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Tactical media e net cr<strong>it</strong>icism da una parte, net.art dall’altra, saranno i<br />

discorsi principali attorno ai quali si coaguleranno eventi, reti e pratiche<br />

che formano la trama <strong>del</strong>la net.culture, in un contesto culturale in cui attivismo<br />

pol<strong>it</strong>ico e sperimentazione estetica tendono spesso a con-fondersi,<br />

confermando così quella “zona di indifferenza e presupposizione reciproca”<br />

(Lazzarato) in cui sarebbero entrate la produzione economica, la creazione<br />

artistica e l’azione pol<strong>it</strong>ica nella condizione post-fordista.<br />

Costruire contesti condivisi<br />

Attraverso lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>le reti, nelle varie concatenazioni macchiniche<br />

che le cost<strong>it</strong>uiscono, una qual<strong>it</strong>à originale si presenta sotto forme diverse:<br />

quella di essere soprattutto uno strumento di ingegneria sociale, un mezzo<br />

per coagulare comun<strong>it</strong>à disseminate e trans<strong>it</strong>orie o, “pop-<strong>del</strong>euzianamente”<br />

parlando, un altro modo di fare rizoma. Da tempo le scienze <strong>del</strong>la<br />

comunicazione richiamano l’attenzione sulla capac<strong>it</strong>à dei media elettronici<br />

di favorire la costruzione di contesti condivisi da parte di specifici<br />

gruppi sociali geograficamente dispersi. Dai newsgroup alle ma<strong>il</strong>ing-list,<br />

fino ai più recenti ambienti di open publishing (i cosiddetti blog), gli<br />

strumenti per una cooperazione collaborativa si diffondono in modo<br />

esponenziale, mettendo a disposizione <strong>del</strong>le “molt<strong>it</strong>udini dig<strong>it</strong>ali” sofisticati<br />

e dutt<strong>il</strong>i tool per <strong>il</strong> coordinamento in tempo reale <strong>del</strong>le intelligenze.<br />

Per la storia che stiamo raccontando, sono soprattutto le ma<strong>il</strong>ing list<br />

ad aver giocato un ruolo non secondario nella costruzione di un particolare<br />

tipo di m<strong>il</strong>ieu, un “database vivente” da cui far sbocciare i cento fiori<br />

<strong>del</strong> networking... Ma<strong>il</strong>ing list come Nettime, Syndicate, Rhizome, Faces,<br />

Rolux, Xchange, 7-11, hackmeeting, Net Inst<strong>it</strong>ute, Rekombinant, hanno<br />

stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o un ulteriore piano di consistenza su cui dispiegare l’incessante<br />

lavoro di composizione tecnosociale.<br />

La lista che forse più di tutte ha approfond<strong>it</strong>o queste riflessioni, pure a<br />

rischio di sv<strong>il</strong>uppare tentazioni “egemoniche” (e generare infin<strong>it</strong>i dibatt<strong>it</strong>i),<br />

è stata senza dubbio Nettime , la più longeva e<br />

duratura tra tutte.<br />

L’atto di fondazione risale al giugno <strong>del</strong> 1995 quando al Teatro Malibran<br />

di Venezia si tiene <strong>il</strong> secondo meeting <strong>del</strong> Medien Zentralkomm<strong>it</strong>tee,<br />

una rete informale di operatori culturali sparsi in tutta l’Europa continentale<br />

che già da qualche anno avevano avviato una riflessione a tutto<br />

campo sulle prospettive culturali e pol<strong>it</strong>iche aperte dai nuovi scenari <strong>del</strong>la<br />

comunicazione elettronica. Molti tra i presenti all’incontro veneziano<br />

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