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to a Tokyo per presentare <strong>il</strong> suo progetto all’Inst<strong>it</strong>ute of Contemporary<br />

Culture. In questo caso, sempre per mezzo di un form, i navigatori potevano<br />

inviare all’artista un certo numero di fax o volantini (da 1 a 500), che<br />

egli avrebbe poi provveduto a distribuire per le strade di Tokyo, nelle stazioni<br />

<strong>del</strong>la metropol<strong>it</strong>ana o che avrebbe abbandonato nei cassonetti <strong>del</strong>la<br />

stazione di Shibuya. Anche qui, <strong>il</strong> navigatore aveva a disposizione una serie<br />

di opzioni paradossali, come scegliere la stazione <strong>del</strong>la metropol<strong>it</strong>ana<br />

o <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> destinatario dei volantini. La fissazione di Bunting per le ferrovie<br />

urbane emerge anche da alcuni suoi appunti di viaggio (“non c’è<br />

una mappa completa <strong>del</strong>la metropol<strong>it</strong>ana, sono tutte diverse e mancano<br />

un sacco di stazioni”).<br />

Da una parte, dunque, i progetti di Bunting si mostravano in perfetta<br />

continu<strong>it</strong>à con gli esperimenti di estetica <strong>del</strong>la comunicazione precedenti,<br />

con palesi ascendenze legate a Fluxus e al neoismo; 27 dall’altra, evidenziavano<br />

le possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à sociali offerte dal nuovo medium, pur tralasciando<br />

di indagarne gli aspetti più propriamente formali e linguistici.<br />

Nello stesso periodo, <strong>il</strong> comp<strong>it</strong>o di portare avanti la sperimentazione<br />

formale sul mezzo sembra affidato soprattutto agli artisti <strong>del</strong>l’Est Europa.<br />

Uno dei più attivi sperimentatori è <strong>il</strong> russo Alexei Shulgin, la cui intensa<br />

attiv<strong>it</strong>à di networker sarà centrale per la rapida evoluzione di tutta<br />

la scena. Come molti altri net.artisti, anche Shulgin proviene dalle arti visive,<br />

tanto che <strong>il</strong> suo primo lavoro sul Web è una galleria fotografica (Hot<br />

P<strong>it</strong>cures) che offre spazio a giovani artisti russi. Resosi presto conto <strong>del</strong>le<br />

potenzial<strong>it</strong>à offerte dal mezzo, l’artista russo inizia a riflettere su una<br />

nuova forma espressiva, “basata su un’idea di comunicazione, piuttosto<br />

che di rappresentazione” e specificamente concep<strong>it</strong>a per la rete.<br />

Siamo all’inizio <strong>del</strong> 1995, la veloc<strong>it</strong>à media di connessione per un utente<br />

medio si aggira attorno ai 9600 bps-14.4 kbps e le potenzial<strong>it</strong>à <strong>del</strong>l’ipertesto<br />

sono ancora lim<strong>it</strong>ate. Visualizzare un’immagine richiede <strong>del</strong> tempo,<br />

la promessa istantane<strong>it</strong>à tra un click e <strong>il</strong> suo effetto è di là da venire. Il modo<br />

migliore per fronteggiare queste lim<strong>it</strong>azioni è appropriarsi dei nuovi<br />

strumenti ponendosi nei loro confronti con leggerezza e una sott<strong>il</strong>e vena<br />

ironica: “Internet, in sé, è un hobby, un gioco, tutti possono giocare con<br />

Internet. È come gli scacchi...”, dirà Shulgin in un’intervista. 28<br />

Nascono così una serie di “giochini” ultra-minimali, la cui semplic<strong>it</strong>à – e<br />

lim<strong>it</strong>atezza – richiamava alla memoria Pong, <strong>il</strong> primo videogame elettronico.<br />

In quel caso, era la nov<strong>it</strong>à e l’estasi di poter interagire con un “oggetto”<br />

sullo schermo a cost<strong>it</strong>uirne la vera esperienza. Parimenti, i giochini di Shulgin,<br />

pur non andando oltre l’eserc<strong>it</strong>azione formale in Html, facevano <strong>del</strong>l’interazione<br />

<strong>il</strong> loro oggetto di ricerca: in Turn Off Your TV Set,

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