Scarica il Libro Completo - Istituto Sperimentale per la Floricoltura
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volti al<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione del ferro, di cui era ricca l’iso<strong>la</strong>. Si può accennare<br />
anche agli ingenti volumi legnosi richiesti da alcune attività ludico-sociali<br />
quali <strong>la</strong> diffusa frequentazione delle terme da parte dei Romani.<br />
In Italia le foreste più intensamente sottoposte ad ut<strong>il</strong>izzazione sono state<br />
quelle p<strong>la</strong>niziari, spesso ubicate in aree litorali a clima mediterraneo. La<br />
maggior parte di esse sono state distrutte <strong>per</strong> far posto all'agricoltura e,<br />
conseguentemente, sono arrivati a noi solo pochi esempi: <strong>il</strong> Bosco Nordio<br />
nel Veneto; <strong>il</strong> Boscone del<strong>la</strong> Meso<strong>la</strong>, grazie al<strong>la</strong> passione venatoria del<strong>la</strong><br />
famiglia d'Este che ne fu padrona fino al 1758, in Em<strong>il</strong>ia Romagna; <strong>la</strong> Selva<br />
del Circeo, residuo dell'antica Selva di Terracina, nel Lazio; <strong>il</strong> Bosco di<br />
Policoro in provincia di Matera; e pochissimi altri, oggi relegati ma<br />
salvaguardati all’interno di Parchi naturali.<br />
Il danno derivante dal<strong>la</strong> distruzione del<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura forestale è accentuato<br />
in modo partico<strong>la</strong>re dal successivo pasco<strong>la</strong>mento, ma le conseguenze del<strong>la</strong><br />
deforestazione sono meno gravi nelle zone umide dove <strong>la</strong> ricostituzione<br />
dell'ambiente forestale, in assenza di incendi, avviene in tempi re<strong>la</strong>tivamente<br />
brevi.<br />
Un altro aspetto del problema in Italia è <strong>la</strong> crescente privatizzazione delle<br />
fonti di acqua minerale, ubicate spesso in zone a vocazione boschiva, e <strong>la</strong><br />
diffusa disattenzione delle norme che prescrivono <strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura forestale<br />
nelle vicinanze delle sorgenti.<br />
Incendi<br />
La Regione Mediterranea è partico<strong>la</strong>rmente colpita dagli incendi,<br />
venendo bruciati in media ogni anno da 600.00 a 800.000 ettari. In Italia, tra<br />
<strong>il</strong> 1970 ed <strong>il</strong> 2003, <strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie <strong>per</strong>corsa dal fuoco ha su<strong>per</strong>ato <strong>per</strong> 16 volte i<br />
100.000 ettari e <strong>per</strong> 3 volte (1981,1983,1993) i 200.000 ettari. La normativa<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> prevenzione e <strong>la</strong> lotta attiva, tra cui <strong>la</strong> Legge-quadro in materia di<br />
incendi boschivi (L.353/2000), è abbondante ma senz’altro insufficiente a<br />
contenere i danni. Mentre gli incendi di picco<strong>la</strong> entità facevano parte delle<br />
dinamiche naturali, quelli di più ampia portata sono fortemente aumentati<br />
negli ultimi decenni, soprattutto in conseguenza dei rapidi cambiamenti<br />
dello sfruttamento dei terreni, dei conflitti socio-economici e degli interessi<br />
contrastanti. Gli incendi non si manifestano uniformemente sul territorio: a<br />
parità di condizioni climatiche, lo sv<strong>il</strong>uppo di incendi è favorito da<br />
situazioni quali l'abbandono delle aree rurali e delle pratiche selvicolturali<br />
tradizionali, <strong>la</strong> costituzione di piantagioni monospecifiche (specialmente se<br />
resinose), l’afflusso turistico, l’irrazionale urbanizzazione di aree boscate.<br />
L’incendio è sicuramente uno dei maggiori <strong>per</strong>icoli <strong>per</strong> <strong>la</strong> vegetazione<br />
mediterranea, anche se essa ha sv<strong>il</strong>uppato delle strategie di difesa e di<br />
recu<strong>per</strong>o che riflettono <strong>il</strong> passaggio ricorrente del fuoco. Le strategie di<br />
recu<strong>per</strong>o del<strong>la</strong> vegetazione contemp<strong>la</strong>no <strong>la</strong> fac<strong>il</strong>ità di disseminazione e <strong>la</strong><br />
spiccata capacità pollonifera da parte delle ceppaie di molte specie,<br />
soprattutto arbustive. Nelle regioni mediterranee <strong>la</strong> vegetazione forestale si<br />
presenta secondo diverse tipologie derivanti dalle varie combinazioni di<br />
specie arboree e arbustive e dalle conseguenti caratteristiche strutturali.<br />
L’intensità e <strong>per</strong>icolosità degli incendi sono strettamente collegate al tipo di<br />
vegetazione ed aumentano con l’incremento del<strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong> cenosi<br />
forestale di arbusti quali i cisti, che sono altamente infiammab<strong>il</strong>i, invadenti e<br />
non appetiti dal bestiame. Nei boschi di <strong>la</strong>tifoglie arboree in purezza<br />
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