Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
188 CAPITOLO SETTIMO<br />
l'economia è essenzialmente «bioeconomia)>, poiché coinvolge l'evoluzione<br />
e l'esistenza dell'uomo come specie, non come individuo<br />
teso alla sola massimizzazione del profitto.<br />
Anche una lettura superficiale della storia è sufficiente per mettere<br />
in evidenza la lotta bioeconomica ingaggiata dalla nostra specie<br />
nei confronti della natura avara. Gli uomini si sono spostati da<br />
un continente all'altro a causa dell'esaurirsi, dopo secoli di utilizzo,<br />
di risorse locali di ogni genere. Questo tipo di lotta li ha spinti a<br />
inventare nuove tecnologie, così numerose che, forse, una vita intera<br />
non basterebbe per elencarle tutte. Esse sono il grande orgo-<br />
~lio del nostro intelletto.<br />
u<br />
Eppure, in mezzo a tutte queste innovazioni tecnologiche, solo<br />
due hanno costituito fondamentali mutazioni bioeconomiche:<br />
primo, il controllo del fuoco, e secondo, la macchina a vapore. Le<br />
definisco innovazioni prometeiche perché la macchina a vapore<br />
presenta la stessa proprietà del fuoco: entrambi sono autososteni-<br />
bili, fino a quando è disponibile il combustibile che li alimenta.<br />
Entrambi conducono anche al rapido esaurimento delle proprie<br />
basi energetiche. I1 fuoco ha causato il massiccio disboscamento<br />
che, alla fine del XVII secolo, ha portato alla crisi di questa tecno-<br />
logia. Fu una crisi del tutto analoga a quella della tecnologia at-<br />
tuale, che si basa sulla conversione del calore in potenza motrice.<br />
Adesso, proprio come nel XVII secolo, le risorse che alimentano l'o-<br />
dierna tecnologia - le riserve dei combustibili fossili - stanno ra-<br />
pidamente avviandosi verso il loro totale esaurimento.<br />
I1 problema per l'umanità è «se e quando» Prometeo I11 arriverà<br />
a risolvere l'attuale crisi bioeconomica, proprio come Prometeo I1<br />
(in realtà due semplici mortali) ha a suo tempo risolto la preceden-<br />
te. Attualmente nessuno può dare una risposta a questa domanda.<br />
E inutile continuare ad affermare che l'umanità continuerà a espan-<br />
dere le proprie magnificenze bioeconomiche come ha fatto dai tempi<br />
di Pericle. Ripetere il ritornello «qualsiasi cosa accada, troveremo<br />
una soluzione» è una misera strategia per ottenere applausi. Ancora<br />
più facile è proclamare che entro il 2000 l'energia sarà libera come<br />
l'aria, e suscita applausi ancora più forti. Purtroppo chiunque pro-<br />
testi contro queste azzardate previsioni, probabilmente subirà lo<br />
stesso destino della guardia nell'dntigone di Sofocle: si preferisce<br />
non ascoltarlo, poiché «il messaggero di cattive notizie non piace<br />
Ma le notizie che io porto sono cattive solo perché noi siamo de-<br />
terminati a renderle tali. Attualmente non si profila all'orizzonte<br />
nessun chiaro segnale dell'approssimarsi di un dono prometeico. I<br />
rischi legati all'uso dell'energia nucleare, in special modo dei reat-<br />
tori autofertilizzanti, sono ancora indeterminati. Non si profila<br />
alcun segnale di poter controllare la reazione termonucleare. L'e-<br />
nergia solare, anche se venduta con profitto da uomini d'affari e da<br />
ricercatori di tutte le risme, non è ancora autosostenibile.<br />
Indubbiamente la situazione può cambiare da un giorno all'altro,<br />
proprio come è successo nel XVII secolo, quando anche i più grandi<br />
dell'epoca - Galileo, Huygens o Boyle - non ebbero la benché mi-<br />
nima awisaglia dell'enorme cambiamento che sarebbe avvenuto di<br />
li a breve. In questa situazione, noi abbiamo ovviamente bisogno<br />
di tempo, più tempo possibile per aumentare le probabilità che Pro-<br />
meteo I11 si manifesti con un nuovo dono, una nuova conversione<br />
autosostenibile dell'energia. Da questa strategia non può derivare<br />
alcun danno poiché, se Prometeo 111 non arriverà, il tempo così<br />
guadagnato permetterà all'umanità di avvicinarsi a un tipo di tec-<br />
nologia più soft - un'altra età del legno - senza le inimmaginabili<br />
catastrofi che altrimenti certamente accadrebbero.<br />
La conclusione è che oggi siamo posti di fronte a una nuova etica,<br />
un'etica che non lascia spazio a idee mirabolanti. Fondata sul fat-<br />
tore più importante per l'esistenza della specie umana (come specie<br />
esosomatica irreversibile), la nuova etica non ha bisogno di essere<br />
legittimata da nessun'altra ragione.<br />
La strategia del «guadagnare più tempo possibile)) implica una<br />
conservazione delle risorse in via di esaurimento la più severa pos-<br />
sibile. A sua volta questa politica comporta due azioni parallele.<br />
Pvinao, dobbiamo eliminare il degrado entropico prodotto da ogni<br />
tipo di armamento. E completamente ipocrita dichiarare ai quattro<br />
venti che nessuno vuol fare la guerra, mentre dietro casa si conti-<br />
nuano a produrre armamenti. Sicuramente, dobbiamo sbarazzarci<br />
anche di quella malattia delle nostre menti che ci fa desiderare<br />
oggetti stravaganti, «sempre più grandi e migliori». Dovrebbero<br />
essere gradualmente abbandonate anche alcune comodità. Questi<br />
comandamenti interessano non solo le grandi potenze o i paesi del-<br />
l'abbondanza; l'eccessivo lusso cresce dappertutto. Secondo, le po-<br />
polazioni che oggi crescono a tassi eccessivi devono adottare una