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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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'64 CAPITOLO SESTO<br />

colonna dei nuovi equivalenti di energia lorda (f,, f,, f2, f,, f,) ed e<br />

il vettore colonna (0, e,, O, 0, O). Come prima, abbiamo:<br />

che dà<br />

con<br />

Yf = e, i221<br />

e, =f]x1,5 +f,x.~j +f3x35, i231<br />

dove A è il determinante di Y e AZ, il minore dell'elemento con in-<br />

dici (i, l).<br />

Per gli equivalenti della materia lorda prescinderemo da EX. Se<br />

g indica il vettore colonna di quegli equivalenti e m il vettore co-<br />

lonna (M,, O, 0, 0, O), allora<br />

Yg = m, i251<br />

da cui si ottiene<br />

con<br />

Le formule corrispondenti per l'energia netta seguono automa-<br />

ticamente:<br />

M"<br />

Eneugia netta = - Materia netta = -.<br />

f1 go<br />

Quindi per fornire, per esempio, un'unità marginale di K al con-<br />

sumatore finale dobbiamo consumaref, unità di energia in situ e gz<br />

unità di materia in situ.<br />

Da queste considerazioni deriva che, qualunque sia la fonte di<br />

energia utilizzata (solare o terrestre), non si deve ignorare l'esauri-<br />

mento dei depositi terrestri di materia disponibile che qualsiasi<br />

processo produttivo provoca. A tutti i fini pratici, la terra è un si-<br />

stema termodinamico chiuso, nonostante la caduta di meteoriti e<br />

le particelle materiali che occasionalmente sfuggono all'attrazione<br />

gravitazionale; nel lunghissimo periodo, quindi, alcuni elementi<br />

materiali diventeranno più critici dell'energia per un sistema indu-<br />

ANALISI ENERGETICA E VALCTAZIONE nCONOMICA 165<br />

striale del tipo attuale (<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1971a). Di questo fatto<br />

iin numero semDre manniore -- di studiosi di scienze naturali si è convinto<br />

tanto da sostenere addirittura che una quantità di elementi<br />

importanti stia già avvicinandosi a1,preoccupante limite di scarsità<br />

(Chynoweth 1976; Skinner 1976). E però triste vedere come, invece<br />

di seguire il vecchio comandamento e «trasformare le spade in<br />

aratri», continuiamo a fondere gli aratri delle generazioni future<br />

per fabbricare le nostre micidiali «spade».<br />

Va ricordato che l'energia e la materia aggregata non sono reciprocamente<br />

convertibili (S 6), cioè non esiste una relazione F(M, e) =cost;<br />

non abbiamo quindi una griglia di isoquanti con cui poter ridurre<br />

la scelta economica riguardante le risorse naturali a calcoli fisicochimici.<br />

Si consideri il caso di due tecnologie, T,(MO, e;) e T,(Ma, e:),<br />

che producono lo stesso risultato e tali che MA > Mi, e: < e:. Se esse<br />

utilizzano risorse terrestri, non c'è espressione fisica o chimica che<br />

possa dirci quale tecnologia sia economicamente preferibile: la natura<br />

del problema è esclusivamente economica perché riguarda una<br />

quantità di fattori di incertezza e imponderabilità storica variabili.<br />

Dato che anche la materia conta. sarebbe erroneo ridurre la scelta<br />

economica solo a una questione di energia; anzi, in certi casi solo<br />

la materia conta. Si supponga che le suddette tecnologie utilizzino<br />

energia solare «gratuita»; la scelta deve adesso tener conto dell'energia<br />

netta, NE, e non di quella lorda, e il criterio di scelta<br />

fra T,(MA, NE') e T,(Mi, NE2 ), quando Mi r Mi e NE' < NE2 , è di<br />

nuovo un problema economico, non puramente tecnico. Tuttavia,<br />

se NE1 = NE2 , la materia è determinante e T, è preferibile indipendentemente<br />

dal consumo di energia lorda.<br />

Un fattore (oltre a quelli già citati) che può spiegare perché l'analisi<br />

moderna delle trasformazioni entropiche non abbia tenuto<br />

conto della materia è il periodo di abbondanza di combustibili fossili,<br />

iniziato duecento anni fa e ancora in corso. Questa abbondanza<br />

presenta un immenso, duplice vantaggio: per estrarre i combustibili<br />

fossili da dove giacciono, nelle viscere della terra, la quantità di<br />

materia necessaria è relativamente piccola e ancora minore è quella<br />

necessaria per trasformarli in energia termica industriale. Questo<br />

invece non è vero dell'energia nucleare, che ha bisogno di grossi<br />

impianti per la raffinazione, l'arricchimento e la conversione. Le<br />

difficoltà che attualmente si frappongono all'utilizzazione diretta

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