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Parlamento e governo dell'ambiente 239
In alcuni casi di sicuro rilievo è addirittura del tutto mancata una
specifica iniziativa legislativa governativa, come per i provvedimenti
sulle aree naturali protette e sulla protezione della fauna selvatica.
Tale questione certo travalica il settore che qui interessa, attenendo
a problematiche di carattere generale quali, in particolare, le difficoltà
governative di progettazione e di gestione in Parlamento dell'indirizzo
politico-legislativo, difficoltà determinate in particolar modo
dalla natura dei Governi di coalizione e dalle caratteristiche del sistema
politico. Per altro, nel caso specifico dell'ambiente, la stessa natura
del Ministero che ha la responsabilità del settore, con le sue caratteristiche
funzioni di coordinamento che ne irrigidiscono l'iniziativa
in una intelaiatura assai fitta di concerti ed intese, contribuisce ad
evidenziare le difficoltà richiamate e, conseguentemente; a sollecitare
un più deciso intervento propositivo del Parlamento.
Quanto ai contenuti dell'attività legislativa più recente (circa i
quali si ricorda che, nel corso del dibattito del 1987 in Assemblea,
era stato espresso l'auspicio che le esigenze di salvaguardia ambientale
potessero esercitare una capacità attrattiva nei confronti di altre
aree di competenza), due esempi sono a mio parere estremamente
significativi del nuovo approccio del legislatore a tematiche di tipo
più tradizionale. In primo luogo, il caso della legge sulla difesa del
suolo, di cui è noto il lunghissimo iter parlamentare. Connotata originariamente
da una visione prevalentemente idraulica della gestione
delle acque a fini di tutela e salvaguardia del territorio, l'attenzione
del legislatore, in particolar modo nel corso della X legislatura, si
è progressivamente allargata a considerare la stretta connessione esistente
tra i vari momenti di governo delle risorse ambientali (tutela
del territorio «dalle» acque ma anche, insieme, tutela «delle» acque)
e quindi la necessità di trovare per essi un luogo di coordinamento
e di integrazione. Conseguentemente, il piano di bacino si è caricato
nel corso dell'iter di contenuti e di valenze, e come obiettivi della
legge, accanto alla difesa del suolo, sono stati assunti «il risanamento
delle acque, la fruizione e gestione del patrimonio idrico per gli usi
di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali
ad essi connessi» (articolo 1).
L'altro esempio riguarda la normativa organica sulla ricostruzione
della Valtellina (che origina interamente da proposte di legge di iniziativa
parlamentare), in cui, novità di rilievo rispetto a precedenti