e - Camera dei Deputati

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L'analisi condotta sulle disposizioni relative ad accordi e contratti
di programma e a conferenze di servizi si conclude con alcuni spunti
per una ipotesi di costruzione normativa, formulata tenendo anche
conto delle prime esperienze applicative dei nuovi istituti.
2 - Gli accordi di programma
L'accordo di programma fa la sua prima appanzIOne nel nostro
ordinamento tra il 1984 e il 1985, nel settore del trasporto e per
l'attuazione dei programmi integrati mediterranei della Cee (5).
L'anno successivo, con l'articolo 7 della legge 1 0 marzo 1986,
n. 64, sul Mezzogiorno, esso riceve una prima più organica regolamentazione,
con prospettive di larga applicazione in settori diversi:
dalle opere pubbliche e infrastrutture alle attività economiche e di
ricerca, fino alla formazione e assistenza tecnica per tutte le attività
oggetto dell'intervento straordinario. La norma stabilisce, infatti, che
«per gli interventi del programma triennale di sviluppo del Mezzogiorno
che richiedano, per la completa attuazione, l'iniziativa integrata
e coordinata di regioni, enti locali ed altri soggetti pubblici
e amministrazioni statali, il ministro per il Mezzogiorno e i soggetti
interessati promuovono un accordo di programma, che attui il coordinamento
delle azioni di rispettiva competenza e, fra l'altro, ne determini
i tempi, le modalità e il finanziamento stabilendo, altresì,
i destinatari della gestione, che può essere affidata a consorzi a tal
fini costituiti» (6) C).
Nei tre anni che seguono, l'istituto si diffonde ulteriormente, per
opera di leggi o provvedimenti speciali (8). Solo in alcuni casi viene
però seguita la traccia normativa della legge sul Mezzogiorno.
Per lo più si preferisce ricorrere a formulazioni particolari, a testimonianza
dello stadio ancora sperimentale dell'elaborazione.
In alcuni casi, il riferimento ad accordi di programma è combinato
con la previsione di conferenze di servizi tra le amministrazioni
a vario titolo interessate. Senonché se talvolta, opportunamente,
i due strumenti si integrano e completano, nel rispetto
della diversa natura e funzione di ciascuno (9), altre volte, invece,
paiono concepiti come alternativi o surrogatori,in una sovrapposizione
che di nuovo manifesta la ricerca di assetti non ancora
definiti (10).