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Scarica il Libro Completo - Istituto Sperimentale per la Floricoltura

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monoterpeni, che, in presenza di luce e di composti antropogenici,<br />

reagiscono con essi e producono un vero e proprio ‘inquinamento naturale’<br />

(principalmente ozono troposferico).<br />

Dal punto di vista fenomorfologico, le specie mediterranee possono<br />

ricorrere a un vasto spectrum di possib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> completare <strong>il</strong> loro ciclo vitale<br />

e ciò consente un'ottimizzazione delle risorse ambientali ed una<br />

competizione minima tra le specie coesistenti nello stesso habitat. Seppure<br />

in un contesto di grande variab<strong>il</strong>ità i ritmi fenologici presenti nelle specie<br />

mediterranee possono essere ricondotti a tre modelli principali:<br />

- specie sclerof<strong>il</strong>le sempreverdi (es. Arbutus unedo, Ph<strong>il</strong>lyrea spp.,<br />

Pistacia lentiscus, Ruscus aculeatus) che limitano <strong>la</strong> loro attività di<br />

accrescimento a un breve <strong>per</strong>iodo che precede quello in cui aumenta<br />

l’aridità. Un modello sim<strong>il</strong>e riguarda quelle specie (Erica arborea,<br />

Quercus <strong>il</strong>ex, Sm<strong>il</strong>ax as<strong>per</strong>a) che cessano di produrre nuove foglie e<br />

rami durante <strong>la</strong> stagione più secca e riprendono l’attività vegetativa dopo<br />

le prime piogge;<br />

- specie decidue nel <strong>per</strong>iodo arido (es. Calicotome v<strong>il</strong>losa) <strong>la</strong> cui<br />

strategia <strong>per</strong> evitare l’aridità si basa su due <strong>per</strong>iodi vegetativi interrotti<br />

da una fase senza foglie;<br />

- specie semidecidue (es. Cistus monspeliensis), con foglie di tipo<br />

mesofitico, che adottano una strategia intermedia con accrescimenti<br />

durante le stagioni aride e fredde.<br />

Strutture vegetazionali<br />

Le strutture vegetazionali tipiche dell’ambiente mediterraneo sono state<br />

profondamente analizzate da numerosi autori e ben codificate.<br />

La foresta sempreverde è formata da uno strato arboreo normalmente<br />

monospecifico, da uno strato arbustivo e da liane. Lo stato erbaceo è<br />

pressoché assente <strong>per</strong>ché <strong>la</strong> luce arriva molto debolmente al suolo.<br />

Macchia mediterranea con dominanza del leccio (Iso<strong>la</strong> d’Elba)<br />

(fonte: C<strong>la</strong>udio Cervelli)<br />

La più tipica ed evoluta delle formazioni mediterranee è senza dubbio <strong>la</strong><br />

foresta sempreverde dominata dal leccio (Quercus <strong>il</strong>ex), presente in tutto <strong>il</strong><br />

bacino del Mediterraneo anche se nel<strong>la</strong> parte occidentale (Spagna e<br />

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