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Perché questi film e queste canzoni sulle inner city dei centri urbani<br />
ebbero un così grande successo a livello artistico e di pubblico, mentre<br />
suscitarono tanta ansia a livello politico?<br />
Durante gli anni Ottanta il dibattito pubblico era dominato per<br />
lo più da politici e giornalisti che non avevano alcun contatto, alcuna<br />
conoscenza diretta delle condizioni di vita e delle dinamiche che caratterizzavano<br />
le comunità urbane povere. Il rap fornì una voce e un<br />
punto di vista diversi. Anche un certo cinema di quel periodo rappresentò<br />
un mezzo per stabilire un relazione molto più intima con i<br />
sentimenti e le esperienze che i giovani neri affrontavano quotidianamente.<br />
Nel mio nuovo libro Race Matters cerco di illustrare come<br />
l’<strong>hip</strong> <strong>hop</strong> abbia cambiato la percezione e il significato stesso del termine<br />
urban. Storicamente negli Stati uniti il termine è sempre stato<br />
sinonimo di nero, di povero, una parola utilizzata per riferirsi al crimine,<br />
alla patologia e alla razza. L’impatto culturale dell’<strong>hip</strong> <strong>hop</strong> sulla<br />
gioventù urbana nera è stato tale da trasformare radicalmente il<br />
concetto di urban nella percezione della nazione intera.<br />
Non trovi ironico il fatto che i giovani neri godano di una visibilità e<br />
popolarità eccezionali e la comunità nera, invece, stia vivendo un periodo<br />
di crisi senza precedenti?<br />
Questo è il più grosso paradosso della storia nera degli ultimi<br />
trentanni. Il capitalismo ha di fatto reso i poveri e la popolazione di<br />
colore delle vittime in questo paese. Con questo intendo dire che le<br />
trasformazioni associate alla globalizzazione del capitale, la disoccupazione<br />
creata dalla delocalizzazione delle industrie, hanno trasformato<br />
radicalmente le condizioni di vita nelle comunità nere, plasmate<br />
dal lavoro nelle fabbriche del Nord che aveva portato una popolazione<br />
per lo più rurale e proveniente dal Sud a trasferirsi nei grandi<br />
centri urbani a partire dagli anni Venti. I giovani neri furono le vittime<br />
principali di queste trasformazioni economiche poiché nelle aree<br />
in cui vivevano ormai non esistevano opportunità lavorative o economiche.<br />
Allo stesso tempo, però, la gioventù di colore è stata in grado<br />
di creare ambiti di visibilità e profitto. Come dice Robin D.G.<br />
Kelley in Yo! Mama’s Dysfunktional!: “Capitalism has been black<br />
youth greatest friend and greatest foe” (Il capitalismo è al tempo<br />
stesso il più grande nemico e il più grande compagno per la gioventù<br />
di colore). Ciò che intende dire con quest’affermazione è che nel<br />
momento stesso in cui l’economia era sempre più dominata dai me-<br />
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