Scarica il Libro Completo - Istituto Sperimentale per la Floricoltura
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accettato che <strong>la</strong> sclerof<strong>il</strong>lìa è una risposta adattativa al deficit idrico estivo<br />
tipico dei climi mediterranei, ma va osservato che le specie sclerof<strong>il</strong>le non<br />
sono esclusive di tali ambienti, e sono molto diffuse anche in regioni calde e<br />
umide come quel<strong>la</strong> macaronesica (Isole Canarie). E’ stata <strong>per</strong>tanto avanzata<br />
l’ipotesi che l’habitus sclerof<strong>il</strong>lico delle specie mediterranee sia derivato da<br />
strutture anatomiche di tipo <strong>la</strong>urof<strong>il</strong>lico proprio di specie differenziatesi in<br />
zone umide e solo più tardi acclimatate a climi più aridi. La sclerof<strong>il</strong>lìa è<br />
inoltre considerata come un fenomeno adattativo secondario, legato alle<br />
condizioni di scarsa fert<strong>il</strong>ità dei suoli su cui questa vegetazione si è evoluta,<br />
soprattutto in re<strong>la</strong>zione alle carenze di fosforo e di azoto.<br />
La struttura fogliare delle sclerof<strong>il</strong>le mediterranee è caratterizzata da<br />
cuticole spesse e mesof<strong>il</strong>lo molto denso, formato da più strati di tessuto a<br />
palizzata. In tal modo gli spazi intercellu<strong>la</strong>ri sono scarsi, e questo implica<br />
una certa difficoltà negli scambi gassosi. Ciò protegge <strong>la</strong> foglia da<br />
un'eccessiva traspirazione ma, allo stesso tempo, ne riduce l'efficienza<br />
fotosintetica e, in ultima analisi, <strong>la</strong> capacità di crescita. Inoltre, le foglie<br />
sono spesso impregnate di sostanze che hanno funzione protettiva, ma<br />
hanno un costo metabolico molto alto e di conseguenza assorbono molte<br />
energie sottraendole al<strong>la</strong> crescita.<br />
La chiusura degli stomi avviene nelle ore più calde del<strong>la</strong> giornata.<br />
Tuttavia, quando <strong>la</strong> carenza idrica è molto prolungata si può avere una vera<br />
e propria condizione di ‘riposo’ estivo. Spesso le sempreverdi bloccano ogni<br />
attività durante <strong>la</strong> stagione caldo-arida e <strong>la</strong> riprendono in autunno o,<br />
addirittura, nel corso dell'inverno. Giornate miti e soleggiate, abbastanza<br />
frequenti negli inverni mediterranei, sono sufficienti ad indurre <strong>la</strong> funzione<br />
fotosintetica.<br />
Macchia bassa con presenza di cisti in riposo estivo (Alghero - SS)<br />
(fonte: C<strong>la</strong>udio Cervelli)<br />
Le piante mediterranee, inoltre, sv<strong>il</strong>uppano spesso un apparato radicale<br />
molto esteso e profondo, che consente di assorbire acqua dal suolo anche in<br />
situazioni di forte aridità, cosicché esse riescono a svolgere <strong>la</strong> fotosintesi in<br />
presenza di potenziali idrici fortemente negativi nelle foglie, sebbene in<br />
queste condizioni siano soggette ad un forte consumo delle riserve di amido.<br />
Specialmente durante <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo di forte riscaldamento estivo, infine, molte<br />
specie mediterranee emettono dalle foglie composti vo<strong>la</strong>t<strong>il</strong>i, come isoprene e<br />
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