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bigger than hip hop - Autistici

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L’<strong>hip</strong> <strong>hop</strong> ti ha affascinato da subito ma come hai fatto per saperne di<br />

più su questa nuova cultura che proveniva da uptown ed era ancora<br />

agli albori?<br />

Iniziai a passare tutto il mio tempo libero alla ricerca di quegli artisti,<br />

inseguendo le loro opere tra muri e treni metropolitani. Un<br />

giorno vidi un articolo sul “Village Voice” che parlava di Fab Five<br />

Freddy e della sua crew di graffittari, i Faboluos Five: tra i cui membri<br />

figurava anche Lee Quinones, protagonista di Wild Style (1982) –<br />

il primo film sulla scena <strong>hip</strong> <strong>hop</strong>, realizzato nel 1983 da Charlie<br />

Ahearn – e ora artista di fama internazionale. Ebbi modo di conoscere<br />

Fab Five – molto più bravo come organizzatore di eventi che come<br />

writer – e decidemmo di fare insieme un party nel loft del mio amico<br />

Peskett. Chiamammo questo evento Canal Dome. La festa fu la prima<br />

occasione in cui la cultura underground newyorchese veniva<br />

esposta alle nuove forme e sollecitazioni che stavano esplodendo uptown<br />

– solo in un secondo momento verrà adottata la terminologia<br />

<strong>hip</strong> <strong>hop</strong> culture – e fu anche la notte in cui conobbi Jean-Michel Basquiat,<br />

quella volta decidemmo di creare un gruppo, Gray. Mi ricordo<br />

ancora perfettamente la data: era il 29 aprile 1979.<br />

Quali elementi della nuova cultura ti affascinavano di più?<br />

Questa nuova cultura sembrava coinvolgermi sempre più man<br />

mano che ne scoprivo nuovi aspetti. Fu Fab Five a farmi assistere alla<br />

prima esibizione di breakdancing. Io ne avevo solo sentito parlare<br />

e così Fab mi disse di vederci alla tal ora nel tal posto. Appena arrivato<br />

vidi dei ragazzini portoricani contorcersi su se stessi. E così, preso<br />

da una eccitazione irrefrenabile, chiesi loro se fossero dei b-boy. Mi<br />

dissero di far parte di una crew chiamata Ibm (International Break<br />

Masters), un nome geniale, non trovi? Chiesi loro di esibirsi per me<br />

ma ovviamente si rifiutarono e così li invitai in un club dove avrebbero<br />

potuto fare le loro performance su un pavimento di legno. Li<br />

dovetti letteralmente corteggiare per più di una settimana finché alla<br />

fine accettarono di esibirsi. Quando li vidi danzare capii di che cosa<br />

erano realmente capaci e iniziai a seguirli ovunque si esibissero per<br />

fare delle riprese video con il mio superotto.<br />

E da quel momento la cultura <strong>hip</strong> <strong>hop</strong> ti ha coinvolto sempre più?<br />

In quel periodo New York era davvero eccitante e dopo soli due<br />

anni avevo la sensazione di averne vissuti almeno dieci. Se l’unità di<br />

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