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supporti fisici, come <strong>il</strong> floppy disk, <strong>il</strong> cd-rom o <strong>il</strong> dvd. L’unica differenza<br />
apprezzab<strong>il</strong>e tra la consultazione online e quella “in locale” sarà forn<strong>it</strong>a<br />
dal diverso percorso riportato nella location bar, la barra degli indirizzi<br />
<strong>del</strong> browser. 12 Se questi lavori si caratterizzano sicuramente per una maggiore<br />
“specific<strong>it</strong>à” rispetto alle opere preesistenti alla Rete e solo successivamente<br />
riadattate (scansioni di quadri, fotografie, ecc), non diversamente<br />
dall’art on the web si servono <strong>del</strong>la Rete come semplice veicolo di<br />
diffusione.<br />
Tuttavia, è bene non coniare categorie anal<strong>it</strong>iche troppo schematiche.<br />
Non tutti i lavori che risiedono su Web, infatti, possono esistere al di fuori<br />
di esso. Vuoi perché in continua evoluzione, o perché effettivamente<br />
aperti ai contributi esterni, o perché indagano riflessivamente sul proprio<br />
medium, alcuni s<strong>it</strong>i di Web art possono essere considerati a pieno t<strong>it</strong>olo<br />
operazioni di net.art. 13 Più in generale, bisogna riconoscere come alcune<br />
piattaforme Web tendano a essere sempre più aperte consentendo ai navigatori<br />
di inserire i propri f<strong>il</strong>e o di entrare in comunicazione diretta con<br />
altri utenti. 14 È riduttivo quindi considerare <strong>il</strong> Web come una semplice<br />
vetrina, atta a rappresentare esclusivamente contenuti fac<strong>il</strong>mente reificab<strong>il</strong>i.<br />
Usata in un certo modo, anche la Web art può divenire un mezzo<br />
d’interazione reale, in grado di favorire lo sv<strong>il</strong>uppo di una co-autorial<strong>it</strong>à<br />
diffusa, e non solo, un feedback autistico tra l’uomo e la macchina.<br />
La net.art dunque non va messa in relazione ad alcuna applicazione<br />
specifica. Piuttosto, per definirne <strong>il</strong> raggio d’azione sarà bene collegarla a<br />
tre concetti o pratiche: <strong>il</strong> gioco ident<strong>it</strong>ario, la manipolazione dei flussi<br />
informativi e l’estetica <strong>del</strong> macchinico. A partire da quest’ultima risaliremo<br />
alle origini <strong>del</strong>la net.art, per poi analizzare, nei cap<strong>it</strong>oli successivi, le<br />
altre modal<strong>it</strong>à d’intervento.<br />
Estetica <strong>del</strong> macchinico e <strong>del</strong>la comunicazione<br />
Il principio <strong>del</strong> “macchinico” non si riferisce esclusivamente a oggetti tecnologici<br />
o meccanici connessi o indipendenti dal corpo umano. Le macchine<br />
possono essere corpi sociali, complessi industriali, formazioni psicologiche<br />
o culturali, come <strong>il</strong> complesso dei desideri, att<strong>it</strong>udini e stimoli che<br />
creano forme particolari di comportamento collettivo, o l’aggregazione di<br />
materiali, strumenti, individui, linee di comunicazione, regole e convenzioni<br />
che insieme formano una grande azienda o un’ist<strong>it</strong>uzione. Questi sono<br />
esempi di “macchine” intese come assemblaggi di parti eterogenee, aggregazioni<br />
che trasformano le forze, articolano e propellono i loro elementi, e<br />
li forzano in uno stato di continua trasformazione e divenire.<br />
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