Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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CAPITOLO SESTO<br />
base cerca di massimizzare la propria utilità (supponendo l'additività<br />
nel tempo). Dovrebbe essere evidente che questa situazione non<br />
ha niente a che fare con i1 problema entropico del genere umano;<br />
solo un mortale dovrebbe scontare il futuro, perché un mortale può<br />
morire in qualsiasi momento, ma l'umanità, o anche una nazione, non<br />
può programmare la propria fine. Naturalmente anch'esse sono entità<br />
mortali, ma la prospettiva futura dell'umanità è tale che si deve<br />
comportare come se fosse immortale: le generazioni future hanno<br />
diritto allo stesso godimento di quella presente. Se si considera l'incertezza<br />
storica del futuro - senza un rischio calcolato di sopravvivenza<br />
- l'umanità non può risolvere il proprio problema massimizzando<br />
l'utilità futura scontata; la sua strategia razionale consiste<br />
nel minimizzare i rimpianti futuri (cfr. cap. 4; <strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong><br />
1977~); e tuttavia il modello di Hotelling, con qualche addobbo<br />
tecnico, viene ancora offerto come base per una politica delle risorse<br />
naturali.54<br />
C'è anche un'altra argomentazione che mira a eliminare qualsiasi<br />
scrupolo sul possibile esaurimento delle risorse naturali: si<br />
sostiene che la crescita può andare avanti all'infinito dato che nella<br />
produzione dei beni materiali il capitale può essere sostituito senza<br />
limiti alle risorse naturali. In tutta l'economia matematica non esiste<br />
un altro esempio di una simile profusione di peccati di vuoto<br />
formalismo come nell'argomentazione a sostegno di questa tesi.<br />
Innanzitutto il processo di produzione standard viene rappresentato<br />
da una funzione che non fa distinzioni fra agenti (capitale,<br />
forza lavoro e terra ricardiana) e flussi; questi ultimi sono gli elementi<br />
che vengono trasformati dagli agenti, che invece entrano in<br />
un processo senza venire incorporati nei prodotti ma solo fornendo<br />
servizi. A causa di questa differenza essenziale, non è possibile effettuare<br />
sostituzioni, per esempio, fra le macchine da cucire e la<br />
stoffa con cui vengono fatte le camicie. Naturalmente un diverso<br />
tipo di macchina o una stoffa differente possono cambiare la situa-<br />
" Per citare non una persona qualunque, ma un luminare dell'economia, ecco tre articoli<br />
di T. C. Koopmans: Some ohreniationr on «optimal» growth and exhaurtihk rerourcer, in H. C.<br />
Boss (a cura di), Economic Structureand Dstriopment, North-Hoiland, Arnsterdam 1973; Proof<br />
fora care where dircounting aduancer the doomrday, in Symporium on the Fronomicr of Exhaurti-<br />
ble Rerourcer, in eRcvicw oi Economic Studicsr, 1974; e Thr trandtion from exhaustiblr t0<br />
renewabk or inexhaurtibk rerourcer, in Uconomic Growth and Rerourcer, Macmillan, London<br />
1979. vol. 111.<br />
ANALISI ENERGETICA E VALUTAZIONE ECONOiMICA<br />
zione, ma in ogni caso entità qualitativamente diverse non possono<br />
essere misurate con un'unità comune; quindi dire che una macchina<br />
A rappresenta più o meno capitale di una macchina B non ha<br />
un senso analitico (<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 19716; cfr. anche Id. 19696<br />
e 1970).<br />
Secondariamente, il ragionamento utilizza l'onnipresente funzione<br />
di produzione di tipo Cobb-Douglas:<br />
Y=K"RbL', a,b,c>O a+b+c=l, L381<br />
dove Y è l'output, e K, R, L indicano «i mezzi di produzione prodotti,<br />
il flusso delle risorse naturali e il lavoro umano*, una spiegazione<br />
dei simboli tipica di chi non tiene conto delle dimensioni. Se si<br />
suppone che la produzione sia rappresentata analiticamente dalla<br />
[381, la conclusione è inevitabile: per L = costante e R piccolo a piacere,<br />
Y può assupere qualsiasi valore purché K sia sufficientemente<br />
grande.55 E uno splendido trucco da prestigiatore: la dotazione<br />
di capitale può essere aumentata senza un input addizionale<br />
di risorse naturali (<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 19794. A questo punto ci<br />
si dovrebbe domandare perché gli scritti che mettono in rilievo<br />
questa impossibilità e le sue sconfortanti conseguenze per le civiltà<br />
industriali vengano accusati di essere «sostanzialmente<br />
Economisti che un tempo credevano ciecamente nel dogma secondo<br />
cui il mercato e solo il mercato può guidare l'umanità nella<br />
lotta contro risorse finite ed esauribili, hanno dovuto riconoscere<br />
alla fine che la questione non può essere trattata solo dall'ecopomia,<br />
ma che l'economia deve collaborare con le scienze naturali. E stato<br />
Robert Solow (1974) ad ammettere per primo che per affrontare il<br />
problema delie risorse naturali «sono necessarie l'economia e la legge<br />
dell'entropia». Recentemente, Koopmans (nel già citato Economic<br />
Growth and Resozrrces, vol. 111) andato addirittura oltre, dicendo<br />
che «l'econometria tradizionale in questo non ci è di aiuto>>57 e che<br />
il problema richiede una collaborazione interdisciplinare.<br />
" Cfr. gli articoli di P. Dasgupta e G. M. Heal, R. M. Solow e J. Stiglitz, in Symporium on<br />
the Economics of Exbawtibk Rerourter cit. Anche A. Takayama, Dircurrion, in Economic Grouith<br />
rnd Rerourcer cit., vol. I; J. Stiglitz, A neuckzrricalanalyrir ofthe rconomfcr of naturalresourcer,<br />
in V. K. Smith (a cura di), Scarcity and Economic Growth Reconridered, Johns Hopkins University<br />
Press, Baltimore 1779.<br />
'"Cfr. due citazioni, accidentalmente identiche, riportate in Economic Growth and Resourcer<br />
cit., vol. I, p. 141.<br />
j7 I1 ~iconoscimcnto dell'incapacità da parte dell'econometria di tener conto dei cambiamenti<br />
storici (<strong>Georgescu</strong>-<strong>Roegen</strong> 1976~) doveva finalmente arrivare.<br />
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