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Nel romanzo George, oltre a narrare le vicende di un giovane nero,<br />
Night, che lavora come modello, accompagnatore e gigolo per<br />
realizzare il suo sogno di diventare un cantante soul di successo, analizza<br />
anche lo stretto rapporto creatosi tra il protagonista e la sorella<br />
Nicki, unico elemento di sostegno affettivo dopo la morte della madre<br />
– avvenuta durante la loro infanzia – e l’allontanamento progressivo<br />
del padre, troppo preso dal suo odio per il sistema. Nel capitolo<br />
intitolato Mio padre è un uomo complicato, Night racconta:<br />
Mio padre è un uomo complicato e per lui ho sentimenti contrastanti,<br />
per lo più ostili. Cercherò di fare di tutto per giustificarlo.<br />
Perdonarlo? Non so proprio... Da quanto raccontano i miei parenti,<br />
prima della mia nascita era un diavolo d’un nero. Gli anziani ne<br />
parlano ancora. Le foto nel nostro album parlano di marce e manifestazioni.<br />
I documenti riservati dell’Fbi che era riuscito a ottenere,<br />
nonostante le parti censurate, confermavano la rilevanza del ruolo<br />
da lui rivestito.<br />
Durante gli anni Sessanta, quando il Black Power era di moda, come<br />
l’<strong>hip</strong> <strong>hop</strong> a giorni nostri, e lo slogan “Burn Baby Burn” era sulle labbra<br />
di tutti i fratelli neri, mio padre era un attivista che conosceva<br />
Huey, H. Rap e altri il cui cocktail preferito erano le molotov. In un<br />
negozio a soli tre isolati da dove sono cresciuto gestiva Soul (Soldiers<br />
Organized to Unite and Liberate) e predicava l’autodifesa, i<br />
valori culturali del nazionalismo nero e la retorica sull’uccisione degli<br />
sbirri (non necessariamente in quest’ordine). Fondata sulle donazioni<br />
di privati, l’autofinanziamento e la vendita di daishiki fatti in<br />
casa, Soul s’impegnò contro la brutalità della polizia e contro gli<br />
sgomberi nelle aree popolari. Molte fotografie nel suo album lo ritraggono<br />
con in mano un megafono mentre incita la gente a spaccare<br />
il culo ai bianchi.[...]<br />
Negli anni della mia adolescenza però gli afro non andavano più di<br />
moda, il funk era stato rimpiazzato dalla disco e l’attivismo nero stava<br />
mostrando segni di crisi. L’ufficio di Soul chiuse per la mancanza<br />
di fondi, i daishiki furono sostituiti dai pantaloni in poliestere e mio<br />
padre aveva bisogno di un lavoro vero.<br />
Uno del suo gruppo aveva accettato un lavoro da venduto per un<br />
politico nero di recente elezione. Così attraverso i canali del Partito<br />
democratico mio padre è passato dai megafoni e daishiki all’uniforme<br />
da postino: fine della rivoluzione, inizio del lavoro civile. Il<br />
mio primo ricordo di lui è quello non di un uomo alla testa di un corteo<br />
bensì di un nero in uniforme blu che spinge un carrello con un<br />
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