You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Movimento di liberazione. Tale teoria è alla base della sceneggiatura<br />
scritta da Melvin Van Peebles nel 1995 per il film del figlio Mario,<br />
Panthers. In realtà, il film contiene poca storia, tanta fiction e una<br />
buona dose di paranoia. Tuttavia, tante più informazioni si riescono<br />
a recuperare sui programmi di controspionaggio, denominati Cointelpro,<br />
quanto più queste teorie appaiono verosimili. Che sia parte<br />
di un complotto più vasto ordito dal governo (o chi per esso) o, invece,<br />
la conseguenza della corruzione poliziesca, sta di fatto che la nascita<br />
di una cultura della droga distrusse completamente il Movimento<br />
di liberazione nero e indebolì le forme di solidarietà bianca<br />
nei confronti delle lotte degli afro-americani.<br />
Nell’agosto del 1996, il “San Josè Mercury News”, un giornale<br />
californiano con diffusione locale, pubblicò un articolo dal titolo<br />
Dark Alliance che evidenziava gli stretti legami tra Cia e cartelli colombiani<br />
per l’importazione di cocaina negli Stati uniti. Attivisti e<br />
politici afro-americani come Dick Gregory e Maxine Waters hanno<br />
immediatamente abbracciato tali tesi e accusato la Cia, che da parte<br />
sua ha negato qualsiasi coinvolgimento. Nel 2000, un collettivo di videoattivisti,<br />
Guerrilla News Network (Gnn.tv), ha realizzato un cortometraggio<br />
online (vincitore del Sundance Film Festival dello stesso<br />
anno) che sottolinea il ruolo svolto dalla Cia nella vicenda (ripercorrendo<br />
vicende e operazioni attraverso le testimonianze dirette di<br />
ex agenti, accademici e giornalisti).<br />
Durante gli anni Settanta, la cocaina divenne la droga di moda e i<br />
club after-hour rappresentavano i locali dove i consumatori di eccitanti<br />
potevano incontrarsi per socializzare e, allo stesso tempo, differenziarsi<br />
dai fumatori di erba e dai tossici. Verso il finire degli anni<br />
Settanta e i primi anni Ottanta, la cocaina era “cucinata” e fumata in<br />
basi. Secondo questo procedimento, la droga viene fatta bollire nell’acqua,<br />
il residuo è poi mischiato con ammoniaca (questa pratica è<br />
conosciuta come “freebase”). Le aggregazioni chimiche che ne risultano<br />
vengono chiamate “crack” per il caratteristico rumore che producono<br />
mentre bruciano. La diffusione di questo nuovo utilizzo della<br />
cocaina si ebbe nel momento in cui il narcotraffico in Colombia,<br />
Bolivia e Perù aveva deciso di investire massicciamente nell’esportazione<br />
di droga, aumentando il numero dei campi adibiti alla coltivazione<br />
e abbassando il prezzo d’acquisto all’ingrosso.<br />
La ricostruzione storica del sociologo Terry Williams evidenzia<br />
come il prezzo al chilo della cocaina crollò dai 50 mila dollari del<br />
61