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Scarica il Libro Completo - Istituto Sperimentale per la Floricoltura

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Impollinazione: anemof<strong>il</strong>a, ma spesso i fiori sono visitati dagli insetti che<br />

bottinano <strong>il</strong> polline.<br />

Disseminazione: è ad o<strong>per</strong>a dell’avifauna, ma vi contribuiscono anche le<br />

formiche.<br />

Ut<strong>il</strong>izzi<br />

Forestali: <strong>la</strong> P. angustifolia è ut<strong>il</strong>izzata nelle zone mediterranee marine <strong>per</strong><br />

consolidare terreni franosi e scarpate. La P. <strong>la</strong>tifolia è impiegata in<br />

vivaistica forestale <strong>per</strong> rimboschimenti in aree a vegetazione tipicamente<br />

mediterranea; a volte questa specie è sostituita al leccio quando questo non ha<br />

<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di essere inserito <strong>per</strong>ché di dimensione troppo grande.<br />

Medicinali: <strong>per</strong> quanto riguarda <strong>la</strong> P. <strong>la</strong>tifolia, nelle zone a Sud del<br />

Mediterraneo è storicamente conosciuta <strong>per</strong> le proprietà antinfiammatorie<br />

orofaringeali; le foglie hanno noti effetti antinfiammatori e contengono<br />

f<strong>la</strong>vonoidi. Gli estratti acquosi, bolliti e non, di P. <strong>la</strong>tifolia hanno effetti<br />

epatoprotettivi, come già accertato dal<strong>la</strong> medicina popo<strong>la</strong>re giordana che<br />

usava gli estratti acquosi di questa pianta nel<strong>la</strong> cura dell’itterizia. Inoltre gli<br />

estratti di foglie di P. <strong>la</strong>tifolia mostrano <strong>la</strong> presenza di sostanze antiossidanti<br />

come l’alfa-tocoferolo.<br />

Industriali: <strong>la</strong> corteccia di P. <strong>la</strong>tifolia ha proprietà tintorie.<br />

Artigianali: <strong>il</strong> legno di P. angustifolia, essendo duro e compatto, è adatto <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong>vori al tornio; <strong>per</strong> questo motivo è adatto anche a fornire legna da ardere. Il<br />

legno di P. <strong>la</strong>tifolia, più duro che nel<strong>la</strong> specie predetta, è ut<strong>il</strong>izzato come<br />

combustib<strong>il</strong>e di buona qualità, dando un ottimo carbone.<br />

Ornamentali: entrambe le specie sono idonee ad un ut<strong>il</strong>izzo <strong>per</strong> siepe, P.<br />

angustifolia anche in zone litoranee (resiste all’ aerosol marino); viene inoltre<br />

ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> l’ ottenimento di bonsai; molti vivaisti italiani provvedono al<strong>la</strong><br />

riproduzione e al<strong>la</strong> moltiplicazione <strong>per</strong> uso ornamentale. Ambedue le specie<br />

sono impiegate anche come fronda recisa.<br />

Variab<strong>il</strong>ità e germop<strong>la</strong>sma<br />

Le due specie non sono sempre fac<strong>il</strong>mente distinguib<strong>il</strong>i a causa del<strong>la</strong> estrema<br />

variab<strong>il</strong>ità delle foglie; spesso dai c<strong>la</strong>ssificatori le due specie sono state<br />

riunite in una so<strong>la</strong> (P. variab<strong>il</strong>is Timb.; P. vulgaris Caruel). Le foglie di P.<br />

<strong>la</strong>tifolia presentano dimorfismo legato all'età del<strong>la</strong> pianta, con foglie giovan<strong>il</strong>i<br />

ovate o ovato-<strong>la</strong>nceo<strong>la</strong>te, a base tronca o cordata; più tardi le foglie diventano<br />

ellittiche o <strong>la</strong>nceo<strong>la</strong>te, con base attenuata, più somiglianti a quelle di P.<br />

angustifolia e corrispondenti a quelle del taxon di dubbia validità chiamato P.<br />

media L.. A volte <strong>per</strong>ò <strong>la</strong> forma ovata <strong>per</strong>siste anche allo stadio adulto. Non<br />

risulta esistere alcuna cultivar delle due specie.<br />

Propagazione<br />

Per seme: i frutti ben maturi devono essere raccolti entro dicembre, prima<br />

che cadano a terra. Il seme va estratto dal frutto, liberato dal<strong>la</strong> polpa,<br />

scarificato meccanicamente o chimicamente con immersione in acido<br />

solforico concentrato <strong>per</strong> 30 minuti cui devono seguire abbondanti <strong>la</strong>vaggi e<br />

<strong>la</strong> semina (è ut<strong>il</strong>e <strong>la</strong> pacciamatura delle aiuole). I semi possono essere<br />

conservati <strong>per</strong> pochi giorni senza alcun accorgimento oppure <strong>per</strong> 2-3 mesi in<br />

frigorifero mesco<strong>la</strong>ti a sabbia umida (equivalente a una stratificazione<br />

fredda). La semina si effettua subito dopo <strong>la</strong> raccolta oppure nel<strong>la</strong> primavera<br />

successiva, in entrambi i casi con seme scarificato.<br />

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