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Appunti di ORL COSIMATO COSIMO, RUSSO ... - mediciunisa.it

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<strong>ORL</strong><br />

tossico o degenerativo, espresso dall’innalzamento della soglia per via ossea, pur<br />

prevalendo sempre la componente trasmissiva.<br />

L’ipoacusia da rumore comprende forme acute e croniche, le prime fanno segu<strong>it</strong>o a<br />

stimolazioni acustiche <strong>di</strong> fortissima intens<strong>it</strong>à (esplosioni) o forte intens<strong>it</strong>à ma prolungata<br />

per <strong>di</strong>verse ore (concerti, <strong>di</strong>scoteca). Le forme croniche si configurano invece in una vera<br />

e propria malattia professionale, potendosi instaurare progressivamente nel tempo per<br />

esposizione ripetuta e prolungata a fonti <strong>di</strong> rumore. I rumori possono essere <strong>di</strong> tipo<br />

impulsivo o trans<strong>it</strong>orio, della durata inferiore al secondo; <strong>di</strong> tipo continuo, <strong>di</strong> durata<br />

superiore al secondo, fluttuanti o interm<strong>it</strong>tenti. In me<strong>di</strong>cina del lavoro i rumori sono <strong>di</strong> tipo<br />

misto, la <strong>di</strong>fficoltà sta nel calcolare la dose sonora ricevuta nell’intera giornata. Uno stimolo<br />

sonoro <strong>di</strong> frequenza acuta è più dannoso <strong>di</strong> uno grave. Distinguiamo effetti u<strong>di</strong>tivi ed<br />

extrau<strong>di</strong>tivi. Tra i primi sono da menzionare:<br />

• l’adattamento u<strong>di</strong>tivo, messo in atto per l’azione protettiva del riflesso<br />

dell’orecchio me<strong>di</strong>o, che entra in gioco per suoni superiori a 80 dB fino a 4000 Hz,<br />

ma che non si attiva nel caso <strong>di</strong> rumori impulsivi perché necess<strong>it</strong>a <strong>di</strong> un certo<br />

tempo <strong>di</strong> latenza;<br />

• la fatica u<strong>di</strong>tiva, che consiste in un deterioramento temporaneo e reversibile della<br />

soglia au<strong>di</strong>ometrica. I tempi <strong>di</strong> recupero sono più lunghi, e tanto più lunghi quanto<br />

più intenso e prolungato è stato il rumore causante. La causa probabile può essere<br />

metabolico-tossica temporanea a livello dei neurotrasmett<strong>it</strong>ori ecc<strong>it</strong>atori;<br />

• la sor<strong>di</strong>tà, che corrisponde ad un mancato recupero dei livelli <strong>di</strong> soglia dovuti alla<br />

fatica u<strong>di</strong>tiva, con lesioni delle cellule ciliate ed anomalie del contatto tra ciglia delle<br />

cellule ciliate esterne e membrana tectoria;<br />

• l’effetto mascherante, quale quello <strong>di</strong> un rumore ambientale la cui frequenza va a<br />

mascherare le frequenze vicine;<br />

• acufeni, spesso concom<strong>it</strong>anti, che possono ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura essere il primo stimolo<br />

rilevatore <strong>di</strong> un danno acustico cronico da trauma.<br />

Tra gli effetti extra u<strong>di</strong>tivi sono da ricordare: i <strong>di</strong>sturbi del sonno e del risveglio; effetti<br />

car<strong>di</strong>ovascolari; aumento della frequenza respiratoria; aumento della pressione arteriosa;<br />

turbe della concentrazione; aggressiv<strong>it</strong>à. Esiste una serie <strong>di</strong> occupazioni lavorative più<br />

esposte (fabbri). L’osservazione <strong>di</strong> un esame au<strong>di</strong>ometrico può fare sospettare la<br />

presenza <strong>di</strong> un danno acustico da rumore, giacchè il grafico au<strong>di</strong>ometrico presenta<br />

caratteristicamente, nella fase iniziale, una deflessione, per innalzamento della soglia<br />

au<strong>di</strong>ometrica sui 4000 Hz. Per tale frequenza viene fatta ipotizzare una maggiore<br />

suscettibil<strong>it</strong>à al danno da rumore per: una maggiore richiesta metabolica; una minore<br />

tollerabil<strong>it</strong>à all’ipossigenazione; una localizzazione più vicina all’onda sonora viaggiante.<br />

Nella sua evoluzione, l’ipoacusia da rumore finisce per coinvolgere anche le frequenze<br />

vicine ai 4000 Hz, così una forma <strong>di</strong> sor<strong>di</strong>tà lim<strong>it</strong>ata, può finire per alterare in modo<br />

determinante le capac<strong>it</strong>à comunicazionali del soggetti affetto. La terapia del trauma<br />

acustico acuto può avvalersi dell’uso <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong>, <strong>di</strong>uretici depletivi (glicerolo) ed inalazioni<br />

<strong>di</strong> carbogeno, il più potente vaso<strong>di</strong>latatore farmacologico. La terapia del trauma acustico<br />

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