Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, 2003 - contra-versus
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78 CAPITOLO PRIMO<br />
ti, automobili stravaganti, motocarrozzette per i giocatori di golf<br />
e altre assurdità esosomatiche di questo tipo, significano meno aratri<br />
per le generazioni future. L'entusiasmo con cui abbiamo salutato<br />
la scoperta della produzione di proteine alimentari dall'olio<br />
grezzo è completamente fuori luogo Dovremmo invece cercare di<br />
produrre benzina da fonti vegetali. E difficile immaginare che cosa<br />
farebbe il genere umano se diventasse consapevole di questo irrevocabile<br />
esaurimento delle risorse minerali e della loro crescente<br />
trasformazione in materiale di scarto e inquinante. Forse, il genere<br />
umano preferirà avere una vita breve ma eccitante e stravagante,<br />
piuttosto che una vita lunga ma monotona, come quella deli'ameba.<br />
Spero di aver provato in questa conferenza che la vita esosomatica<br />
dell'uomo è un'estensione della sua precedente esistenza puramente<br />
biologica e quindi che, anche se iproblemi connessi con l'attività<br />
esosomatica non sono tutti di natura puramente biologica, i pili<br />
profondi lo sono. Aveva quindi ragione Marshall quando affermava<br />
che «la Mecca dell'economista è la biologia economica, piuttosto<br />
che la dinamica economica». La difficoltà di questa raccomanda;<br />
zione è che richiede studi sul carattere evolutivo del processo economico.<br />
Ma portare a compimento uno studio sull'evoluzione non<br />
è così facile come baloccarsi con un semplice modello dinamico<br />
lineare. Questo è forse il motivo per cui fra gli economisti esiste<br />
ancor oggi la tendenza, della quale si lamentava Sch~mpeter,~ a<br />
screditare e rinnegare studi evoluzionistici.<br />
9chumpeter 1912, trad. it., p. 69.<br />
2.<br />
La legge di entropia e il problema economico*<br />
I. Un evento curioso nella storia del pensiero economico è che,<br />
anni dopo che il dogma meccanicistico aveva perso la sua suprema-<br />
zia in fisica e la sua presa sul mondo filosofico, i fondatori della<br />
scuola neoclassica si accinsero a edificare una scienza economica sul<br />
modello della meccanica - nelle parole di W. Stanley Jevons, come<br />
«la meccanica dell'utilità e dell'interesse eeoistico ».l E se l'econo-<br />
"<br />
mia ha compiuto dopo di allora grandi progressi, nulla è accaduto<br />
che allontanasse il ~ensiero economico dai binari dell'e~istemologia<br />
meccanicistica cara ai padri della teoria economica standard.<br />
Una prova clamorosa di ciò è la rappresentazione manualistica corrente<br />
del processo economico mediante un diagramma circolare, un<br />
movimento pendolare tra produzione e consumo all'interno di un<br />
sistema completamente chius~.~ La situazione non è diversa nelle<br />
esercitazioni analitiche che adornano la letteratura economica standard:<br />
anch'esse riducono il processo economico a un processo meccanico<br />
autoalimentato. I1 fatto palese che tra il processo economico<br />
e l'ambiente materiale esista una mutua, ininterrotta influenza è<br />
irrilevante agli occhi dell'economista standard. E lo stesso è vero<br />
per gli economisti marxisti, i quali giurano sul dogma di Karl Marx<br />
secondo il quale tutto ciò che la natura offre all'uomo è un dono<br />
" Ii%iriwtrupy hwand tbc economicpmbkm, conferenza tenuta il 3 dicembre 1970 al Dcpart.<br />
ment of Economics, The Gradilate School af Busincss and Office for International I'rograms,<br />
Universit? oi Alabama; già pubblicato in «Tlie Ecologist~, I1 (1972), 7, pp. 13-18].<br />
l levons 1924, p. 21.<br />
Per esempio Uye 1956, p. 253; Bach 1957, p. 60; Dodd, Hasek c Hailstones 1957, p. 125;<br />
Haveiis, Henderson e Crammcr 1966, p. 49; Soinuelson 1970, p. 42.