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e - Camera dei Deputati

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194 Italo Scotti<br />

Anche in questa direzione l'esperienza dell'autunno 1990 ha segnato<br />

passi in avanti. Per la prima volta il comma 6 è stato applicato,<br />

sia pure relativamente ai saldi del bilancio programmatico per il primo<br />

anno (derivanti dalla legislazione vigente comprensiva degli effetti<br />

della finanziaria e <strong>dei</strong> provvedimenti collegati). Il problema<br />

riguarda dunque gli altri due anni che saranno oggetto di nuove<br />

e più concrete decisioni programmatiche e attuative.<br />

Ma l'orizzonte programmatico triennale non può essere sottovalutato,<br />

né tanto meno smarrito. In questo senso si muove la decisione<br />

di Governo e Parlamento di tradurre preventivamente nel documento<br />

programmatico le regole di variazione del bilancio nelle cifreobiettivo<br />

delle principali voci di entrata e di spesa e <strong>dei</strong> conseguenti<br />

saldi del bilancio pluriennale programmatico.<br />

La connessione tra documento e bilancio pluriennale programmatico<br />

è così compiuta. Resta da realizzare in pieno il raccordo con<br />

la decisione attuativa e non sembrano possibili altre strade se non<br />

quella che, attraverso i fondi negativi, conduce ai saldi programmatici.<br />

Appare quindi inevitabile l'illustrazione dell'intera manovra triennale<br />

nei fondi speciali, sia pure con formulazioni ampie, simili a<br />

quelle che compendiano le linee di intervento settoriaIe, per gli anni<br />

successivi al primo, esposte nel documento programmatico. Il Governo<br />

si è sempre opposto ad esplicitare una manovra triennale nella<br />

sua interezza, sostenendo che le condizioni politiche ed economiche<br />

esterne renderebbero tale dichiarazione un esercizio retorico (4).<br />

Ma la logica della programmazione è quella di dire oggi, nella<br />

situazione data, quali misure è necessario prendere per raggiungere<br />

gli obiettivi programmati. Parimenti la prossima decisione programmatica<br />

dirà quali misure bisognerà adottare in quel momento per<br />

conseguire obiettivi che, secondo logica e secondo l'esperienza di<br />

questi anni, restano in sostanza i medesimi. Si può suggerire allora<br />

che gli obiettivi finali non siano considerati disponibili, salvo parziali<br />

aggiustamenti, per le decisioni annuali di bilancio, ma riguardino<br />

più direttamente il rapporto fiduciario fra Governo e Parlamento,<br />

formando oggetto delle dichiarnzioni programmatiche del Governo.<br />

Resterebbe pienamente disponibile alla decisione annuale la graduazione<br />

degli interventi: in questo modo la decisione presa in un<br />

anno dovrebbe costituire un limite minimo per quelle degli anni successivi.

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