Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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MAURO RONAIUTI<br />
un'evidente perdita di benessere per gli abitanti della zona, che<br />
non potranno più godere della presenza di questi animali.<br />
Analoghi interrogativi possono essere posti a partire dai cam-<br />
biamenti nelle variabili «relazionali». Per esempio la diffusione di<br />
sistemi di organizzazione del lavoro che richiedono maggiore effi-<br />
cienzalsfruttamento del lavoro, nella misura in cui aumentano lo<br />
stress, riducono le possibilità di un uso intelligente del tempo li-<br />
bero e, in casi limiti, distruggono la struttura relazionale della so-<br />
cietà esistente, non può certo essere giudicata positivamente solo<br />
in quanto aumenta il prodotto interno lordo dell'economia in que-<br />
stione. Considerazioni analoghe possono essere svolte in relazione<br />
all'impatto che le politiche di sviluppo occidentali hanno avuto sul<br />
capitale naturale e sul tessuto sociale di molti paesi del Sud del<br />
mondo.<br />
In termini più generali questo approccio tenta di fornire un sup-<br />
porto interpretativo ai numerosi paradossi che caratterizzano I'at-<br />
tuale sistema socioeconomico. Queste situazioni paradossali, del<br />
resto evidenti da tempo, richiedono approcci teorici in grado di<br />
tematizzare le conseguenze che le politiche di crescita e sviluppo<br />
producono sul «benessere» della società, non solo direttamente,<br />
ma in quanto capaci di alterare gli equilibri nelle strutture (fondi)<br />
da cui, in ultima analisi, tale «benessere» dipende.<br />
PARTE TERZA LA DINAMICA EVOLUTIVA<br />
1. Ilfagiano argo e la spirale dei redditi<br />
Vorrei ora analizzare le possibili trasformazioni evolutive del<br />
modello. Seguendo l'approccio sistemico questo significa, a mio av-<br />
viso, mettere in evidenza innanzitutto quelle relazioni circolari che<br />
possono condurre i1 sistema lungo una spirale autoaccrescitiva. Oc-<br />
corre dunque individuare i principali circuiti retroattivi capaci di<br />
spiegare quel fenomeno paradossale per cui l'uomo occidentale, cer-<br />
cando felicità e benessere, trova in realtà povertà crescente, emar-<br />
ginazione, guerre e varie forme di malessere sociale.<br />
Durante la parata nuziale le penne maestre del fagiano argo ma-<br />
schio (Atgusianus avgus) vengono dirette verso la femmina ed esibite<br />
INTRODI JZIONE 45<br />
in tutta la loro maestosità, in un atteggiamento simile a quello del<br />
pavone quando fa la ruota. Poiché, come è stato dimostrato, la scelta<br />
del compagno compete esclusivamente alla femmina, le possibilità<br />
riproduttive dell'argo sono strettamente legate alla capacità di stimolo<br />
sessuale e, dunque, alla maestosità della sua livrea nuziale.<br />
Ciò ha portato, nel corso dell'evoluzione, a un progressivo allungamento<br />
delle penne maestre di questo uccello sino a ridurlo in una<br />
condizione paradossale: egli è divenuto quasi incapace di volare.<br />
Questo, riportato da Konrad Lorenz in Gli otto peccati capitali<br />
della nostra civiltà, è un illuminante esempio di retroazione positiva:<br />
la competizione tra i membri di una stessa specie (selezione<br />
intraspecifica) dà luogo a un processo esponenziale che, in assenza<br />
di un intervento regolatore, si concluderebbe con l'estinzione della<br />
specie. Nel caso specifico il circuito regolatore (feedback negativo)<br />
è costituito dai predatori, che eliminando i soggetti più «esibizionisti»,<br />
ne limitano la crescita continua delle penne maestre. Questo<br />
caso costituisce una splendida metafora del ruolo della tecnologia<br />
nell'ambito delle economie occidentali. Essa presenta il medesimo<br />
carattere ipertrofico ed è il frutto di un analogo processo di retroazione<br />
positiva. Vediamo in che senso.<br />
Si potrebbe dire che tutta la razionalità economica occidentale<br />
è ispirata al principio e alla prassi dell'efficienza. Tutta l'economia<br />
insegnata nei corsi di base impartiti neiie università occidentali si<br />
ispira a tale, unico, principio fondamentale: l'efficienza. Essa spinge<br />
le imprese a minimizzare i costi nella prospettiva di massimizzazione<br />
dei profitti. Una maggiore efficienza è infatti il criterio che consente<br />
alle imprese di risultare vincenti nella dinamica competitiva,<br />
di superare la selezione attuata dai mercati. Le imprese più efficienti<br />
realizzano maggiori profitti. Questi consentono loro di realizzare<br />
maggiori investimenti. Maggiori investimenti in tecnologia<br />
e capitale umano produrranno nuovamente maggiore efficienza. In<br />
questo modo il processo circolare si chiude innescando un feedback<br />
positivo che porta a ulteriore «progresso» tecnol~gico.~~ Si spiega<br />
41 I maggiori sviluppi tecnologici si avranno inoltre in quei settori in cui la domanda effet-<br />
tiva è più alta. Questo spiega, per esempio, l'incredibile arretratezza delle tecnologie per l'agri~<br />
coltura (non da esportazione) dei paesi poveri per i quali la domanda effettiva P molto bassa.<br />
D'altro canto i scttori ad alta tecnologia dei pacsi ricchi si sviluppano sempre più velocemente<br />
(cfr. il saggio di <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong>, Ineguaglianza, limiti e crescita da un punto di uisia bioecono-<br />
mrco, qui pubblicato aiic pp. 114 spg.).