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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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44<br />

MAURO RONAIUTI<br />

un'evidente perdita di benessere per gli abitanti della zona, che<br />

non potranno più godere della presenza di questi animali.<br />

Analoghi interrogativi possono essere posti a partire dai cam-<br />

biamenti nelle variabili «relazionali». Per esempio la diffusione di<br />

sistemi di organizzazione del lavoro che richiedono maggiore effi-<br />

cienzalsfruttamento del lavoro, nella misura in cui aumentano lo<br />

stress, riducono le possibilità di un uso intelligente del tempo li-<br />

bero e, in casi limiti, distruggono la struttura relazionale della so-<br />

cietà esistente, non può certo essere giudicata positivamente solo<br />

in quanto aumenta il prodotto interno lordo dell'economia in que-<br />

stione. Considerazioni analoghe possono essere svolte in relazione<br />

all'impatto che le politiche di sviluppo occidentali hanno avuto sul<br />

capitale naturale e sul tessuto sociale di molti paesi del Sud del<br />

mondo.<br />

In termini più generali questo approccio tenta di fornire un sup-<br />

porto interpretativo ai numerosi paradossi che caratterizzano I'at-<br />

tuale sistema socioeconomico. Queste situazioni paradossali, del<br />

resto evidenti da tempo, richiedono approcci teorici in grado di<br />

tematizzare le conseguenze che le politiche di crescita e sviluppo<br />

producono sul «benessere» della società, non solo direttamente,<br />

ma in quanto capaci di alterare gli equilibri nelle strutture (fondi)<br />

da cui, in ultima analisi, tale «benessere» dipende.<br />

PARTE TERZA LA DINAMICA EVOLUTIVA<br />

1. Ilfagiano argo e la spirale dei redditi<br />

Vorrei ora analizzare le possibili trasformazioni evolutive del<br />

modello. Seguendo l'approccio sistemico questo significa, a mio av-<br />

viso, mettere in evidenza innanzitutto quelle relazioni circolari che<br />

possono condurre i1 sistema lungo una spirale autoaccrescitiva. Oc-<br />

corre dunque individuare i principali circuiti retroattivi capaci di<br />

spiegare quel fenomeno paradossale per cui l'uomo occidentale, cer-<br />

cando felicità e benessere, trova in realtà povertà crescente, emar-<br />

ginazione, guerre e varie forme di malessere sociale.<br />

Durante la parata nuziale le penne maestre del fagiano argo ma-<br />

schio (Atgusianus avgus) vengono dirette verso la femmina ed esibite<br />

INTRODI JZIONE 45<br />

in tutta la loro maestosità, in un atteggiamento simile a quello del<br />

pavone quando fa la ruota. Poiché, come è stato dimostrato, la scelta<br />

del compagno compete esclusivamente alla femmina, le possibilità<br />

riproduttive dell'argo sono strettamente legate alla capacità di stimolo<br />

sessuale e, dunque, alla maestosità della sua livrea nuziale.<br />

Ciò ha portato, nel corso dell'evoluzione, a un progressivo allungamento<br />

delle penne maestre di questo uccello sino a ridurlo in una<br />

condizione paradossale: egli è divenuto quasi incapace di volare.<br />

Questo, riportato da Konrad Lorenz in Gli otto peccati capitali<br />

della nostra civiltà, è un illuminante esempio di retroazione positiva:<br />

la competizione tra i membri di una stessa specie (selezione<br />

intraspecifica) dà luogo a un processo esponenziale che, in assenza<br />

di un intervento regolatore, si concluderebbe con l'estinzione della<br />

specie. Nel caso specifico il circuito regolatore (feedback negativo)<br />

è costituito dai predatori, che eliminando i soggetti più «esibizionisti»,<br />

ne limitano la crescita continua delle penne maestre. Questo<br />

caso costituisce una splendida metafora del ruolo della tecnologia<br />

nell'ambito delle economie occidentali. Essa presenta il medesimo<br />

carattere ipertrofico ed è il frutto di un analogo processo di retroazione<br />

positiva. Vediamo in che senso.<br />

Si potrebbe dire che tutta la razionalità economica occidentale<br />

è ispirata al principio e alla prassi dell'efficienza. Tutta l'economia<br />

insegnata nei corsi di base impartiti neiie università occidentali si<br />

ispira a tale, unico, principio fondamentale: l'efficienza. Essa spinge<br />

le imprese a minimizzare i costi nella prospettiva di massimizzazione<br />

dei profitti. Una maggiore efficienza è infatti il criterio che consente<br />

alle imprese di risultare vincenti nella dinamica competitiva,<br />

di superare la selezione attuata dai mercati. Le imprese più efficienti<br />

realizzano maggiori profitti. Questi consentono loro di realizzare<br />

maggiori investimenti. Maggiori investimenti in tecnologia<br />

e capitale umano produrranno nuovamente maggiore efficienza. In<br />

questo modo il processo circolare si chiude innescando un feedback<br />

positivo che porta a ulteriore «progresso» tecnol~gico.~~ Si spiega<br />

41 I maggiori sviluppi tecnologici si avranno inoltre in quei settori in cui la domanda effet-<br />

tiva è più alta. Questo spiega, per esempio, l'incredibile arretratezza delle tecnologie per l'agri~<br />

coltura (non da esportazione) dei paesi poveri per i quali la domanda effettiva P molto bassa.<br />

D'altro canto i scttori ad alta tecnologia dei pacsi ricchi si sviluppano sempre più velocemente<br />

(cfr. il saggio di <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong>, Ineguaglianza, limiti e crescita da un punto di uisia bioecono-<br />

mrco, qui pubblicato aiic pp. 114 spg.).

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