui di fronte a una tipologia di fenomeni (cibernetici o<br />
sistemici) completamente diversi rispetto a quelli descritti dalla<br />
fisica classica.Ii L'impossibilità per la parte di controllare il tutto<br />
l' Ilya Prigogine ha mostrato che anche la materia, lontana dali'equilibrio, presenta caratteristi-<br />
che autorganizzative e dunque i'cmergere di fenomeni nuovi, che possono condurre ii processo lungo<br />
uri sentiero evolutivo imprevedibile. Se dunque tradizionalmente sono i sistemi viventi che presentano<br />
le caratteristiche di impre~edibiliia sopra descritte, oggi è possibile estendete tali proprietà,<br />
con Ic dovute precauzioni, anche al mondo inancmato della materia (Prigogine 1968, 1996).<br />
" Quando il cane di Lorena (dopo essersi a lungo trattenutu), uccide il papero colpendolo<br />
«accidentalmente» con uno dei suoi canini, ci offre un esempio di come i sistemi viventi seguano<br />
uiia logica completamente diversa rispetto al determinismo dcUa meccanica classica (a cui come<br />
noto I'economia si ispira). Oltre a questo carattere imprevedibile, i sistemi viventi possono anche<br />
ritardare, consapevolmente o meno, la propria reazione. Lo iato temporale che sepnra l'arione