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stro sistema. Infatti, il riconoscimento costituzionale dell'indipendenza
e della piena autonomia dell'Eurofed, costituzionalmente sancita,
riguarderebbe anche le banche centrali nazionali alle quali verrebbe
esteso, di fatto, il modello su cui la Costituzione tedesca del
1957 ha sagomato lo statuto della Bundesbank. li Sistema Eurofed
verrebbe in tal modo ad assumere una significativa valenza politica
in quanto ad esso sarebbe affidata non solo la gestione ma anche
la determinazione dei contenuti della politica monetaria con l'unico
vincolo dell'obiettivo primario, anch'esso inserito nel trattato e dunque
ricompreso tra gli elementi costitutivi della nuova istituzione,
della stabilità dei prezzi. E se da una parte, come si è detto, disposizioni
molto drastiche escludono che istituzioni politiche comunitarie
o nazionali possano esercitare una qualche influenza sulle articolazioni
del Sistema stesso (banca europea e/o banche centrali nazionali)
se non attraverso le procedure di nomina degli organi di amministrazione
delle istituzioni bancarie, di contro è esplicitamente riconosciuto
alla Banca centrale europea un potere di orientamento/persuasione
di carattere generale su tutta l'area della politica economica:
funzioni consultive ex articolo 2 del progetto di statuto in ordine
ai progetti di legislazione comunitaria vertenti su materie monetarie,
bancarie, finanziarie e di vigilanza; obbligo di consultazione da parte
delle autorità nazionali su progetti di legge vertenti sulle medesime
materie; obbligo, per ciascuno Stato, di concertazione con la BCE
per ogni decisione riguardante le parità di cambio; facoltà di dare
pubblicità ai propri pareri; procedure di trasparenza e di informazione
nei confronti delle altre istituzioni comunitarie e, in particolare,
relazione annuale al Parlamento e partecipazione ai lavori dei Comitati
specializzati del Parlamento stesso (5).
Ne conseguirebbe, sul piano interno, una diversa collocazione istituzionale
della Banca centrale che verrebbe ad assumere una posizione
di assoluta indipendenza nei confronti del Tesoro la cui politica
monetaria sarebbe fortemente (e una volta pienamente realizzata l'unione
monetaria, totalmente) condizionata dall'autorità monetaria europea
di cui la Banca centrale è parte. È pur vero (M. Monti) che
il riconoscimento giuridico dell'indipendenza della Banca centrale interverrebbe
in un sistema di relazioni istituzionali che si è andato
impostando e consolidando in termini di sostanziale autonomia tra
Governo e Autorità monetaria. Ed è altrettanto vero che esso coinciderebbe
con il progressivo restringimento dei margini di manovra