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Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus

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fico vantaggio comparato, cioè i beni relazionali. Nelle società avan-<br />

zate vi è una specifica domanda di qualità della vita. Ma tale doman-<br />

da non si soddisfa grazie alla produzione di maggiori quantità di<br />

beni «tradizionali» (Zamagni 1998). E piuttosto una domanda di at-<br />

tenzione, di cura, di conoscenza, di partecipazione, di nuovi spazi<br />

di libertà, di spiritualità. La «produzione» di questo tipo di «beni»<br />

comporta la degradazione di quantità molto modeste di materia/<br />

energia. Essi tuttavia possono, in prospettiva, sostenere una quota<br />

significativa della produzione futura in termini di valore, quan-<br />

tomeno nei paesi ricchi. Questo certamente significa una trasfor-<br />

mazione profonda dell'immaginario economico e produttivo (La-<br />

touche, zoozb).<br />

Occorre essere ben consapevoli che una politica ecologica incen-<br />

trata unicamente su una drastica riduzione dei consumi (oltre a<br />

essere con ogni probabilità destinata al fallimento) creerebbe, data<br />

L'attuale struttura della produzione, una drammatica riduzione della<br />

domanda globale e dunque un aumento significativo della disoccu-<br />

pazione e del disagio sociale. Proviamo a immaginare cosa accadreb-<br />

be se improvvisamente tutto l'Occidente si adeguasse a livelli di<br />

consumo ecologicamente sostenibili: certo sarebbe una manna per<br />

gli ecosistemi, ma una vera e propria catastrofe per l'economia e<br />

per l'occupazione. In questa fase di transizione verso un'economia<br />

sostenibile andrà attribuita la massima importanza alla produzione<br />

di beni relazionali.<br />

Inoltre, mai come in questo momento è apparso chiaro il legame<br />

tra sostenibilità ecologica e sostenibilità economico-sociale. L'espan-<br />

sione dell'economia solidale, attraverso la produzione di beni rela-<br />

zionali, non solo crea valore economico laddove è possibile ridurre<br />

al minimo la degradazione della materialenergia, ma costituisce<br />

una potente via per la realizzazione di un'economia giusta, riequi-<br />

librando il processo di concentrazione della ricchezza a cui stiamo<br />

assistendo attualmente.<br />

Molti dei beni e servizi generalmente forniti da strutture pub-<br />

bliche o private potranno in futuro essere svolti secondo i criteri<br />

dell'economia solidale da organizzazioni non profit: penso in par-<br />

ticolare alla produzione agricola e alimentare di qualità, alla pro-<br />

duzione di energia su base locale, all'artigianato, ai servizi, dalla<br />

formazione al turismo, solo per citare alcuni esempi (Laville 1994;<br />

Laville e Gardin 1996).<br />

8. Consumo e produzione: un approccio sirtemico<br />

Consideriamo ora la relazione sistemica tra consumo e produzio-<br />

ne. Nel quadro che abbiamo delineato la sfera del consumo inter-<br />

agisce con quella della produzione per due ordini di motivi. I1<br />

primo, ovvio, è dovuto al fatto che, come per la teoria standard,<br />

l'insieme dei beni e servizi domandati dai consumatori coinci-<br />

de con il flusso di beni e servizi offerti dal sistema produttivo. I1<br />

secondo, caratteristico dell'approccio sistemico, è dovuto al fatto<br />

che il sistema produttivo condivide con la sfera del consumo le<br />

medesime tipologie di fondi: esseri umani (considerati ora come la-<br />

voratori ora come consumatori) e capitale (economico, relazionale<br />

e naturale). La conseguenza più vistosa di questa interazione è che<br />

un più alto livello della produzione non significa necessariamen-<br />

te un più alto livello di utilità (come per la teoria standard), ma al<br />

<strong>contra</strong>rio essa può comportare una riduzione del« benessere* indivi-<br />

duale o sociale. Ciò è dovuto alle trasformazioni, sia di natura quan-<br />

titativa che qualitativa, subite dai fondi per effetto delle attività di<br />

produzione (e consumo). Più precisamente, qualsivoglia modifica<br />

nei valori o nella composizione dei flussi (per esempio un maggiore<br />

impiego di risorse o l'utilizzo di una nuova tecnologia o di un nuovo<br />

tipo di organizzazione del lavoro), interferendo sui fondi (per esem-<br />

pio distruggendo il capitale naturale, modificando la struttura rela-<br />

zionale o infine impedendo 1'accumulo di quantità anche minime<br />

di ricchezza - beni durevoli - da parte delle famiglie), incide non<br />

solo sul flusso di beni prodotti (come nella teoria tradizionale), ma<br />

anche sul «benessere» dei consumatori.<br />

Un esempio ovvio è rappresentato daìi'uso intensivo di una<br />

risorsa naturale. La recente apertura dei territori della Siberia alle<br />

battute di caccia dei turisti occidentali, al fine di vendere questa<br />

tipologia di «servizi» sul mercato, porterà, nel tempo, alla scom-<br />

parsa delle rare specie cacciate, come è accaduto, già da molto tem-<br />

po, in Europa. E ovvio che questa attività, oltre a produrre un red-<br />

dito connesso al flusso degli animali cacciati, finirà per alterare il<br />

corrispondente fondo (l'equilibrio riproduttivo e quindi, in defini-<br />

tiva, l'esistenza della risorsa). La conseguenza non sarà solo la scom-<br />

parsa delle imprese che gestiscono questo «servizio», ma anche

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