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conda rivelazione della mia vita. Mi chiedevo che cosa stesse facendo;<br />
stava rappando, stava improvvisando o che cosa? Il suo messaggio<br />
era radicale, un messaggio di lotta. Contenuti impegnati in rima:<br />
questa sono io! Ecco che cosa ho pensato. Questa è stata la mia introduzione<br />
allo spoken word. Reggy Game è il godfather (padrino)<br />
dello spoken word per i giovani della mia generazione. Certo, parliamo<br />
di una tradizione resa nota dai Last Poets e dai Watts Poets<br />
ma Reggy è l’elemento più rappresentativo per la generazione dell’<strong>hip</strong><br />
<strong>hop</strong>. Diventammo amici e iniziai a darmi a un genere poesia<br />
dal sapore e ritmo <strong>hip</strong> <strong>hop</strong>. Iniziai a esibirmi a New York in diversi<br />
posti fino a vincere lo slam 1 al Nuyorican Poets Cafè. A entusiasmarmi<br />
dello spoken word è il fatto che rimane strettamente legato<br />
alla cultura <strong>hip</strong> <strong>hop</strong> e alle idee, al contenuto. In quel periodo la cultura<br />
<strong>hip</strong> <strong>hop</strong> stava per essere completamente cooptata dalla cultura<br />
mainstream e commerciale. L’epoca del conscious rap era terminata<br />
e ci si avviava verso quella del gangsta rap che precedeva l’attualissima<br />
fase del bling bling. 2 Per lo spoken word era il luogo d’espressione<br />
ideale.<br />
La tua esperienza nell’East Coast è ricca di incontri con i pionieri della<br />
cultura <strong>hip</strong> <strong>hop</strong>. So che hai avuto importanti esperienze e incontri anche<br />
nella costa Ovest dove si respira un’aria e una cultura diversa, vuoi<br />
raccontarci qualcosa?<br />
In effetti, sono andata a Los Angeles per motivi di lavoro extramusicale.<br />
Attraverso amicizie varie, come per esempio Donald D<br />
dei Rhyme Syndicate che mi ha messo in contatto con Ice T, e alla<br />
Zulu Nation che mi ha permesso di conoscere e lavorare con<br />
Afrika Islam, sono entrata nella scena underground cittadina.<br />
Afrika Islam era molto interessato non solo alle mie capacità artistiche<br />
ma anche alla mia abilità come organizzatrice. Così mi chiese<br />
di aiutarlo a creare una sede della Zulu Nation a Los Angeles e<br />
di occuparmi del lavoro di assistenza e dei quartieri neri più poveri.<br />
La Zulu Nation, anche se si stava espandendo nelle città americane,<br />
a Los Angeles non era ancora riuscita a impiantare nessuna<br />
reale struttura. Nel 1993, grazie al mio impegno e ai risultati ottenuti<br />
sono stata nominata Queen della Zulu Nation, la più alta posizione<br />
per una donna nella gerarchia dell’organizzazione. Non ci<br />
crederete, è stata una scena molto divertente ma, allo stesso tempo,<br />
assolutamente solenne e carica di responsabilità future. Iniziai a la-<br />
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